di Armando Polito
L’uomo affidò il ricordo delle proprie emozioni e la rappresentazione più o meno fedele della realtà prima ai graffiti, poi, dopo l’invenzione della scrittura che convenzionalmente segna il passaggio dalla preistoria alla storia, ai segni incisi via via su tavolette di terracotta, poi su lastre di metallo o di pietra, su tavolette di cera, a quelli tracciati su papiro e pergamena. L’invenzione della stampa e, molto dopo, della fotografia facilitarono e ampliarono la possibilità di sottrarre, pur con qualche limite, le memorie del passato all’azione cancellatrice del tempo. Poi nei primi anni ’60 la registrazione magnetica rese più agevole la conservazione delle immagini in movimento fino ad allora appannaggio, come per quelle fisse, della pellicola fotografica. I progressi dell’elettronica, il trionfo dell’informatica e del digitale con l’adozione di memorie a stato solido hanno dato vita negli ultimi decenni a tutta una serie di prodotti sui quali non mi soffermo perché un adolescente saprebbe farlo molto meglio di me. Eppure, chi rimane insensibile davanti ad una foto che abbia almeno cinquant’anni e che ritragga un soggetto a lui noto? Quando poi la foto ha più di cinquant’anni l’effetto è assicurato, anche sul più insensibile e superficiale degli esseri umani.
Così ho pensato di coniugare il passato e il presente sfruttando alcune foto da un cd che credevo perso per sempre, tratte non ricordo più da dove, ed altre pescate in rete. Ad ogni immagine antica ho fatto seguire quella relativa allo stato attuale dello stesso luogo ricavata da altrettante catturate da Google Maps opportunamente adattate. Conto sull’aiuto dei lettori per eventuali integrazioni: basterà che il generoso di turno che sia in possesso di foto diverse da quelle qui presentate invii come commento un messaggio dichiarando la sua disponibilità a farcene avere una copia digitale (magari eseguita, se lui ha poca dimestichezza con gli aggeggi di oggi, con l’aiuto della fotocamera del figlio o del nipote). Potrebbe venir fuori una serie dal valore documentario notevole, firmata da tante persone accomunate da una comune sensibilità, da consegnare alle generazioni future. Quella che potremmo definire operazione nostalgia comincia oggi da Santa Caterina e da Santa Maria al Bagno, cioè due delle marine di Nardò. Non è estranea l’estate a questa scelta ma sarebbe bello se, grazie all’aiuto di tutti, l’operazione potesse essere estesa all’intero territorio della nostra Nardò.