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Con profondo dolore, ti trasmetto la notizia della scomparsa di un nostro illustre amico: Giorgio Cretì scrittore, affabulatore, memoria storica delle nostre contrade.
Ho avuto l’onore di essere nelle sue grazie, anche se tardivamente. Mi rimane un grande ricordo.
Te la trasmetto perchè Terra D’Otranto lo onori in qualche modo.
Ciao!
Antonio Chiarello
La tua notizia, caro Antonio, chiude una giornata che avevo preventivato molto importante. Ma non a tal punto! Quell’albo lapillo che avevo riservato per contrassegnare il 9 gennaio 2013, giornata prima di un ciclo di eventi che mi ha visto impegnato in questo ultimo periodo, l’ho già sostituito con un nigro lapillo, una pietra nera con cui contrassegnare i miei giorni tristi dell’anno.
Non sono in grado di scriverti altro. L’emozione e la confusione mi annebbiano. I ricordi si accavallano. Le lunghe telefonate tornano per sconvolgere. Ed io che mi credevo ormai insensibile al grande mistero della morte…
Rileggerò e mediterò sui suoi doni di cui ha voluto considerarmi custode. Custode delle reliquie, come ha titolato un nostro amico un suo libro…
Onore all’amico Giorgio, che in quel di Pavia quotidianamente sciorinava elogi alla sua e alla nostra terra, ubriacandosi di sapori gelosamente serbati per undici mesi l’anno e che la sua amata Ortelle gli aveva procurato nel generoso mese di agosto.
Consoliamoci Antonio. Ne abbiamo bisogno
Marcello
Caro Marcello, hai espresso a pieno le nostre fragilità umane laddove nè l’esperienza nè la ragione possono schermarci dal dolore della morte, dalla perdita di una persona cara. Giorgio Cretì lo era e non solo per te, per me, per Antonio, ma per tutti i fortunati che hanno potuto incontrarlo nei crocevia delle sue ricchezze interiori.
I suoi racconti, come ho spesso avuto modo di pensare, sono stupefacenti affreschi illuminati da colori e sentimenti rari e di valore, forme e figure donateci con generosità a mo’ di spunto di riflessione, di esempio, come prova inconfutabile del suo legame passionale con il Salento, con quella terra la cui lontananza egli viveva con rinnovata nostalgia e inguaribile amore. Ora, Marcello, tu sei custode amato dei suoi scritti, l’unico che a suo avviso avrebbe potuto mantenerli in vita anche dopo la sua morte e questo dovrà essere la tua e la nostra consolazione più dolce: non c’è potere più miracoloso dell’amore che passa da uomo a uomo creando una catena di eternità. Accogli allora la nostra partecipazione al tuo compito e sii messaggero della vicinanza di noi tutti al dolore tuo e della famiglia Cretì. Giorgio lo sa già…
CIao GIorgio, un giorno, altrove, ci racconterai qualche altra delle tue bellissime storie.
Pier Paolo
So di certo che mi mancherà,non ho avuto il piacere di conoscerlo ma mi rinfranca un po la certezza di poterlo rileggere e farlo leggere. I i suoi racconti sul Salento, anzi sul basso Salento, sono opere di una grazia e accuratezza di particolari linguistici locali che neanche un bravissimo pittore avrebbe saputo rappresentare e pennellare con la sua stessa grande maestria. Carlo Casciaro