di Paolo Vincenti
Il 14 febbraio si rinnova la festa di San Valentino.
San Valentino, nato nel 176 d.C. circa, fu consacrato bescovo di Terni, di cui oggi è protettore, nel 197. E’ considerato dalla tradizione popolare il fondatore della comunità cristiana di Terni e il suo primo vescovo. Perseguitato per la sua fede cristiana, sotto l’Imperatore Aureliano, fu martirizzato il 14 febbraio del 273 circa. Dopo essere stato decapitato, il suo corpo fu trasportato da Roma a Terni, dove fu sepolto sulla Via Flaminia. Sulla collina dove egli fu seppellito, in seguito, fu eretto, in suo onore, un primo oratorio e, successivamente, la grande basilica a cinque navate, che ha subito molti rimaneggiamenti nel corso del Medioevo, nella quale ancora oggi sono conservate le reliquie del Santo.
Presso la tomba di San Valentino, nel 752, avvenne lo storico incontro di pace fra il papa Zaccaria e l’invasore Liutprando, re dei Longobardi. La basilica fu completamente riedificata nel 1630 e fu costruito l’annesso convento dei Carmelitani, chiamati a Terni per promuovere il culto del Santo. Le reliquie del vescovo, nella basilica di San Valentino, sono conservate in una statua d’argento che si trova dietro una grande teca di cristallo, dove, a grandi lettere, si legge: “San Valentino, patrono dell’amore”.
Molte sono le leggende fiorite sulla sua vita. Una delle più belle narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, incontrò una bella ragazza di nome Serapia, della quale si innamorò follemente. Purtroppo Sabino, che era pagano, non ottenne il permesso di sposare Serapia dalla famiglia di lei, che era di fede cristiana. Per superare quest’ostacolo, Serapia suggerì al suo amato di recarsi dal loro vescovo Valentino, per ricevere il battesimo e potere così convertirsi alla religione cristiana. In questo modo, la famiglia di lei avrebbe accolto Sabino. Purtroppo, prima ancora che il giovane potesse essere battezzato, Serapia si ammalò di tisi e nel giro di poco fu in fin di vita. Valentino fu chiamato al capezzale della fanciulla, la quale gli manifestò tutto il proprio amore per Sabino; così anche Sabino chiese di essere battezzato e supplicò Valentino di unirlo alla sua amata in matrimonio. Valentino celebrò in tutta fretta il matrimonio ma, mentre levava le mani in alto per la benedizione, il sonno eterno scese ad avvolgere i due giovani, che furono così uniti per sempre.
L’origine della festa di San Valentino si deve probabilmente al tentativo della Chiesa di arginare un rito pagano. Nel V secolo d.C. , infatti, la Chiesa, per porre fine al culto del dio Lupercus, che veniva festeggiato in febbraio ed era considerato portatore di fertilità, indicò Valentino come protettore degli innamorati.
La data che fu scelta per festeggiare il Santo fu quella della sua morte, il 14 febbraio. Nell’antica Roma, infatti, nella prima metà di febbraio, si tenevano i “Lupercali”, feste dedicate al dio Luperco, che si riteneva fosse il protettore delle greggi dall’assalto dei lupi. I Lupercali si tenevano nei pressi della grotta sacra a Luperco, che si trovava ai piedi del Palatino, ed era la grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo. Durante queste feste, i sacerdoti del dio, i “luperci”, rivestiti solo con delle pelli degli animali sacrificati, correvano per la città e sferzavano con le loro verghe,che erano delle sottili strisce ricavate dalla pelle degli animali stessi ed erano chiamate “februae” (da cui una possibile etimologia per “febbraio”), le donne fertili che, una volta colpite, sarebbero state fecondate entro l’anno. Tutte le celebrazioni a Roma si svolgevano in periodi particolari, sempre legati ai ritmi della terra e della vita agricola, per propiziare qualche evento particolare. Quella dei Lupercali era una festa tesa a propiziare la fecondità della terra, ma anche degli animali e degli uomini, alle porte della primavera, quando tutta la natura si risveglia. In un secondo momento, quando la religione romana venne, in un certo senso, addomesticata, perdendo il suo carattere primitivo troppo cruento e selvaggio, durante il rito, veniva allestita una grande urna nella quale le donne che erano in cerca di marito depositavano dei bigliettini su cui scrivevano il proprio nome, ed altrettanto facevano gli uomini. Si procedeva poi ad una estrazione e il nome di ciascuna donna veniva accoppiato a quello di un uomo. Queste coppie trascorrevano insieme il giorno di festa, ballando e cantando e, se alla fine dei festeggiamenti essi si fossero innamorati, avrebbero allora passato un intero anno insieme, affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo si sarebbe ricominciato con altre coppie. Molto spesso, poi, queste coppie si sposavano.
