di Paolo Vincenti
Costantino Piemontese è uno di quegli artisti per i quali più che mai sembra appropriato l’aggettivo “poliedrico”: anzi, se fosse possibile, si direbbe che proprio pensando a lui questo termine sia stato coniato.
Classe 1953, artigiano della cartapesta, pittore, scrittore, organizzatore di cultura. “C’è un cuore che batte nel cuore di Lecce”, direi, parafrasando la nota canzone di Antonello Venditti: Costantino Piemontese ama la propria città e ne vive tutti gli aspetti, gli angoli poetici e nascosti, le bellezze come le discrasie, facilitato dal suo andar in bicicletta, più spesso a piedi, turista per scelta che sembra per caso, all’insegna dell’ecosolidarietà e del rispetto ambientale.
All’amore per i luoghi, infatti, e per Lecce in particolare, si legano molte delle sue battaglie civili, condotte insieme con il fratello gemello Beniamino, per dare testimonianza delle quali ci vorrebbe un’ulteriore trattazione.
E’ difficile scrivere più di poche righe su Costantino Piemontese, senza che salti fuori il nome del fratello gemello, e questo è un “destino”( per citare il titolo di un suo libro)che i gemelli conoscono bene e sul quale mi è capitato di intrattenermi più diffusamente con lo stesso autore, in una conversazione a metà fra il divertito e il filosofico. Fatto sta che da quando è nato, il percorso di Costantino intreccia inevitabilmente quello di Beniamino, sia nell’arte che nella vita privata.
Originario di Foggia, Costantino vive stabilmente a Lecce dal 1978. Da giovane, ai tempi dell’Università, vuole fare l’attore e lo scenografo; in effetti è coinvolto in diverse esperienze teatrali e fa parte anche del gruppo di animazione diretto dalla dott.ssa Rita Cappello, sociologa e musicoterapeuta.
Il 1977 è l’anno della svolta perché, insieme al fratello Beniamino, apre la bottega d’arte “I Messapi”, nel centro storico di Lecce, di fronte alla Basilica di Santa Croce. Un’esperienza formidabile, quella della cartapesta, che fa entrare di diritto Costantino fra i più rinomati maestri salentini di quest’arte antica e rappresentativa. Realizza maschere ed elementi scenografici per le più importanti compagnie teatrali e di danza del Salento e contemporaneamente porta avanti la sua passione per il teatro sociale con spettacolari rappresentazioni in giro per Lecce e il Salento.
Costantino è attore, voce recitante, regista, ideatore e “ragazzo di fatica”: si fa carico, insomma, di tutto quello che gira intorno a questa macchina così impegnativa che è il teatro vagante. Inizia anche la carriera di scrittore. Nel 2006 pubblica “Destino, il Libro dei Gemelli” (Editrice Salentina), raccolta di racconti d’infanzia scritti a quattro mani col gemello Beniamino, con Presentazioni di Gloria Fazia, Direttrice del Museo Civico di Foggia, Alessandro Laporta, Direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce e dell’editrice Grazia Manni. Interessanti le schede biografiche finali, da cui si ricava buona parte della carriera artistica dei due autori. Nel 2009 pubblica “Barocco per Duo – Romanzo contemporaneo”(Il Filo Editore), in copertina: “Carte barocche”, collage dello stesso Costantino Piemontese. Ha composto inoltre numerosi racconti e poesie che sono in attesa di essere pubblicate. Nel 2008 è stato regista del video “Edoardo!”, una sequenza di “Icone” inscenate dal fratello come affreschi della vita di De Candia, pittore naif morto poverissimo, tra i ruderi dell’Abbazia bizantina di San Salvatore assediati dalle ruspe. Costantino, infatti, è stato attivo in quel sodalizio culturale capeggiato da Antonio Verri, di cui faceva parte Maurizio Nocera, suo fraterno amico.
