Paolo Vincenti, Paolo Vincenti, giornalista e scrittore, vive a Ruffano (Lecce). Suoi testi sono presenti su svariate riviste salentine e sul web. Ha pubblicato: L’orologio a cucù (Good times), I poeti de L’uomo e il Mare (Tuglie 2007) –A volo d’arsapo ( Note bio-bibliografiche su Maurizio Nocera), Il Raggio Verde ( Lecce 2008) – Prove di scrittura, plaquette, Agave Edizioni ( Tuglie 2008) – Di Parabita e di Parabitani, Il Laboratorio (Parabita 2008) – Danze moderne ( I tempi cambiano), Agave Edizioni (Tuglie 2008) – Salve. Incontri, tempi e luoghi, Edizioni Dell’Iride (Tricase 2009) – Di tanto tempo (Questi sono i giorni), Pensa Editore 2010. La bottega del rigattiere (Lupo editore 2012).
Ha scritto di lui Sergio Torsello:
“Paolo Vincenti è un giovane autore salentino, uno dei più interessanti della generazione che ha appena oltrepassato i trenta. Capace come pochi di coltivare diversi registri stilistici: dal giornalismo alla storia locale, dalla poesia alla prosa. Un’attività multiforme, la sua, che si è riversata negli anni in una moltitudine di articoli – recensioni, profili di personaggi illustri del passato e anche viventi, qualche saggio, un volumetto di narrativa – a testimonianza della sua costante tendenza verso una modalità di scrittura sempre in bilico tra cronaca culturale, dettato poetico, sconfinamento nei territori dell’immaginario. […] colpisce il particolarissimo stile di scrittura dell’autore sempre oscillante tra elzerivo, reportage, cronaca, storia, invenzione creativa. E’ come se in questa affabulazione ossessiva, frammentata, animata da una passione divorante e febbricitante, l’autore non cerchi tanto l’affermazione di sé, quanto il tentativo di dare conto ( e voce) alle molteplici declinazioni espressive della cultura salentina, da quelle “minori” a quelle che hanno già conquistato le vette di una notorietà non effimera. Un cartografo dell’esistente e di memorie perdute, insomma, l’archivista di mille storie e di mille vicende. La scrittura come catalogazione infinita, strumento salvifico( per sé e per gli altri) , eterno presente che tutto richiama in vita e consegna al futuro. […] Ecco: Vincenti mi sembra uno degli epigoni di una nuova leva di studiosi, giornalisti, poeti, scrittori, operatori culturali, che nasce per filiazione diretta da quella “generazione stupenda” dei Verri, dei Toma, degli Errico, dei Nocera e di tanti altri che qui sarebbe troppo lungo elencare. Vincenti – un po’ Verri e un po’ Ennio Bonea, che recensiva tutto il possibile, dalle riviste patinate ai fogli di paese perché anch’essi significativi del dinamismo culturale di una provincia – ne è uno dei più promettenti eredi. Una personalità destinata senz’altro ad arricchire il complesso e multiforme panorama della produzione culturale salentina.”