A LISBONA UN CONVEGNO INTERNAZIONALE
SUL CULTO DI SAN ROCCO NEL MONDO
(Lisbona, 4-7 ottobre 2013)
di Ermanno Inguscio
Dal 4 al 7 di ottobre 2013, nella capitale lusitana, nel Bairro Alto, si ritrovano studiosi di una decina di Paesi di due Continenti, l’Europa e l’America, del Sud e del Nord, per confrontarsi su “Le Feste di San Rocco nel Mondo. Tracce di cultura”, un tema proposto dalla Irmandade de Sao Roque di Lisbona, che fa gli onori di casa per tutto il tempo in cui i convegnisti esporranno i loro approfondimenti, nella grande Sala del Museo Nazionale della Farmacia. Scopi del meeting storico-culturale sono lo studio e la comprensione interdisciplinare centrato sulla identità territoriale e l’incentivazione dei valori religiosi, culturali e patrimoniali, materiali e immateriali, riscontrabili in tale ambito. Le feste di San Rocco nel mondo possono così tramutarsi in prodotto di valorizzazione turistica e culturale, veicoli di scambio e di relazioni integrate.
Nella città battuta dai venti dell’Oceano Atlantico, in terra di Estremadura, Lisbona, alla foce del fiume Tago, dove non di rado, in autunno, nei giorni di sole i giovani d’ogni età giocano con le onde tra le spiagge di Cascais o di Oeiras, studiosi provenienti da Belgio, Francia, Spagna, Italia, Isole di Capo Verde, Canada e Brasile e naturalmente dal Portogallo, espongono le loro importanti comunicazioni, sulle modalità del momento festivo relativo al Santo Pellegrino di Montpellier e mettere in rete, tra comunità e popolazioni diverse, esperienze culturali legate alla fede, alla devozione, al folklore, alla vita di pubblica relazione.
Sono quasi tutti giunti in aereo, con le compagnie più disparate, i convegnisti, a vivere questa esperienza storico-culturale, in una capitale europea di circa seicentomila abitanti, con il fuso orario di Greenwitch e un abbigliamento consono alle turbolenze del clima tipicamente oceanico, che s’ispira a grande prudenza. Oltretutto è la città dei tram, dei traghetti, di “elevadores” (funicolari o ferrovie a cremagliera), di ponti (spettacolare il ponte di Vasco de Gama) e delle tre linee di metropolitana. “Lisboa Em”, la rivista mensile della città, è un’affidabile guida per conoscere tutte le proposte artistiche e culturali della capitale.
Tra gli ospiti d’onore, oltre alla sindaco di Montpellier (città natale di San Rocco), madame Mandroux, e ai sette ambasciatori dei Paesi di provenienza dei convegnisti, vi è anche il direttore del Centro Italiano di Cultura, ch’è ospitato in una palazzina del XVII secolo, in Rua do Salitre. Del Convegno Internazionale, specie il 5 ottobre ch’è sempre giorno festivo in Portogallo, scrivono tutti i principali giornali in edicola, il “Publico”, il “Diario de Noticias”, “A Capital”, e il “Diario de Manhà”. Qualche interessante passaggio anche su uno dei canali della “Televisao Portuguesa” e di alcune emittenti televisive locali. Lisbona, nel nome il ricordo di un’origine misteriosa. Dai primi insediamenti di epoca preistorica ubicati a Monsanto, Olisipo, vocabolo pre-romano da cui deriverebbe il nome della città (città fondata da Ulisse nel suo peregrinare prima del ritorno nella sua Itaca), o Alis Ubbo, che significa “amena insenatura”, di derivazione fenicia o la voce celtiberica Lysus (più il suffisso fenicio –ippo), che significa “bellezza”: tra le leggende l’unica cosa chiara è la condizione marinara marcata nelle sue origini. Il fiume Tago, da sempre “porta di Lisbona” e lo sconfinato oceano, che celava per secoli un Continente inesplorato, Le Americhe, la fanno ancora da padroni, nei venti, nel clima, nel regime delle precipitazioni. Come per secoli questa terra lusitana era stata dominata, dopo i Romani, da Alani, Svevi, Visigoti e Arabi. Dopo la riconquista degli eserciti crociati, con Don Afonso Henriques, primo re del Portogallo, nel 1147, il destino della città portò alle scoperte dei navigatori portoghesi, delle Isole Canarie, Madeira e Azzorre. Dopo