di Nino Pensabene*
Dedico a Elio Ria questa poesia della mia Giulietta, estrapolata dall’epistolario a me dedicato “Bigliettini per Nino”. Me la sono ricordata leggendo, appunto di Elio, “Una volta d’estate la notte” e mi piace pubblicarla a conferma che la notte è stata sempre amata da tutti i poeti, che l’hanno difesa come si può difendere il grembo della propria madre, fonte di vita come lo è appunto la notte, il cui magico buio partorisce la luce, i cui silenzi di pace partoriscono i brusii vitali dell’alba e i rumori operosi del giorno, spazio di tempo creato in contrapposizione ai riposi notturni di tutta la natura.
Carissimo Nino,
chiamala pure utopia, se vuoi,
ma io credo che verrà un tempo
in cui le sere
ritorneranno ad essere colombe,
le notti riavranno per vigilessa l’Orsa
e all’alba i galli sanciranno regole
che riattesteranno il giorno voluto dal Signore.
Regole salutari
come latte munto alla mammella delle capre,
dolci come favo di miele
scovato sotto la corteccia di un ulivo.
Giulietta
*pubblicata il 11 giugno 2011 su Spigolature Salentine
Non ho avuto il piacere di conoscere Nino. Eravamo amici virtuali. Avevo però individuato la sua straordinaria sensibilità. Ieri nell’apprendere la notizia della sua morte (un brutto meccanismo della vita) ho provato sconforto. Poi mi sono convinto che la morte non è niente e che Nino era passato da un’altra parte, nascosto, ma presente. Quello che era lo è ancora adesso. Parliamogli come abbiamo sempre fatto, affettuosamente e con rispetto. Non cambiamo tono di voce, né assumiamo un’aria solenne e triste rivolgendoci a lui, facciamolo semplicemente con il sorriso e la familiarità di sempre. Qui in questo luogo era di casa. Ricordiamolo senza mai dimenticare la sua passione per le cose della vita. Si è allontanato da tutti noi attraverso il ponte del Tempo per raggiungere il garbato paradosso dell’eternità con il domani irrevocabilmente consumato. Rimangono di lui la dolcezza, il garbo e il ricordo di un galantuomo.
Addio Nino!
Bello questo rilanciar parole d’altri sulla notte.
Mi inserisco in punta di piedi per dire che trovo le parole della signora Giulietta, belle nella loro incisività. Come se avesse lei affondato il coltello della verità nella corteccia della notte per far fuoriuscire da essa la dolce linfa che alimenta la nostra natura originaria.