Breve excursus storico sulla professione della Guida Turistica:
Cicerone, Sacerdote, Accompagnatore, Servitore di Piazza, Corriere, Mestiere Girovago
di Daniela Bacca*
La Guida Turistica è una delle professioni tra le più affascinanti ed antiche del Mondo. Per molto tempo venne conosciuta con il soprannome di Cicerone, il cui termine si diffuse in Europa nel Settecento, molto probabilmente per la comparazione tra l’eloquenza dell’oratore latino Marco Tullio Cicerone e la parlantina delle guide improvvisate locali che accompagnavano i visitatori nei siti archeologici di Roma, decantandone le meraviglie monumentali e storiche. Inoltre questo confronto pare che nasca in riferimento non solo per le abili attitudini e conoscenze che portarono Cicerone ad essere avvocato, filosofo, scrittore e politico, ma anche per alcuni passi delle sue opere in cui egli descrive con grande cura narrativa il suo viaggio in Grecia ed Asia Minore. Egli stesso, affermando che la storia è “vita della memoria”, ha incentivato a sentirci ed eredi del nostro patrimonio ed a tramandarlo alle presenti e future generazioni. A tal proposito, secondo un’ interpretazione positiva, il termine Cicerone indica una persona “colta, sapiente ed in grado di raccontare vicende del passato ma anche tradizioni ed aspetti della cultura”.
La nascita e la storia della “guida turistica” è nella genesi del viaggio. Nel mondo greco, ad esempio, quando si doveva visitare una città caratterizzata da importanti testimonianze artistiche ed architetture e da luoghi carichi di storia ed emblematiche vicende, ci si rivolgeva ai Sacerdoti che, più colti e preparati rispetto a molte atre persone, potevano narrare eventi, miti e significati di una località. Nel Medioevo, i tantissimi pellegrini che si incamminarono verso i santuari ed i luoghi di culto avevano con se accompagnatori locali in grado di far conoscere ai viaggiatori religiosi le giuste direzioni, siti specifici, itinerari spirituali, notizie ed eventi legati alla storia ed ai riti. La figura della guida turistica, per diverso tempo associata anche al ruolo dell’accompagnatore, fu prevista anticamente dal diritto mercantile e trovò una prima definizione giuridica nel XIV secolo; infatti, in occasione del Giubileo, la Santa Sede emanò un editto con il quale autorizzava alcune persone ad assistere ed accompagnare i pellegrini che giungevano a Roma.
Nel Seicento il marchese Vincenzo Giustiniani, pronto e generoso nel dispensare raccomandazioni e suggerimenti per aspiranti viaggiatori, li consigliava dicendo: “assoldate una guida se volete vedere tutto ciò che val pena di vedere”. Molto spesso, ad indicare i luoghi, i monumenti ed i percorsi più interessanti e caratteristici di una specifica realtà territoriali era la gente comune del posto. Il Giustiniani esortava i turisti a rivolgersi, infatti, ai Padroni e Garzoni dell’alloggiamento per essere informati sulle “cose notabili del luogo che son degne di essere vedute”. Non tutti, però, si accontentavano delle indicazioni e delle notizie che davano osti e camerieri, ma prendevano a noleggio una carrozza per girare la città e i luoghi limitrofi, ed ingaggiavano un Accompagnatore capace di condurli nell’osservazione e narrazione dei monumenti e paesaggi più rappresentavi ed ammalianti. Talvolta era anche lo stesso Cocchiere ad assolvere la funzione di guida turistica.
Fu soprattutto nel Settecento e nell’Ottocento che si sviluppò la professione della “guida turistica”; in quei secoli si diffuse la moda del Grand Tour, il viaggio in giro per l’Europa, che compivano i giovani di buona famiglia per accrescere la propria cultura ed esperienza di vita. Jean-Jacques Rousseau, con le sue riflessioni sul viaggio, incoraggiò e sensibilizzò i giovani turisti ad affiancarsi all’accompagnatore culturale locale, osservando che: “Per istruirsi non basta percorrere i paesi: bisogna saper viaggiare. Per osservare, bisogna avere occhi e rivolgerli all’oggetto che si vuole conoscere”. Il Grand Tour del XVIII secolo richiedeva la presenza di persone specializzate che potessero e sapessero aiutare il viaggiatore in ogni situazione difficoltosa e quotidiana; tra queste si ricorda quella dell’ ”Avantcourier”, il cui compito era di cavalcare a buon galoppo dinanzi alla carrozza, consigliare i luoghi da visitare ed anche i siti non conosciuti e preclusi al popolo. A questa figura si aggiungeva anche quella nuova del “Bear Leader”, un “accompagnatore” a cui veniva affidato il ragazzo borghese durante il suo viaggio culturale; spesso la scelta cadeva su un giovane studioso che doveva vigilare sul viaggiatore e conoscere una lingua straniera.
Quando nel 1800 in Italia si diffuse il mestiere della guida turistica (si pensi che nel 1871 a Napoli erano 40 persone ad esercitarla), nacquero apposite leggi che vollero regolamentare i requisiti e le attività dei “ciceroni”, degli “accompagnatori” e dei “corrieri”. In alcune regioni i “ciceroni” dei forestieri erano appellati, a quei tempi, anche come “Servitori di Piazza”.
La prima legge riguardante le guide turistiche fu emanata dallo Stato Pontificio nella prima metà dell’800 e successivamente riconosciuta come figura professionale anche dal Regno d’Italia. Il Regio Decreto 18 giugno 1931, n.773, “Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza”, con l’ art.123, inserisce “le guide, gli interpreti, i corrieri e i portatori alpini” nei “mestieri girovaghi”, e stabilisce che questi devono ottenere la licenza del questore, che “può essere negata a chi ha riportato condanne per reati contro la moralità pubblica i il buon costume”.
Nel Novecento, in contesto internazionale, significativo fu il ruolo di Erna Fergusson che dal 1921 organizzò visite guidate nel New Mexico, fondando la Compagnia di Viaggi “Koshare Tours”ed ideò la figura delle guide turistiche donne, denominate “Couriers”, occupandosi della loro formazione ed assunzione. Munite di una divisa in stile southwestern, le giovani corrieri dovevano essere “sufficientemente intelligenti da imparare molti fatti relativi a questa terra e da presentarli in modo da interessare i viaggiatori intelligenti. Vengono selezionate anche tenendo conto della conoscenza dei luoghi, dello spagnolo e di qualsiasi altra conoscenza o abilità particolare che le aiuti a presentare questa terra in modo adeguato”.
In Italia, le visite guidate proliferarono nell’ambito del « sabato fascista », in particolar modo nel centro storico di Roma imperiale, con lo scopo di diffondere nella gente la conoscenza e la consapevolezza della grandezza dell’antica capitale dell’Impero.
* socio dell’Associazione Guide Turistiche Regionali di Puglia
Grazie….un bellissimo articolo in tutti i sensi.
Complimenti per l’articolo. Dopo averlo letto sono sempre più orgogliosa di esercitare la professione di Guida Turistica. Auguri e buon lavoro a tutti i colleghi!
Davvero un interessante excursus sulla figura della guida turistica, grazie!