di Armando Polito
… Il fatto che noi diciamo che c’è la fuga dei cervelli è una dimostrazione del fatto che la scuola comunque li prepara bene che altrimenti non troverebbero lavoro così facilmente; negli Stati Uniti, in Germania, in Francia è pieno dei nostri laureati. Io stessa mi ricordo benissimo quando ero ricercatrice per giravo in tutto il mondo continuavo a …. [verbo incomprensibile] di quanti laureati avevo a disposizione, se avevo da segnalare persone per prenderle nei migliori laboratori del mondo, quindi c’è proprio una fame dei nostri laureati, dei nostri studenti …
Il brano in corsivo che avete appena finito di leggere è la trascrizione fedele (controllate e fatemi sapere …) di un brano di un’intervista rilasciata in data 18/7/2013, dunque fresca fresca, da Maria Chiara Carrozza, attuale titolare del MIUR (per chi non lo sapesse acronimo di Ministero Istruzione Università Ricerca), intervista che potete visionare integralmente all’indirizzo
Lascio perdere alcuni dettagli espressivi che non posso perdonare nemmeno ad uno scienziato qual è l’intervistata e vado dritto dritto alla sostanza. Per chi ancora non l’avesse capito: se i cervelli fuggono è per colpa di quei docenti che, avendo compreso le potenzialità dei loro allievi, si sono prodigati perché la loro meravigliosa dote naturale venisse allenata ed affinata. La soluzione è ovvia: basta non curare, non valorizzare, anzi mortificare e spegnere quelle intelligenze, e questa emorragia fatale di sapere, competenza e attitudine alla ricerca (quest’ultima strettamente connessa con la voglia di sognare, l’unica che può cambiare il mondo …) cesserà d’incanto.
Insomma, se i giovani migliori per poter prima mangiare e poi realizzarsi professionalmente sono costretti ad emigrare, la colpa non è della politica ma della scuola (da intendersi, credo, quella pubblica …); meglio, dei professori che, più testardi dei muli, continuano a tenerne alto il prestigio.
So benissimo che nella nostra amministrazione pubblica i vari dicasteri sono compartimenti stagni, il che rende un gioco da neonati il palleggiamento delle (cor)responsabilità e costituisce un alibi per non presentare mai le dimissioni (leggi abbandonare la poltrona) nel caso in cui le nostre belle parole si scontrano (ho usato l’indicativo perché succede sempre …) con l’amara realtà del non incremento, anzi del taglio continuo delle risorse da parte del ministero competente. Questo lo dico per prevenire e, nel caso non lo si comprenda, per annientare qualsiasi accusa di estrapolazione strumentale del pezzo riportato allo scopo di fornirne un’interpretazione ad usum delphini, che oggi è di moda bollare, in casi come questo, come demagogica e qualunquista. Dico pure che questo sacrificio a vantaggio degli altri paesi mi sembra come il campionato mondiale della stupidità al quale un tempo nemmeno ci iscrivevamo e che oggi vinciamo a mani basse ….
Siccome, però, per quanto ho detto prima, non pochi docenti ed allievi appaiono, per riconoscimento dello stesso ministro, estremamente intelligenti e responsabili, dove vanno cercati i profondamente irresponsabili, stupidi o furbi? Escludendo per assurdo (?) tutti coloro che sono impegnati più che nei decreti del fare (calma, la locuzione è ellittica del complemento oggetto: schifo) in quelli del rinviare, che abbiano, paradossalmente, ragione quei pochi docenti (non parlo di chi, fra loro, avrebbe fatto danni esercitando pure, con tutto il rispetto, il mestiere di spaccapietre …) che hanno adeguato il loro insegnamento al riconoscimento economico della loro professione (quando questo concetto di proporzionalità diretta verrà applicato a se stessa dalla classe politica?) giungendo alla conclusione che concetti come dignità, amor proprio, rispetto di noi stessi, del prossimo in genere e in particolare di chi ci è affidato sono vacue parole al pari di sacrificio, merito e onestà?
E, dopo Mariastella Gelmini prima e Maria Chiara Carrozza poi, solo Maria Addolorata (così il climax discendente è completo …), quest’ultima senza cognome …, ci potrà salvare?