di Maria Grazia Presicce
Ultimamente leccesi “illustri” riterrebbero che Lecce sia pronta a divenire, addirittura, Capitale della cultura europea. Insigni signori s’ingegnano intorno a questo progetto, esaminano ed elaborano considerando prima di tutto il fattore economico, ipotizzando il flusso di denaro che potrebbe derivare da quest’eventualità!
Naturalmente, troppo impegnati a pianificare, omettono di guardarsi intorno e valutare le “abiezioni” del nostro territorio che, il più delle volte, gridano vendetta agli occhi di chi lo “ammira”! Indaffarati ad architettare trascurano di esaminare questo suolo spesso bistrattato da chi lo vive e sorvolano le reali urgenze di questo Salento che avrebbe bisogno, prima di tutto, della cultura del rispetto di chi lo abita e lo vive quotidianamente, per poi trasformarsi anche in rinomato luogo di cultura.
Mi domando come può, Lecce, diventare Capitale di Cultura europea se i bordi delle sue strade sono raccolte di rifiuti a cielo aperto di “coltura d’immondizia” di ogni sorta, i rondò discariche di vetri multicolori svuotati e scaraventati senza ritegno dagli “acculturati” di bevande di ogni tipo, le strade dissestate e mancanti di segnaletica appropriata, e aiuole cosparse da involucri, carte e buste variopinte, per non parlare dei bidoni traboccanti, il più delle volte vuoti, incorniciati da sacchi e sacchetti di sporcizia che i “pulitazzi” per non avvertire gli olezzi sollevando il coperchio, depositano incuranti della cultura più elementare: il rispetto della “cultura” della natura.
Per non parlare della barbarie di chi imbratta e scrive sui muri, di chi porta a spasso il proprio cane e abbandona gli escrementi maleodoranti in qualsiasi posto, di chi getta mozziconi ed altro dai finestrini delle auto. Mi direte che anche quella è “cultura”: cultura del non rispetto delle cose e delle persone, dico io. Ma questo, è solo un mio parere e conta poco.
Capitale della cultura europea: e dove la mettiamo la maleducazione e il non rispetto di chi è costretto a subire gli schiamazzi, spesso notturni o l’abbaiare, i gemiti dei cani a qualunque ora? O di chi si reca in spiaggia, magari in un parco, per trovare tranquillità ed è invece tartassato e obbligato a patire la musica ad altissimo volume di un chiosco improvvisato? Anche quella è “cultura”?
Lecce città di cultura europea: ma non vi sembra che per diventare CITTA’ di CULTURA, Lecce deve prima divenire Città del rispetto delle norme e del rispetto per il territorio?
Non basta scrivere articoli, non basta riempirsi la bocca di paroloni per far bella figura e troneggiare su podi invisibili; il nostro territorio ha prima di tutto bisogno della “CULTURA DEL FARE” di ogni cittadino che si ritiene civile, cominciando ad avere cura del suolo nel proprio ambito e per ambito non intendo l’interno del nostro “abitacolo”, ma l’esterno, senza fare appello sempre allo stato o al comune di appartenenza, nascondendoci dietro al fatto che paghiamo le tasse. Non perdiamo di dignità pulendo o raccogliendo le cartacce o altro che troviamo sul marciapiede davanti alla nostra dimora!
Se ogni leccese o salentino cominciasse a rispettare la CULTURA del proprio spazio e l’osservanza delle regole, il nostro habitat muterebbe aspetto e solo allora potremmo con soddisfazione auspicare ad una Lecce Capitale della Cultura, della VERA CULTURA e non solo di quella scritta e conservata nelle biblioteche e nei Musei.
Che gli europei venissero pure a visitarla ma Lecce rimane la capitale del Salento, di niente altro!
Comunque, anche se rimane capitale del Salento non le fa ( e non ci fa) certo onore crogiolarsi nella cultura dell’ immondizia e della noncuranza!