di Oreste Caroppo
HO LA PELLE D’OCA!
Ore 3.50 della notte del 15 aprile 2013, stavo andando a dormire, e trovo la porta che da in strada aperta, l’avevo lasciata aperta rientrando nottetempo, anche per fare circolare un po’ l’aria, ed ecco che magicamente mi richiama fuori quel suono magico tanto atteso, proprio in quell’ istante, come per un appuntamento prefissato. Erano loro, le mie Gru nel cielo, forti i loro richiami in volo, e con il cuore in gola ad ascoltarle a guardare nel buio della notte, coprendo la luce dell’alto lampione con la mano, la strada deserta e il loro eco che echeggia sui muri delle case, ed io piano quasi a seguirle per alcuni metri, non vedendole ma sentendo nell’affievolirsi del suono la loro direzione di volo volta verso Nord …
E’ dunque la mia casa in Maglie (Lecce), tra la Chiesa del Sacro Cuore e quella della Madonna della Scala e dell’ Ospedale, esattamente su una ben precisa e fissa rotta migratoria di questo clan di Gru, che ad ogni stagione, con i nuovi nati, si tramanda questo percorso sui cieli del Salento!
Qualcosa di così raro, di così magico, che dopo averlo scritto, quasi non mi pare vero, un sogno … eppure era realtà, e come avvenuto negli anni scorsi non mi meraviglierei se ora dalla zona giungessero foto e altre visive diurne segnalazioni delle Gru, oggi qui nel loro passo migratorio primaverile!
Oreste il tuo diario quotidiano è ricolmo di sentimenti spesi in favore della bellezza della Natura.
In tutte le sue manifestazioni, in tutte le sfumature con cui esalti dettagli per dare voce a creature viventi, sai leggere “oltre” e interpretare e raccontare e dipingere la Natura nel suo evolversi, per condividerne le meraviglie.
In ogni tuo scritto emerge l’inno alla vita che ci circonda, la sua sacralità, trasformandolo in una preghiera recitata a tutti noi, affinchè nessuno agisca per oltraggiarla.
Grazie Oreste.
Condivido perfettamente con la gentile signora Bissoli