di Corrado Cazzato
Masseria Santu Lasi è un cantiere aperto di “pratica” di restauro rurale, per le continue cure di manutenzione ordinaria e straordinaria che periodicamente richiede, necessarie alla sua salvaguardia.
L’ampio e vario repertorio di forme, di materiali e di tecniche costruttive si lega strettamente al paesaggio circostante e alle trasformazioni antropiche di cui il luogo è stato oggetto nei vari periodi sino al giorno d’oggi.
Questa simbiosi ha agevolato il recupero di ogni sua parte; a partire dai muri a secco che, ove diruti, sono stati ricostruiti da mani sapienti con le stesse pietre informi che l’aratro ha rimosso per bonificare il terreno vegetale e con le stesse tecniche costruttive che ne assicurano la statica, mediante la sovrapposizione a incastro del pietrame e la rastremazione della sezione verso l’alto.
La “pratica” del muretto a secco ha consentito non solo il recupero dei recinti, ma anche quello dei paramenti murari – alcuni dei quali in materiale informe sistemato con malta a base di bolo argilloso (voliu), calce, coppi frantumati e paglia – risarciti nei giunti (dopo aver scarnito, rinzeppato con scaglie di pietra e sigillato le connessure con malta di tufina e calce) e poi scialbati, a tre passate di calce, che, come nel passato, assicura, all’interno come all’esterno, protezione, igiene e pulizia degli ambienti. Solo pochi elementi in pietra sono stati lasciati a vista: fasce di coronamento, antiche caditoie e alcuni motivi decorativi.
Frequente è stato il reimpiego di materiali – conci di tufo, pietrame informe e piromafu (pietra calcarea refrattaria) – allettati con malta di calce stilata sottosquadro nei giunti, senza ausilio di cemento.
In alcuni ambienti, come le stalle e l’ovile, particolare attenzione è stata riservata al recupero, funzionale alle attuali necessità abitative, di nicchie e mangiatoie; nel palmento l’antico apiario è stato trasformato in una semplice e discreta fonte di luce naturale.
Se per le coperture a falda delle stalle e del palmento la manutenzione ha richiesto inevitabilmente la rimozione e la sostituzione di puntoni e arcarecci e la riparazione del manto di copertura, per quelle a volta della torre e della masseria ci si è limitati alla revisione dei lastrici solari.
Con la stessa attenzione si è guardato alle pavimentazioni, mediante la posa in opera nelle stalle di basolato calcareo di recupero, il mantenimento del coccio pesto nel corpo principale, la ricerca all’esterno delle quote originarie di calpestìo in pietra affiorante, integrata con terreno vegetale o con ghiaia di varia pezzatura.
Per gli impianti si è optato per soluzioni e materiali rispondenti alle esigenze odierne ma, al tempo stesso, non invasivi; per il riscaldamento degli ambienti sono stati recuperati gli antichi camini. Per gli infissi, ove possibile, si è proceduto al restauro di quelli esistenti.
Masseria Santu Lasi è un piccolo, semplice ma chiaro esempio dell’amore e del rispetto che bisogna avere per la cultura di un luogo, specie se è la propria Terra.
Sentire il dovere di proteggerla; osservarla, in ogni momento, di notte e di giorno, con la pioggia e con il sole, con la tramontana e lo scirocco, in ogni stagione…
Riconoscente, con la sua antica saggezza, questa Terra ricambierà le attenzioni e si prodigherà per aiutare quanti sono interessati a quelle azioni di tutela e di salvaguardia di un territorio, che conferiscono dignità a una comunità e ne arricchiscono la sua storia.