CONVEGNO di NARDO’ del 31 maggio e 1° giugno 2013
Dalla chiesa abbaziale alla chiesa cattedrale
Nardò- Sala Roma (di fronte alla cattedrale). Iscrizione e partecipazione gratuita.
31 maggio 2013 Venerdì ore 9,00 –
1^ Sessione
– Indirizzi di saluto (vescovo, sindaco, presidente della provincia, etc.)
–Incipit: don Giuliano Santantonio, parroco della Cattedrale di Nardò.
Presiede Mario Spedicato (Università del Salento)
Relazioni:
-Benedetto Vetere (Università del Salento), La cattedra vescovile e la bolla d’istituzione
–Rosario Jurlaro, (Decano Emerito dei Bibliotecari Pugliesi), La presunta bolla di papa Paolo I del 761
–Francesco Panarelli (Università della Basilicata), L’abbazia di Santa Maria di Nardò, una storia istituzionale
–Pietro De Leo (Università della Calabria), Dall’ora et labora alla cura fidelium: vescovi neritini paesani e forestieri tra XV e XVI secolo
–Giancarlo Vallone (Università del Salento), I prodigi dell’antiquaria e due vescovi galatinesi di Nardò
31 maggio 2013 Venerdì ore 16, 00
2^ Sessione
Presiede Rosario Coluccia (Università del Salento)
Relazioni:
-Pasquale Corsi (Università di Bari), Le comunità ellenofone del Salento nel Medioevo.
-Mons. Louis Duval-Arnould (Biblioteca Apostolica Vaticana), Les communautés de moines et chanoines au moyen âge: le cas de Sainte-Marie de Nardò.
-André Jacob (Università di Chieti), Le diocesi di Gallipoli e Nardò tra Greci e Latini.
-Maria Domenica Muci (Università di Lecce), Il copista Giovanni di Nardò e la diffusione dei Tria Syntagmata di Nicola-Nettario di Casole.
-Anna Gaspari (Antonianum, Roma), Greci e francescani nel Salento tardomedievale, con particolare riferimento alla diocesi di Nardò.
-Mons. Michel Berger (Pontificio Istituto Orientale, Roma,), La cripta dell’Arcangelo a Copertino e l’arte bizantina nelle diocesi di Nardò e Gallipoli.
-Roberta Durante (Università di Udine), La cripta di Sant’Antonio nell’agro di Nardò.
-Patrizia Durante (Conservatorio di Lecce), Gaudeat Ecclesia. Tradizione musicale francescana in diocesi di Nardò tra Medioevo ed Età moderna.
1 giugno 2013 Sabato ore 9,00
3^ Sessione
Presiede Benedetto Vetere (Università del Salento)
Relazioni:
–Francesco Danieli (Università del Salento), Catechesi tridentine a Nardò nella pittura di Donato Antonio D’Orlando.
-Maria Rosaria Tamblè (Archivio di Stato di Lecce), La primavera tridentina e l’episcopato di Ambrogio Salvio: 1569-1567.
Maria Luisa Tacelli (Università del Salento), Cesare Bovio, un vescovo post-tridentino
–Vittorio Zacchino (Società di Storia Patria), Antonio de Ferrariis Galateo e sue relazioni con i vescovi neretini
-Giovanni Giangreco (Sovrintendenza Beni Architettonici e Artistici della Puglia), La fabbrica della Cattedrale di Nardò.
-Giancarlo De Pascalis (Università del Salento) La Cattedrale di Nardò e il tessuto urbano: modelli e confronti.
–Paolo Vetrugno (Università del Salento), Classicità e classicismo nella scultura neritina del Cinquecento
Non basta mai alimentare l’amore per la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura, il cammino di progresso fatto nell’arco degli anni da chi ci ha preceduto.Queste iniziative, supportate e sorrette da insigni studiosi, sevono a risvegliare il gusto della conoscenza di quel che siamo, di quel che sono stati i nostri padri, di quello che hanno prodotto le loro menti più geniali e feconde e di cui possiamo sentire dentro di noi, orgoglio di retaggio.
Lo studio della storia dell’arte e dell’architettura salentina, come sappiamo, non può prescindere dai contatti che questa terra ha sempre stabilito con altre popolazioni. I poteri e i dominatori che si sono alternati, non sono mai riusciti a controllare i segni che hanno sempre viaggiato indisturbati. Ma, nascosti tra essi, si annidavano gli dèi antichi. L’Orfeo assiso tra i profeti diventa il Cristo tra gli apostoli, le vittorie alate scolpite sugli archi di trionfo diventano arcangeli e i putti nei girali, eterne forze vitalistiche, potenziale primigenio della natura, diventano cherubini giocosi e barocchi. Si ruotano anche i templi con catini absidali a est (adoratori del sole!?). Intorno al XV – XVI secolo, i tanti flussi commerciali, gli scambi, le dominazioni, gli eserciti, le rotte navali, le vie dei pellegrini, gli ordini monastici, le città in costruzione, polarizzavano uomini, razze, merci, oggetti, tesori, avori, arredi sacri, documenti. Innumerevoli artisti ‘orientati’ dai paesaggi ancora tutti da edificare, assecondavano l’intento persuasivo e la facile comunicabilità dei messaggi artistico-religiosi. Fenomeno ulteriore, ed a volte, determinante motivo di trasformazione ed evoluzione socio economica di interi territori a conferma dell’intensa e fitta rete di relazioni esistenti. Il Salento, come si evince tra le righe della storia, non è mai stato terra ‘al margine’, ma colto e sapiente selezionatore, un esemplare ‘traduttore’ (inteso alla maniera di W. Benjamin, nell’Angelus Novus) quindi, a sua volta, autore originale e consapevole. Giovanni XXIII, nel caso della Bolla del 1413, dunque, non fece altro che ‘ratificare’ amministrativamente la presenza di una già potente, diocesi che a differenza di altre, era molto più ricca e culturalmente capace di parlare lingue diverse afferenti a dèi condivisi, ben ‘radicati’ e riconosciuti, nella continuità tra la natura e gli uomini. Un equilibrio fra tradizioni e religione, sofisticato e tanto complesso che, già questo, consisteva nella manifestazione chiara del ‘divino’. La ‘convivenza’, su questa terra era un’ottima suggeritrice della grandezza, e della presenza di un ordine superiore delle cose. L’opera forzatamente ‘moralizzante’, invece disciplinò metodi e modi di latinizzazione, propagatisi forse un po’ troppo velocemente. La forte, ma fisiologica ‘resistenza’, allora, dette modo ai ‘colonizzatori’ di identificare (gioco facile del potere) queste terre come marginali e, ‘faticoso’ spazio, di conquista.
Ottima l’idea, quella di un Convegno di studi. Saremo tutti attenti, alle relazioni che si susseguiranno in questo fine settimana di storia, a Nardò.