di Fabio Cavallo
Nel cuore dell’inverno, si colloca la solennità di San Giovanni Elemosiniere, amato patrono dei Casaranesi, che cade il 23 gennaio.
La festa patronale vera e propria sarà a metà maggio con le sontuose celebrazioni religiose e civili, ma il Martirologio Romano, il grande libro dei Santi della Chiesa cattolica, riporta in questo mese la solennità liturgica del Santo cipriota.
La festa religiosa sarà preceduta dal Novenario in Chiesa Madre, a partire dal 14 gennaio, dove, ogni sera, a partire dalle ore 17 si alterneranno la recita del Rosario, la santa Messa con breve omelia e, in conclusione, all’altare del Santo, la recita delle antiche preghiere, il canto del Responsorio latino e la benedizione con la Santa Reliquia. Primi a partecipare, più per zelo che per obbligo statutario, saranno i confratelli e le consorelle della congrega di San Giovanni Elemosiniere, che parteciperanno al Novenario nei tradizionali abiti confraternali e accompagneranno i celebranti nelle varie fasi delle liturgie.
Lunedì 23 gennaio, in tutte le chiese della città sarà officiata la Messa propria del Santo, concessa dalla S. Sede nel 1742. In chiesa madre la prima messa sarà alle ore 8. In serata, a partire dalle ore 17, si snoderà la tradizionale processione in onore del Patrono con la partecipazione dell’intera confraternita che sfoggerà abiti, gonfaloni e bandiere per onorare il Titolare. Al rientro, la solenne celebrazione eucaristica in Chiesa Madre terminerà la giornata di festa.
Il nuovo comitato per le feste patronali, composto da un gran numero di giovani, ha allestito un interessante programma celebrativo che va dall’esibizione del concerto bandistico municipale Città di Casarano allo sparo di una grandiosa fiaccolata pirotecnica a fine serata e la degustazione delle tipiche e deliziose pittule nella “Pittulata te San Giuvanni” in piazzetta D’Elia.
Come ogni anno, la confraternita distribuirà a chi ne farà richiesta, i “panitteddhri te San Giuvanni”, piccoli panetti biscottati, poco più grandi di un bottone i quali, benedetti durante la messa in onore del Santo, sono conservati gelosamente da ogni famiglia casaranese per poi tirarli fuori durante le giornate di maltempo. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di credenze superstiziose, ma i Casaranesi sono convinti dell’infallibilità del panetto, tant’è che ogni anno i piccoli manufatti si esauriscono in breve tempo. E’ chiaro che non è il pane a compiere il “miracolo”, ma l’intercessione del Patrono che è, tra l’altro, invocato contro i temporali.
La Chiesa locale riconosce ed incentiva la pratica del pane di San Giovanni, ma prende le opportune distanze dalle credenze popolari che ruotano intorno alla caratteristica mitra del Santo. Si racconta, infatti, che l’eventuale caduta all’uscita di questa processione sia segno dell’arrivo della “malannata“, mentre se il suono delle campane si diffonde con maggiore intensità, l’anno nuovo sarà dei migliori.
Penso che questa tradizione dei panetti,affondi le sue origini nel culto greco:nella tradizione ortodossa infatti per le feste importanti del Signore o della Madre di Dio o di un santo si è soliti benedire i pani,insieme all’olio e al vino. Alla fine della celebrazione,detta “artoclasia” (in greco) ogni fedele porta a casa un pezzo di questi pani.