Verso la fine del V secolo, Papa Gelasio I volle porre un termine a questa deleteria usanza e le contrappose la festa di San Valentino, istituita nel 496.
Da allora, San Valentino è considerato il patrono degli innamorati e viene festeggiato ogni anno con gran dispiego di bigliettini d’amore, regali fra i fidanzati e cene a lume di candela. Al Santo martire si è ispirato il disegnatore Peynet per i suoi famosissimi fidanzatini, “Valentino e Valentina”, che rappresentano, nell’immaginario popolare, gli innamorati ideali.
Ottime riflessioni e suggerimenti…
Anche noi di Vongole & Merluzzi abbiamo ben pensato di scrivere un post al proposito…
Anzi abbiamo chiesto di scriverlo a una tipa molto particolare…
Augurandoti, a modo nostro, un buon San Valentino, spero avrai modo di ricambiare la visita:
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/14/post-di-una-squillo-per-bene/
Mi chiedo come mai proprio una statua di San Valentino, così rare, nel mio paese, Copertino…?
giusta osservazione! l’inconsueta statua del santo a Copertino, forse unico esempio pugliese, mi ha incuriosito non poco in questi anni. Ma credo di aver trovato la soluzione e quindi giustificato perchè a Copertino e non altrove. L’altare su cui è posta la statua del Santo, nella bella chiesa del Rosario, tra gli offerenti vide anche la famiglia copertinese dei Valentino, baroni di Afra, assai facoltosi e generosi, la cui dimora gentilizia era non poco distante dalla chiesa. Avendone il patronato e forse anche il diritto di sepoltura ai piedi dell’altare ecco che vollero inserire, tra le statue, anche quella del santo di cui portavano il nome. Ma è solo una mia ipotesi, non conoscendo documentazione che ne attesti la veridicità
riporto da Facebook un commento a questo, di Pinuccio Massari:
Non è solo protettore di Terni ma anche di altre città.La città di Terni invoca san Valentino come principale patrono. In provincia di Verona il paese di Bussolengo lo invoca come santo patrono. Patrono del paese di Sadali (CA), considerato protettore dei matrimoni, san Valentino, la cui chiesa fu forse edificata da monaci bizantini, viene qui ricordato non a febbraio, ma ad ottobre e la festa sarda dura tre giorni. Il santo è anche patrono del paese lucano di Abriola (PZ) e di Vico del Gargano in provincia di Foggia. In provincia di Brescia il paese di Breno lo invoca come patrono ed è festeggiato a Cossirano, la frazione di Trenzano. È festeggiato inoltre a Quero in Provincia di Belluno: in un pendio annesso all’oratorio, dopo la messa, vengono fatte rotolare delle arance che i fedeli cercano di raccogliere prima che finiscano nel canale sottostante. Si onora come patrono anche nella cittadina che dal santo trae il proprio nome San Valentino Torio (SA) e durante i festeggiamenti c’è la sagra della purpetta e pastenaca (polpetta di carote). In provincia di Teramo il paese di Fano Adriano lo invoca come patrono, e dove fino agli anni ’90 veniva festeggiato la prima settimana di settembre. È anche il patrono del paesino “Chiasiellis di Mortegliano” in provincia di Udine, è raffigurato da una statua di un prete molto giovane, e si festeggia la prima domenica dopo il 14 febbraio.Inoltre è patrono anche della città di Limana, un paese in provincia di Belluno dove ogni anno si festeggia con una festa in piazza.