di Andrea Erroi
Sant’Ippazio nacque in Cilicia e fu vescovo di Gangra (città della Paflagonia, regione storica dell’Asia Minore settentrionale) ai tempi dell’Imperatore Costantino.
Partecipò al Primo Concilio Ecumenico di Nicea (325). Fu martire a Luziana, durante il viaggio di ritorno da Costantinopoli a Gangra, in seguito ad un’imboscata da parte di alcuni eretici seguaci di Novaziano.
Il Santo è molto venerato anche in Russia ed in particolare nella città di Kostroma, dove nel 1330 venne costruito il monastero di Ipatiev.
Il culto per S. Ippazio fu molto diffuso nella Chiesa bizantina e giunse nell’Italia meridionale probabilmente al seguito dei monaci greci. Patrono di Tiggiano, piccolo comune in provincia di Lecce, tradizionalmente è ritenuto protettore della virilità maschile, benefico per l’ernia inguinale, in quanto ne fu egli stesso a lungo sofferente per un tremendo calcio ricevuto nel basso ventre durante una discussione con gli eretici ariani.
Viene festeggiato, con solenni celebrazioni, il 19 gennaio. Nell’occasione si svolge durante la mattinata la tradizionale Fiera di Sant’Ippazio e nel pomeriggio la processione con la statua del Santo per le vie del paese.
A dare il via alla processione è il rullo di tamburi che segnala l’uscita dalla chiesa matrice con rincorsa dello “stannardhu”, palo in legno di 7 metri con palla di ghisa in cima.
La riuscita dell’innalzamento del pesante e altissimo stannardhu è segno di garantita fertilità e quasi una sfida al protettore dall’ernia inguinale. I pargoli di sesso maschile venivano portati nella omonima chiesa per chiedere al Santo la loro fecondità e salute.
Al culto del Santo è legata l’unica varietà giallo viola di Pestanaca, coltivata a Tiggiano e in pochissimi comuni limitrofi, simbolo della natura umana e divina di Cristo (tesi teologica difesa con incrollabile fermezza nel Concilio di Nicea dallo stesso martire Ippazio).
La statua è solitamente collocata in una nicchia del transetto sinistro,della chiesa matrice. Raffigura Sant’Ippazio che calpesta il maligno incarnato dal drago; ai suoi piedi, vi è un angelo che regge la mitria. Il Santo vescovo con la mano destra regge il pastorale, mentre la sinistra è rivolta verso il cielo; il moto della figura è accentuato dalle plastiche pieghe del piviale che svolazza in avanti.
L’intervento di conservazione e restauro ha recuperato completamente la policromia originale del gruppo scultoreo. Dalle analisi effettuate la scultura risulta essere stata intagliata nel legno di tiglio, certamente in ambito napoletano.
Il basamento in ligneo, dorato a porporina e datato 1960, sostituisce quello originale.
Una foto che ritrae il simulacro agli inizi del ‘900 mostra un basamento barocco. Ai piedi del santo appariva anche un libro, attributo iconografico rinvenuto poi fortuitamente, restaurato e ricollocato nel gruppo scultoreo, che ha così recuperato l’originario aspetto.
La Pestanaca “Simbolo della natura umana e divina di Cristo” (Tesi teologica difesa con incontrollabile fermezza nel Concilio di Nicea dallo stesso martire Ippazio).
In quel periodo anche se non c’erano i laboratori di ricerca che abbiamo oggi aveva ragione Sant’Ippazio a difendere quella tesi e hanno avuto ragione anche i nostri antenati a continuare a coltivarla ed è arrivata ai nostri giorni. La pestanaca è un vero nutraceutico, anche questo prodotto, patrimonio della nostra biodiversità, rischiava di scomparire. Bene fa la proloco a essere così sensibile a promuovere una sagra.
Non mi risulta che se ne sia parlato di quello che sto per scrivere (smentitemi se è il contrario e correggetemi se ho commesso degli errori ).
