di Giulietta Livraghi Verdesca Zain
Non ha mutato volto
la vita in via Iconella.
Sferruzzano, le donne,
o rammendano panni
sugli usci bassi,
all’ombra che trasmigra;
e vivacemente intrecciano parole
che sono di sfogo ai vari sentimenti.
Uomini, sudati e scalzi,
spaccano legna per l’inverno
al centro del selciato;
e alle scintille
che genera l’accetta
sognano dolcezza di camini accesi,
profumo di melecotogne
cotte nella brace,
sapore di legumi
nella vecchia pignatta di creta.
Grida di monelli
dilagano nel sole,
che festoso accoglie i giochi
e le innocenze.
Appese, lungo i muri, ad asciugare,
lenzuola di cotone barbarescu
si gonfiano nel vento;
e tanto, ma tanto è l’intreccio dei rattoppi
che per il forestiero
sono inediti mappamondi di miseria.
3 luglio 1964