sciagure ed invasioni, una splendida rinascita: Colombo fissa la sua residenza in Spagna (1486), Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza. Dopo le lotte per l’indipendenza dal potere spagnolo, con il Trattato di Tordesillas (1494), diviso il mondo tra Spagna e Portogallo, i navigatori lusitani giungono in Groenlandia (J. Fernando Labrador), in India (Vasco de Gama), in Brasile (P. Alvares Cabral). Con l’oro brasiliano arrivato da Oltreoceano, non fu difficile lo scambio culturale con la madrepatria, ivi compreso il culto dei Santi, come quello di San Rocco. E proprio nel primo pomeriggio del 4 ottobre 2013, le delegazioni straniere invitate sono accolte nella Sala della Lotteria della Santa Casada. Nel Bairro Alto di Lisbona la prima escursione dei convenuti con la statua di San Rocco e il cane. Dopo la visita al Museo della Chiesa di San Rocco, nella tarda serata, una grande emozione di sentimenti per tutti nella Messa cantata con cantori di fado, musica popolare tipica di Lisbona. Commistione artistica tra lundun brasiliano, morna di Capo Verde, modinhas e influenze nordafricane e la storia stessa delle navigazioni, che fa amare questa musica dalle classi elevate a quelle dei quartieri poveri dell’Alfama: una forma espressiva che molto si avvicina alla definizione dell’identità nazionale portoghese. E il pensiero corre a “Segredo” della cantante Amalia Rodriguez e della sua acrobazia vocale, al servizio della espressione pura. Sabato, 5 ottobre 2013, in due sedute, l’una mattutina e l’altra pomeridiana, è il giorno del Convegno Internazionale, nella splendida location dell’Auditorium del Museo della Farmacia, dotata di ogni supporto audio televisivo, traduzione simultanea in cinque lingue, in cui ogni “conferencista” espone il frutto di studi e pubblicazioni.
Per l’Italia Meridionale, e dal Salento in particolare, l’argomento trattato è “Tradizione e danze popolari nel “ballo di San Rocco”, dove si illustrano ai convegnisti le peculiarità della pizzica salentina, ed in particolare la modalità della “danza scherma” di Torrepaduli, all’interno del complesso apparato dello svolgimento del momento festivo. In serata è la volta di una novena al Santo, nella chiesa di San Rocco, animata col canto del coro della Cappella Patriarcale, diretta dal maestro Joao Vaz.
La solennità del Santo Pellegrino ricorre e si festeggia a Lisbona, domenica 6 ottobre: una affollatissima Messa Patriarcale e una folkloristica processione per le strade del Bairro Alto, con l’ostensione di una venerata reliquia del Santo, che risale storicamente al 1506. Tutti i convenuti, abitanti di svariati quartieri della città, devoti, turisti a seguire trionfalmente il simulacro di San Rocco. Ogni sasso, ogni volto, ogni suono, ogni sapore (delle osterie popolari, dei caffè liberty), ci ricorda incessantemente che in questa città scorre sangue misto. Quello di un popolo ospitale, tra i più tolleranti e meno razzisti del mondo, che si prende il “suo” tempo per allineare Lisbona al profilo di capitale europea. E mentre fa posto ai grandi centri commerciali, alle grandi strutture dell’Expo 98, i suoi vicoli, noti perché girando attorno agli angoli permette di ascoltare un’infinità di rumori, sono un dedalo di viuzze rotto da spazi monumentali, ai cui lati, locali d’ogni genere impastano note di fado con le zaffate di pesce fritto. Lisbona, divisa in città bassa (Baixa) e città alta (Bairro Alto), ci permette nell’Alfama, il quartiere più antico, di vivere le emozioni di un abitato povero e affascinante, un tempo arabo, oggi abitato dai profughi delle colonie (retournados), ritenuta come la Soho di Lisbona, talmente trendy da non esserlo più, e presa d’assalto a tutte le ore da orde di turisti. Con una puntata al Chiado, area di shopping e di caffè schic, la processione sfiora Estrela, zona popolare e ridente, e Lapa, pirotecnica e rutilante di notte, riuscendo a consegnare anche il caratteristico “pane di San Rocco”.
