di Paolo Vincenti
Melissi. Le culture popolari, rivista edita da Besa, nel numero 20-21, del 2012, si occupa de “Le dimensioni della voce”. Come spiega Flavia Gervasi, nella sua Introduzione alla sezione Popularia, la voce, oggetto di studio per varie discipline, viene qui studiata nell’ambito fenomenologico e socio-antropologico. Mentre infatti in ambito filosofico, essa viene studiata soprattutto da un punto di vista ontologico, in ambito linguistico, da un punto di vista tecnico, così come in ambito musicologico, da un punto di vista più estetico, in questo saggio invece il vocalico viene affrontato da un punto di vista espressivo, semantico e sociale. Sulla scia dei contributi in materia di Cavarero, Carlo Serra e Le Breton, nel primo saggio della rivista, Michele Pezzuto, compositore e studioso di semiotica musicale, offre una sintesi classificatoria delle differenti manifestazioni della voce umana, in “Cantar la voce: introduzione alla multidimensionalità del corpo vocale”.
Per una classificazione multidimensionale della voce così dettagliata, lo studioso si addentra, analizzandole, nella varie azioni non verbali ed espressioni non verbali (come l’urlo, il pianto, la lallazione, il grammelot, il canto vocalizzante, canto scat, urlo nel canto, ecc.) e azioni ed espressioni verbali (come la voce parlata, la voce recitata, ecc.), per farci capire che esiste un continuum fra il preverbale e il verbale, sino al musicale. E la relazione fra la proiezione della voce e lo spazio che la circonda è il tema del contributo di Eloisa Zoia, che analizza la saeta, una preghiera spagnola, recitata durante la Settimana Santa in Andalusia.
Il saggio di Bruno Deschenes “La geisha: un’estetica dello spazio e della sensualità”, ci fa capire che, al di là degli stereotipi che si hanno in Occidente su questa figura così poco conosciuta della cultura giapponese, la geisha è anzitutto un’artista, cioè una cantante, una danzatrice o una musicista, che si esibisce in piccoli spazi, unendo alla propria capacità artistica quella sensualità che le ha fatto guadagnare nella superficiale visione dell’Occidente, lo status di una quasi prostituta. Così non è, dal momento che quello della geisha, che canta l’amore con raffinatezza e poesia, è un mondo talmente ampio e complesso da meritare una trattazione specifica come appunto questa che ci offre la rivista.
Nella seconda sezione, Fili D’Arianna, Sergio Torsello propone una intervista a Giovanni Pizza, docente di antropologia medica e culturale dell’Università di Perugia e autore di numerosi studi sul tarantismo salentino, in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione de “La terra del rimorso”, capolavoro insuperato di Ernesto De Martino. Nella sezione La tela infinita, Sergio Torsello e Andrea Carlino si occupano di “Storie e memorie del tarantismo. Un progetto internazionale”, Sergio Blasi di “Una legge per la tradizione musicale pugliese”, Vincenzo Santoro spiega questa proposta di legge regionale di cui egli stesso è stato l’autore, e Sergio Torsello de “L’uso pubblico della cultura popolare in Puglia”; e poi viene dato spazio alla stessa proposta di legge sulla tutela e valorizzazione delle musiche e delle danze popolari di tradizione orale.
Nella sezione Linea d’ombra, ancora Sergio Torsello traccia un bel profilo del musicista Piero Milesi, secondo “maestro concertatore” della Notte della Taranta di Melpignano, in occasione della sua scomparsa.
Nella sezione Confini, si torna a parlare della voce, con il contributo di Corrado Veneziano su “La voce prima della voce: pianto, risa, mimica facciale”, ovvero sulle varie espressioni della comunicazione non verbale; e poi una recensione ad opera di Daniele Petrosino del libro “Masdar” di Domenico Verdoscia, che tratta delle problematiche dell’immigrazione dai paesi del Nord Africa.
Nella sezione Anatomie, Gabriele Mina si occupa del ventriloquo con un interessante spaccato storico su una figura artistica così conosciuta eppure ancora misteriosa. Come si vede, sono vari i percorsi di questa rivista semestrale che può costituire un libro vero e proprio, di elegante formato e interessanti approfondimenti.