di Nicola Fasano
Il Museo Diocesano di Taranto, inaugurato nel 2011, diretto con passione da Don Francesco Simone e gestito dalla cooperativa Custodes Artis, costituita da giovani qualificati, continua a riservarci molte sorprese.
Il museo organizzato in sezioni, presenta in quella dedicata agli arcivescovi, e più precisamente nella saletta dedicata a Ferdinando Bernardi, oltre al rarissimo tessuto in bisso con la raffigurazione del Buon Pastore realizzato negli anni ‘30 del Novecento da Rita Del Bene e donato alla diocesi, un ritratto dello stesso arcivescovo (mis.70 x 61) di elevata fattura.
La firma inconfondibile in basso a destra, ci rivela l’autore dell’opera: Riccardo Tota. L’artista (Andria 1899 – Napoli 1998), formatosi presso l’Accademia di Belle Arti a Roma con docenti quali Camillo Innocenti e Giulio Bargellin, era specializzato nella ritrattistica (come conferma il nostro dipinto), nella pittura di paesaggio, riprendendo la tradizione pugliese che ha visto in De Nittis il suo maggiore esponente, e nell’illustrazione rivolta soprattutto a testi scolastici e per l’infanzia, come ad esempio il Pinocchio di Collodi.
Bernardi è ritratto a mezzobusto in abiti vescovili, con straordinaria forza introspettiva e sapiente taglio fotografico. Il volto di una intensa vivezza espressiva è colto con un leggero abbozzo di sorriso, quasi di compiacimento, e una realistica intensità nello sguardo, rafforzata dai riflessi bianchi nelle pupille, e da piccole rughe che gli solcano le borse sotto gli occhi. Un tenue accenno di chiaroscuro lambisce la parte sinistra del volto modellandolo plasticamente; l’incipiente calvizie è resa con crudo naturalismo da una luce proveniente dalla destra dell’Arcivescovo, mentre un timido rossore ne ravviva il volto. Il fondo neutro e la posa a trequarti rende più dinamica la composizione.
Molto probabilmente il ritratto realizzato da Tota, risale ai primissimi anni ‘30 del Novecento, quando l’Arcivescovo di origini piemontesi si insediò sulla Cattedra di Andria ed era naturale che l’artista nativo del posto, si offrisse per realizzare un ritratto della maggiore personalità religiosa.
Successivamente Bernardi avrà portato questo superbo ritratto a Taranto, quando prese possesso della cattedra. A conferma di quanto detto, l’alto prelato dimostra un aspetto fresco e giovanile di età non superiore a 60 anni, non ancora imbolsito dall’avanzare dell’età.
Ma chi era Ferdinando Bernardi? Nato a Castiglione Torinese il 10 luglio del 1874, fu nominato vescovo di Andria nel 1931 e il 21 gennaio del 1935 da Papa Pio XI, Vescovo di Taranto. Si distinse per la sua intensa attività pastorale, in particolare si segnala nel 1937 il primo congresso eucaristico diocesano. Nelle attività del congresso, Bernardi, accogliendo un’idea dell’Avvocato Pasquale Imperatrice, costituì nel mese di gennaio un apposito comitato per la realizzazione della storica Prima Mostra Ionica di Arte Sacra. Esposizione che vedeva nel comitato scientifico l’allora direttore del Reale Museo Nazionale di Taranto, l’Onorevole Milziade Magnini, personalità di spicco del Fascismo, Monsignor Giuseppe Blandamura, insigne storico della chiesa tarantina, Vito Forleo, Mario D’Orsi, etc. Nel Palazzo del Governo dove si tenne la mostra, vennero esposte opere dell’Olivieri, del Giaquinto, del Carella, di Luca Giordano e dei Fracanzano, solo per fare qualche nome.
Tornando all’attività di Bernardi, bisogna sottolineare la sua spiccata generosità e il suo altruismo nel mettere a disposizione l’Episcopio, durante il delicato periodo bellico, come centro di informazioni per i prigionieri e i dispersi di guerra, direttamente collegato con l’omonimo ufficio del Vaticano. Nel difficile dopoguerra portò assistenza e conforto ai poveri, agli sfollati e alle tante vittime della atroce guerra. Con lungimirante vaticinio, capendo l’espansione della città sul versante orientale, con la costruzione di nuovi quartieri, fece costruire nuove chiese tra le quali va segnalata quella di Sant’Antonio. Dal 1952 le sue condizioni di salute cominciarono a peggiore, tant’è che un giovane Monsignore Guglielmo Motolese venne consacrato Vescovo e ordinato suo vicario per amministrare la diocesi. Dopo un lungo calvario Bernardi si spense il 18 novembre del 1961. Tornando al nostro dipinto, possiamo osservare la tavolozza imbevuta di luce e la purezza nel colore, segno distintivo del pittore, il quale risponde ad una ritrattistica ufficiale e come tale mette da parte quel tratto rarefatto che lo contraddistingue negli anni ‘30.
Questa mia personale scoperta, cade proprio durante lo svolgimento di un’importante mostra sul pittore, tuttora in corso, allestita nella Pinacoteca Provinciale di Bari ed organizzata dalla direttrice Clara Gelao, che si è avvalsa di un’equipe di studiosi. L’esposizione che gode dell’Alto Patronato del Capo dello Stato e del finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia., è stata inaugurata il 14 dicembre del 2012 e si concluderà il 30 aprile 2013.