Il terzo giorno, lunedì 7 ottobre 2913, è giornata riservata al giro panoramico della città per tutte le delegazioni straniere intervenute al Convegno Internazionale. E via ad ammirare l’espansione urbanistica della città, posta anch’essa su sette colli, i suoi nuovi viali e gli edifici ricoperti di azulejos, gli alberi dell’Avenida da Libertade, chiese , monumenti ed edifici pubblici, come la Casa da Moneda, Piazza Marques de Pombal, Piazza de Saldanha, il Campo Grande (con la Biblioteca Nazionale e il Laboratorio Nazionale di Ingegneria Civile), l’Avenida de Berna, Palàcio Marques de Fronteira, la Torre de Belém, dal caratteristico baluardo poligonale e la torre quadrangolare e, infine, il Padrao dos Descobrimentos, monumento alle scoperte.
E’ facile ammirare questa capitale lusitana; con un paio di bus appositamente noleggiati, l’Irmandade lusitana, anche se in una breve mattinata, permette a tutti gli ospiti di rivisitare, o di prendere per la prima volta visione di una città, nata nella zona portuale sul fiume Tago, protagonista di grandi scoperte nella storia umana, e il cui baricentro (non solo notturno) è sull’acqua. Con sapienti interventi di archeologia industriale, dai Docas, un tempo magazzini mercantili, oggi pullulano bar, ristoranti e discoteche, frequentati da giovani che giorno fanno quartiere generale alla esplanada Graca e a quella di santa Lucia. Il desiderio di sole dei Lisboeti, anche in ottobre, è appagato dal verde dei 25 ettari nel cuore della città, Parque Eduardo VII, dove i giovani si rincorrono in bici o giocando a freesbe e i vecchi giocano alla “bisca lambida”, un lancio di carte, seguito da esclamazioni incomprensibili. Concluso il tour, poco prima dell’ora di pranzo, i convegnisti sono ricevuti in maniera ufficiale dal Presidente della Camera Municipale di Lisbona, dr. Antonio Costa, nella Sala Nobile. Presenziano D. Manuel Clemente, Patriarca lisboeta; il dr. Pedro Santana Lopez, Provedor de SCLM; il dr. Pedro Pestana de Vasconcelos, Provedor Irmandade da Misericordia e di San Rocco di Lisbona; la sindaco della città francese di Montpellier, Hélène Mandroux e M. Leopold Beaulieu, Presidente-direttore della Generale FonAction CSN. I sette ambasciatori dei Paesi partecipanti all’importante meeting, ringraziano, a nome del le Delegazioni intervenute, le autorità civili, religiose e delle Associazioni Europee di San Rocco. E poi la volta dei saluti dei Presidenti dei Centri Nazionali di Cultura, tra cui il dr. Guilherme d’Oliveira Martins, Presidente del Centro Nazionale di Cultura portoghese, che hanno dato man forte alla manifestazione ottobrina sul culto del Santo. A pranzo ogni ospite, oggi in una delle caratteristiche tascas , osterie tipiche, degusta i prodotti ittici freschi, tipici della cucina lusitana. Essa presenta, infatti, l’ingrediente di base, il pesce, in particolare il baccalà, proposto in due versioni veramente appetitose. Ma non manca chi si orienta sui piatti di carne, zuppe rustiche e dolci che più dolci non si può. Il tutto innaffiato dal principe delle tavole lisboete, il Porto secco o dolce, o dal Clarete, un rosato intenso, che anche in questo locale spilla direttamente dalle botti. Ma nei giorni scorsi la fantasia culinaria portoghese è venuta incontro agli ospiti con buona parte dei piatti tipici della cucina lisboeta: Acorda (zuppa di mollica con carne, pesce e frutti di mare), Carne de Poirco, Feijoada, Mariscos, Peixinhos da horta, Pipis, Caldo verde, Touchn do ceu (dolce a base di zucchero, mandorle e uova).
Nel pomeriggio, tutti a sciamare verso Portela de Scavem, il vicino aeroporto della Capitale portoghese, tramite cui parte farà ritorno in patria nelle città della vecchia Europa, e per altri, prima di farlo, dovrà rassegnarsi alla trasvolata transoceanica dell’Atlantico e tornare ad immergersi o nel tepore della primavera brasiliana o ripiombare nel brivido verde-ghiaccio di boschi e lande sterminate dei freddi autunnali dell’emisfero canadese.