di Giuliano Santantonio*
Il Catalogo degli argenti depositati nel tesoro della cattedrale di Nardò, che si pubblica nella collana “Quaderni degli Archivi Diocesani di Nardò e di Gallipoli”, trae spunto dalle celebrazioni del VI Centenario dell’elevazione della chiesa abaziale di S. Maria de Nerito in cattedrale e della terra di Nardò in città, ma risponde a tutta una serie di aspirazioni, gradualmente maturate negli ultimi decenni anche in conseguenza del nuovo approccio con cui la Chiesa Italiana va affrontando il tema dei beni culturali ecclesiastici:
- intanto, il desiderio di rendere noto in modo appropriato un importante patrimonio d’arte e di storia, per lungo tempo e per certi versi meritoriamente custodito nei depositi inaccessibili del più insigne tempio neritino, in attesa di collocarlo nel museo diocesano in via di allestimento per restituirlo alla pubblica fruizione;
- in secondo luogo, l’opportunità di valorizzare sul piano pastorale e della educazione alla fede manufatti che nel tempo sono stati prodotti non per mero scopo funzionale o artistico, ma anche come testimonianza di un modo di rappresentare il sentire della fede;
- in terzo luogo, il convincimento che i beni culturali, sapientemente adoperati, possono aprire spazi nuovi di promozione umana integrale e di sviluppo del senso identitario e del dialogo interculturale, oltre che generare benessere spirituale e materiale in un mondo travagliato da criticità la cui origine va ben oltre la sfera della finanza e dell’economia.
L’abbondanza e la qualità dei manufatti registrati possono appena far intuire lo spessore dei vescovi che si sono succeduti nell’arco di cinque secoli sulla cattedra neritina e alla cui committenza sono in massima parte riconducibili, talvolta superficialmente interpretate come espressione di una vanitosa e diffusa megalomania. Ma basta spulciare tra l’epistolario del vescovo Sanfelice o scorrere con cura il regolamento da lui dettato per la Biblioteca vescovile che aveva fondato e dotato per cogliere gli intendimenti e i modi di una pastorale sapiente, generosa e aderente ai tempi e ai bisogni del momento storico in cui ciascuno di loro è vissuto.
Ciò rende doppiamente prezioso il patrimonio illustrato dal Catalogo, che per questo rappresenta non un mero per quanto meritorio lavoro scientifico al servizio della cultura, ma un significativo documento della vita di una Chiesa dentro la quale il Vangelo si è fatto storia e la fede ha assunto le forme nobili della bellezza e dell’arte.
Ringrazio l’autore, la cui competenza scientifica pone un sigillo di garanzia sul lavoro svolto, e la Fondazione Terra d’Otranto che in diversi modo ha promosso e sostenuto la realizzazione di quest’opera.
*parroco della cattedrale, direttore dell’Uff.diocesano BBCC della diocesi di Nardò-Gallipoli