di Rocco Boccadamo
Giovedì 17 ottobre, una bella mattinata nel capoluogo salentino, arietta di tramontana fresca ma gradevole, temperatura oscillante, verso mezzogiorno, intorno ai 19 – 20 gradi, atmosfera tutta da gustare, specialmente ove ci si trovi a passeggiare, come nel caso di chi scrive, a cavallo della bici.
A rendere ancora più straordinaria e fantastica la situazione anzi descritta, viene, per prodigio, ad aggiungersi un quadretto che attira e colpisce l’attenzione degli occhi, oltre a stimolare la mente e il cuore.
In alto, sulla volta azzurra, fa irruzione uno sterminato nugolo di piccoli uccelli bruni, storni per la precisione, chissà quante e quante migliaia, che, probabilmente, sta percorrendo la rotta migratoria verso i caldi territori africani.
Ma tali creaturine, stimolate forse dalla tiepida temperatura, danno l’impressione di voler stazionare sui cieli di Lecce, stazionare beninteso a modo loro, producendosi, cioè, in una serie di rapidissimi ghirigori dalle forme più svariate, autentici ricami che mutano, negli schemi e nei contorni, da un attimo all’altro.
Dalle piroette dei minuscoli alati sembra trasparire un senso di gioia di divertimento.
Chi ha alzato e tiene fisso lo sguardo la su non può fare a meno di pensare che nessuna umana maestria pittorica o di cesello sarebbe in grado di realizzare, con getto così istantaneo, analoghi mirabili e versatili disegni scuri, sullo sfondo turchino del cielo.
La visione induce a immaginare con la fantasia cose irreali: al punto che un aereo che, da più in alto, sopravviene ad intersecare la popolosissima colonia di storni, lasciandosi dietro la caratteristica scia bianca, conferisce un’impressione speciale, a guisa che si trattasse di una straordinaria stella cometa in pieno giorno e nel cuore dell’autunno.
Non c’è che dire, una sensazione leggera e benefica per lo spirito.