di Marcello Gaballo
Due persone in una, la semplicità di Roberto nella genialità di Ferri, il tutto svelato in una veloce intervista fatta al giovane talento tarantino.
Poche domande di un innamorato dell’arte portano alla luce un quadro inedito fra i tanti della produzione pittorica di Roberto Ferri, il suo ritratto umano.
Pochi tratti salienti.
L’intervistatore usa toni rispondenti alla ricchezza simbolica e grafica dell’autore ricreando lo stesso rapporto esistente tra la sua ispirazione creatrice e la messa in opera della stessa, essenziale e naturale la prima, complessa e travolgente la seconda.
Il messaggio personale affidato alle opere contribuisce a fare di Roberto Ferri, prima che un personaggio, una persona vera.
Straordinaria infatti la sua comunicatività diretta con l’interlocutore, sorprendente l’empatia con quell’umanità comune che gli restituisce il conforto di sentimenti condivisi e il privilegio dell’unicità nell’esprimerli.
Il web mi ha permesso di conoscerla e dopo aver visitato il suo sito, godendo delle straordinarie e numerose opere, non ho più difficoltà a riconoscere un suo dipinto. Anche solo un’immagine di piccolissimo formato mi consente di attribuirla immediatamente. Uno stile inconfondibile, che si sta imponendo nella pittura contemporanea. La apprezzano e la seguono migliaia di fans, in Italia e all’estero, tanto da creare viva attesa nel conoscere la prossima mostra che ospiterà anche solo una delle sue opere. La critica è generosissima nei suoi confronti. Solo impressioni da parte di chi la segue da lontano o celebrità di cui lei è consapevole?
E’ un fenomeno di cui sì, sono al corrente, perchè le mie opere parlano direttamente al cuore, sono sincere, parlano di ciò di cui ognuno di noi ha bisogno. La libera espressione di se stessi.
Mi par di capire che il suo iter formativo, in fondo a disposizione di tutti coloro che vogliono interessarsi di pittura e disegno, parta da molto lontano. Dove nasce questa particolare sensibilità e originalità, che evidentemente vanno ben oltre il liceo artistico e l’accademia?
Il tutto nasce dalla mia antica passione per la pittura. Da quando ero bambino ad oggi non ho smesso mai di studiarla, amarla, viverla.
Potendo scegliere la frequentazione amichevole dei grandi della pittura a cui lei spesso si ispira, con quale di essi preferirebbe trascorrere un viaggio in diligenza da Taranto a Roma o viceversa?
hahaah bella domanda. Non so…forse proprio col Caravaggio, perchè credo non parleremmo di pittura, di arte…ma di vita.
Ai tanti ammiratori e critici che la seguono, quale approccio lei consiglierebbe di avere dinanzi alle sue opere?
Consiglierei semplicemente di viverle, così come si vive una bella storia con una donna. Un’opera ti parla, trasmette intensità e racchiude un gran segreto.
La pittura di Ferri la si può collegare maggiormente al mito, all’onirico, alla fantasia, al demoniaco o al religioso?
Mi servo di tutto, pur di raccontare me stesso. Anche se comunque, sono affascinato naturalmente dall’eterno conflitto tra il bene e il male, tra angelico e demoniaco..
Le tante incredibili pose a cui ricorre per le sue figure sono indice di complessità della vita terrena o piuttosto emblemi della psicomachia?
Sono l’esternazione di un conflitto interiore, la forma sensibile di un pensiero, di un sentimento…di un’emozione.
Si metta ora nei panni dell’osservatore attento ad una sua opera. Come vorrebbe che lasciasse la sala espositiva: sgomento, sorpreso, lieto o estasiato?
Ciò che mi ha lasciato più felicemente impressionato, è stato quando ho visto un guardiano di una mia mostra, piangere per ciò che gli era stato trasmesso dalle mie opere… Non mi aspetto nulla, spero solo qualunque osservatore non rimanga indifferente.
Qual è l’ambiente che la circonda nel dipingere? La luce o il buio? Il silenzio o un sottofondo musicale? Ai modelli è concesso dialogare con Roberto Ferri che li ritrae? Può esserci interferenza e ispirazione nell’opera o è già tutto predeterminato?
Sono immerso nella penombra, credo di essere fotofobico. Amo la musica come sottofondo, dalla classica al rock-metal e qualsiasi cosa contribuisce alla nascita di un’ opera. Anche una battuta con i modelli a volte..
Ed infine, ha mai esposto in Puglia o perlomeno nella sua Taranto? Mi auguro che il celeberrimo “nemo propheta in patria” non valga per lei.
Beh quest’anno esporrò al MUDI a Taranto, in una mostra curata da Sara Liuzzi, e ne sono molto felice. Qualcosa a Taranto si sta svegliando.
Pubblicato su Il Delfino e la Mezzaluna n°2
Stupis e emoziona nuovo ma antico moderno ma classico tutto cio’ con passione
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