di Armando Polito
In greco, quello classico, il sostantivo μῠς (miùs)/μυός (miuòs) significa topo ma anche muscolo. Ѐ il classico caso in cui, data la differenza del campo semantico, in prima battuta si è indotti ad ipotizzare che si tratti di un omofono, cioè dello stesso vocabolo avente, però, radice e, dunque, etimologie diverse; poi, mettendo in moto la fantasia che non guasta neppure in filologia, si parte alla ricerca dei punti di contatto che quasi sempre risiedono nella somiglianza. Ѐ proprio questo il nostro caso perché già i Greci associarono l’idea del muscolo a quella dei movimenti guizzanti del grazioso (senza il minimo rispetto da parte mia per chi la pensa diversamente …) animaletto1. Questa traslazione fu ereditata dai Romani che chiamarono il topo mus/muris e col suo diminutivo, mùsculus (da cui la voce italiana), il dettaglio anatomico ma, in ossequio alla perversione tipica dell’uomo, anche una macchina da guerra con la parete anteriore aperta ad uso degli arcieri2.
Probabilmente la radice è di comune origine indoeuropea ma non posso non riflettere sui dettagli fonetici che differenziano la forma greca da quella latina e quest’ultima da quella inglese. Se consideriamo il nominativo e il genitivo latino notiamo nel secondo caso (muris) il fenomeno del rotacismo, cioè il passaggio di –s– intervocalico a –r-, il che significa che prima del rotacismo il nominativo in latino era mus e il genitivo musis. L’inglese mouse conserva, perciò, il consonantismo originario come avvenuto, per esempio, nell’antico indiano mūș, nell’antico alto tedesco mūs, nell’antico slavo myšĭ, nel persiano mūš.
Come la mettiamo, infine, con il salentino mùsciu? Il corrispondente italiano più vicino è micio da tutti considerato voce onomatopeica del linguaggio infantile. Stessa origine ha per il Rohlfs mùsciu (pag. 375 del suo vocabolario: “ dalla voce di richiamo muš-muš: cioè gattino”). Condivido quest’etimo ma, da quel nostalgico che resto del tempo felice che fu, non posso non ricordare la proposta fatta in classe nell’ormai lontano 2000 dal mio allievo di V ginnasiale Luigi Scarlino: mùsciu è dal latino musculu(m) perché significherebbe macchina contro i topi. Proposta suggestiva, come sembreranno alcune di cotanto maestro …, anche alla luce del significato militare ricordato all’inizio. La proposta mi lasciò perplesso all’epoca perché la trafila sarebbe dovuta essere: mùsculum>*musclum (sincope)>mùschiu (e non mùsciu), come perplesso mi lascia, per lo stesso motivo, ancora oggi; ma non ho resistito a ritornare con la mente a quegli anni felici, almeno per me …. E poi: chi pratica lo zoppo impara a zoppicare; ma Luigi all’epoca avrebbe potuto cambiare sezione e chissà se ancora oggi si pente di non averlo fatto!
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1 Per completezza va detto pure che la stessa voce indicava un tipo di balena.
2 Chi può dire che qui tutto si riduce ad un rapporto di somiglianza e non c’è nessun collegamento con quella che poi sarebbe diventata la frase fatta mostrare i muscoli?