di Armando Polito
Sono grato agli amici collaboratori di questo sito perché mi offrono l’occasione di sapere di più ma anche di correggere qualche affermazione che sarebbe eufemistico definire azzardata. Il più delle volte si tratta, come ho avuto più di una volta occasione di dimostrare, di errori traslati da quello strumento meraviglioso ma pericolosissimo che è la rete. La gratitudine di oggi va ad Antonio Bruno ed al suo post Tutto sulla fragola. Parola di agronomo1 dell’11 marzo di due anni fa, ma soprattutto a Raffaella Verdesca che con il suo recentissimo commento mi ha dolcemente costretto alla lettura di un post, molto interessante come tutti quelli di Antonio, che a suo tempo mi era inspiegabilmente sfuggito.
Il nome fragola deriva dal latino “fragrant”, cioè fragrante, per la sensazione gustativa che ci ricorda il frutto mentre “vesca” nella lingua latina significa molle.
Tutto è partito da quel fragrant che in latino non esiste. Potevo accontentarmi di pensare che fosse stato (come in effetti è) un veniale errore di battitura per fragrans? Certamente no perché, forse per sopravvivente deformazione professionale e basilare principio didattico, l’errore, compreso il mio, non ha suscitato mai il mio interesse quanto la ricerca della sua origine, sicché ho sempre considerato un povero disgraziato quel docente che si limitava e si limita a contrassegnare gli errori, sia pure con un tratto dal colore diverso e di procedere, poi, ad un semplice calcolo aritmetico per determinare il voto. Figuratevi cosa penso di chi ancora continua, per giunta pagato profumatamente con i soldi del contribuente, a sfornare quiz e ancor più dell’idiota che supinamente continua a somministrarli …
Fragola è dal latino medioevale fràgula.
Ecco il lemma com’è riportato nel Du cange, Glossarium mediae et infimae Latinitatis, Favre, Niort, 1884, tomo III, pag. 586:
(FRAGULA, in italiano Fragola, Fraga. Inventario manoscritto tema della Sede Apostolica anno 1295: Parimenti 15 fragole di oro e 3 piccoli castoni per perle ed un piccolo bottone).
Il suffisso –ula ha un valore diminutivo, per cui ecco a pag. 585 il lemma relativo al nome primitivo fraga:
(FRAGA, Carta di Alfonso Imperatore di Spagna dell’anno 1162 presso Antonio de Yepez nella Cronaca di S. Benedetto tomo 7: E tutta la Fraga con oliveto fino a quel confine dove il lor entra nel Sile. Campo forse coltivato a fragole. Infatti gli Spagnoli chiamano fragras le fragole).
La voce medioevale femminile fraga a sua volta è la continuazione, con assunzione di valore collettivo, della classica fraga, neutro plurale di fragum, attestato solo in due passi di Plinio: Altro corpo hanno le fragole terrestri e altro il corbezzolo dal medesimo aspetto, unico frutto che nasce simile a quello di terra2; Seguono le erbe che nascono spontaneamente, che molti paesi usano nei cibi, soprattutto l’Egitto, terra certamente fertilissima di messi ma che potrebbe farne quasi a meno, tanta è l’abbondanza di erbe che si mangiano. In Italia ne conosciamo pochissime: le fragole, il tanno, il rusco …3
Sicuramente al primo passo pliniano s’ispirò Linneo nel dare il nome di Fragum unedo (alla lettera: fragola corbezzolo) al bivalve in basso riprodotto.
Forma aggettivale moderna da fraga è la prima parte del nome dato alla fragola da Linneo (Fragaria). Non condivido affatto la proposta etimologica che si legge in http://www.actaplantarum.org/acta/etimologia.php?p=1&o=1&n=f secondo la quale fragum deriverebbe da “frago=profumo”.
Siamo alle solite invenzioni: frago in latino non esiste, esiste fragro, prima persona singolare del presente indicativo di fragrare=profumare (da cui l’italiano letterario fragrare e i derivati fragrante e fragranza).
Il bello è che nella stessa pagina le precedenti due righe riportano correttamente “fragrans=fragante, odoroso” e “fragrantissimus=superlativo di fragrans=fragrante odoroso; fragrantissimo”.
Dopo aver detto che molto probabilmente il fragrant è figlio di questo fragrans (dunque l’unica colpa veniale dell’autore del post è l’aver letto, più probabilmente battuto, –t per –s, mentre è ancor più veniale l’essersi fidato dell’informazione assunta dal sito prima indicato) mi avvierò rapidamente alla conclusione.
Ancora una volta etimologi improvvisati4 suggestionati da un aggancio semantico hanno mandato a quel paese la fonologia: quella –r– in più che fragro presenta rispetto al presunto frago non conta nulla?
Conta, conta, tant’è che se è scientificamente impossibile associare la voce all’idea della fragranza è assolutamente legittimo associarla a quella della tenerezza e, dunque della fragilità. E frag-/freg– è la radice del latino frango/frangis/fregi/fractum/fràngere. Il lettore noterà come nel paradigma appena riportato il tema delle prime due voci e dell’ultima (rispettivamente prima e seconda singolare del presente indicativo e infinito presente) frang– presenta rispetto a quello delle altre (rispettivamente prima persona singolare del perfetto indicativo e supino) freg– e frac– un infisso nasale, il che conferma che la radice è frag-. Non è un fenomeno isolato e darò due soli altri esempi: tango/tangis/tètigi/tactum/tàngere e pango/pangis/panxi o pèpigi/panctum o pactum/pàngere (da notare nel secondo esempio le forme panxi e panctum con infisso alternative a quelle senza).
Vesca, perciò, non farebbe altro che ribadire il concetto di tenerezza presente in fragaria e, siccome l’aggettivo vescus/a/um prima ancora che tenero significa che consuma, che corrode, magro, senza appetito, esso appare collegato in assoluta coerenza semantica e fonetica al verbo vesci=mangiare. E lo slittamento di vescus dagli originari significati attivi (che consuma, che corrode) a quelli passivi (senza appetito, magro, tenero) non esclude che in vesca ci sia da cogliere pure un riferimento alla commestibilità che, come tutti sanno, è resa più agevole dalla tenerezza.
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1 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/03/11/tutto-sulla-fragola-parola-di-agronomo/#comment-5842
2 Naturalis historia, XV, 28: Aliud corpus est terrestribus fragis, aliud congeneri eorum unedoni, quod solum pomum simile fructui terrae gignitur.
3 Op. cit., XXI, 50: Sequuntur herbae sponte nascentes, quibus pleraeque gentium utuntur in cibis, maximeque Aegyptus, frugum quidem fertilissima, sed ut prope sola iis carere possit: tanta est ciborum ex herbis abundantia. In Italia paucissimas novimus: fraga, tamnum, ruscum …
4 Meno grave è quanto si legge in https://it.wiktionary.org/wiki/fragola
cioè che fragola deriva “dal latino parlato frägula(m), diminutivo di frägum, fragola”. Abbiamo visto come fràgula sia attestato nel latino medioevale.