Ed è proprio grazie a Nocera che anch’io ho conosciuto i Piemontese, qualche anno fa, a Lecce, in occasione della pubblicazione di un mio libro su Maurizio Nocera. Insieme al fratello Beniamino, scrittore, musicista e operatore culturale, Costantino ha dato vita all’ “Osservatorio Torre di Belloluogo. Associazione Ideale Anna Maria Massari – Antonio Leonardo Verri – Marianna Casto – Giorgio Di Lecce – Luigi Mura”. Questa associazione prende il nome dall’omonimo complesso architettonico di Lecce (tanto amato anche da Verri), recentemente restaurato proprio grazie agli sforzi incessanti della famiglia Piemontese.
Tornando alla passione per la pittura di Costantino, il 30 aprile al Castello Carlo V di Lecce, è stata inaugurata la sua personale “La strada di casa” (che terminerà il 25 maggio), con presentazione critica di Maurizio Nocera, autore di un bellissimo articolo sull’arte di Costantino apparso su “Il Paese Nuovo on line” del 5 aprile 2013.
La mostra prende il titolo da una delle opere esposte. Ma “La strada di casa” è anche un brano musicale originale composto dal suo gemello Beniamino ed eseguito dallo stesso autore con la sua Cornetta in Mi b (Flicornino sopranino) e dedicato alla Personale di Pittura del fratello. In rete, si può vedere il Maestro Beniamino Piemontese eseguire questo brano presso la Torre di Belloluogo. Costantino infatti, è molto presente sulla rete, con un sito on line veramente ricco: www.Messapi.info, curato da Beniamino. Sul sito, oltre alle attività artistiche, sue e di Beniamino, trovano spazio le numerose battaglie sociali e politiche condotte con il fratello, attraverso l’attività dell’Osservatorio Torre di Belloluogo, con numerosi filmati e fotografie ad opera dei due gemelli. Anch’io ho visitato la mostra “La strada di casa” al Castello Carlo V, ed ho avuto il privilegio di ascoltare dalla viva voce del suo autore le ragioni intime, essenziali, profonde, che sono alla base di questa mostra e del suo titolo bello ed evocativo.
Mi ha raccontato di personaggi, alcuni fantastici, altri reali, e di fatti, incontri, esperienze di vita vissuta, libri, memorie che ora, “riportando tutto a casa”, come nel famoso album di Bob Dylan ( o come direbbe pure lo scrittore Nicola Lagioia), lo hanno indotto a ripercorrere quella strada. Costantino è un animo puro, se così posso dire, incorrotto, che sa ancora stupirsi ed indignarsi, capace di raccontarti per ore di un episodio anche minimo che ha colpito il suo immaginario. E questo coltivar stupori lo si ritrova nella sua pittura. Così lievi, delicati, i suoi pastelli, che fanno pensare davvero a quell’aerea leggerezza che solo un cuore bambino può avere: un cuore che si fa trasportare sulle ali della fantasia in volo su quelle contrade spesso riarse e rocciose, a volte aduggiate di ombre, scabre e massicce ma anche colorate e profumate che sono “le strade di casa”. Questi sono i sentieri della nostalgia, quella per il tempo perduto, quella di una primavera ormai sfiorita ma viva nel ricordo. “ C’è una strada che ti porta via da casa, ed una che ti ri-porta a casa. Sono entrambe la mia strada di casa”, mi dice Costantino, “perché non ci sarebbe una senza l’altra, e non ci sarebbe la casa che amiamo, se non ci fosse quell’altrove che abbiamo scoperto da soli, magari col cuore che ci batteva forte per il timore, la paura, l’ansia… che ci hanno però guidato e accompagnato nella scoperta dei nostri luoghi, e che hanno fornito alla nostra mente ed alla nostra anima il desiderio di tornare a casa. O, almeno, di cercarla o ricercarla, altrove”.
Uno stile lineare, il suo, con il quale ritrae alberi e paiare, camminamenti e strettoie, il mare di questa nostra terra e tutto sembra adombrato da una inconsistente ma pervadente malinconia. Dopo la visita alla sua personale, sentendomi ancora carezzato dai suoi colori rarefatti e caldi, con mille discorsi cominciati e da proseguire, rivolgo fra me e me una preghiera alle Muse perché possano conservarci chi, con la penna o la fotocamera, col pennello o con uno strumento musicale, sa con la sua arte regalarci emozioni.