La nostra pestanaca oltre il beta-carotene, le vitamine, i sali minerali e le sue proprietà antiossidanti, nella radice e nei semi si trovano un olio grasso, alcaloidi, furocumarine e pectine. Nel nostro stomaco il tutto produce “Acido Butirrico”, un acido grasso saturo, scientificamente è stato provato che uccide le cellule tumorali nello specifico del colon.
(Centro ricerca Pascal a Napoli)……………..comunque ha altre proprietà che le nostre università possono certificare. Un Grazie a chi continua a coltivarla.
grazie Franco per aver sottolineato le tante proprietà della pestanaca tiggianese. Ti confesso che, prima di Spigolature Salentine, non ne conoscevo l’esistenza e le sue ottime componenti, a suo tempo segnalate dall’amico Antonio Bruno. Ecco il bello della condivisione e il superamento dei campanilismi. Ma, converrai, c’è ancora tanto lavoro da fare per esaltare gli eccellenti prodotti della nostra terra
Forse questa fatica di un “innalzamento di un pesantissimo stannardhu” allude neanche tanto velatamente all’impotenza più che all’infertilità in sé? Quest’ultima, nei contesti tradizionali, non è generalmente imputata alla donna?
giusta osservazione. Probabilmente è il protettore più per gli impotenti “coeundi” che per i “generandi”. Prova ne sia, come giustamente sottolinei, l’innalzamento dello stendardo, non a caso sormontato dalla sfera metallica che tanto potrebbe alludere all’anatomia maschile. Per l’impotentia generandi, dal popolo quasi sempre attribuibile alla donna, si invoca la protezione di Sant’Anna. A Napoli, se ricordo bene, invocano invece Santa Patrizia, le cui reliquie si conservano nell’antichissimo monastero di San Gregorio Armeno. In questa chiesa, come mi fu riferito quando la visitai, le donne siedono sulla seggiola ritenuta della Santa e dopo aver recitato una prece invocano “Patrizia” perchè le faccia restare gravide da lì a breve tempo
ciao credo che lei stia parlando della sedia di santa Maria Francesca delle 5 piaghe di Gesù , santa dei quartieri spagnoli e li nella casa adibita a cappellina c’è la sedia della santa e si pratica questo gesto di sedersi di donne x invocare “l’aiuto” x una gravidanza sperata. Ciao
il sistema di vita degli ultimi 30 anni, ha fatto scomparire tanti prodotti. Bisogna affrettarsi a salvare quelli “materiali” rimasti e “immateriali”, sono le nostre radici… tutti insieme… è un nostro dovere… non c’è nulla del nostro passato da trascurare…
Vedrai, il mio impegno, il mio contributo e collaborazione.
Dobbiamo vederci…
non mancherà occasione per un incontro.
Concordo pienamente, caro Franco, con l’appello che lanci e che, sai bene, ci trova noi di Spigolature Salentine (Autori e Lettori) molto sensibili e disposti a diffondere la cultura del territorio in ogni suo aspetto. Dobbiamo essere noi a rimboccarci le maniche.
Queste pagine che ogni giorno volontari Autori offrono disinteressatamente credo siano la dimostrazione. Per qualcuno sarà poco, ma da qualche parte occorre cominciare
nON SI PREOCCUPINO I GIOVANI ARDENTI… ANNI FA L’aSSOCIAZIONE mONDIALE DEGLI aNDROLOGI HA PORTATO A 30 MILIONI/ML, IL N. DEGLI SPERMATOZION AL DI SOTTO DEL QUALE SIPUò PARLARE DI INFERTILITà MASCHILE (CHIEDETE AL PROF LAMBERTO COPPOLA), MENTRE PRIMA ERA FISSATO A 100MILIONI/ML.
STIAMO TRANQUILLI DUNQUE MA CONTINUIAMO A MANGIARE PASTANACHE….
MEGLIO DI TANTE ALTRE SCHIFEZZE!