NOMI DI ESSENZE VEGETALI TRA SACRO E PROFANO (6)
L’onga ti tiàulu
di Armando Polito
Dalla magia bianca a quella nera il passo è breve, sicché eccoci catapultati dal mondo sereno delle fate a quello tumultuoso del diavolo.
Ecco il resto della scheda:
nome italiano: agave
nome scientifico: Agave americana L.
nome della famiglia: Agavaceae
Il nome italiano e il primo componente di quello scientifico (agave) sono dal greco agaué=splendido, meraviglioso; americana si riferisce al territorio di origine (Messico); Agavaceae è forma aggettivale moderna da agave.
Onga ti tiàulu (unghia di diavolo): il nome appare più che giustificato non solo dall’aspetto piuttosto inquietante della pianta ma ancor più dagli effetti spiacevoli procurati dal contatto con l’apice spinoso o col lembo completamente aculeato delle sue foglie.
Agave era figlia di Cadmo re di Tebe e Armonia. Sposò Echione dal quale ebbe un figlio, l’eroe Penteo. Questi, divenuto re di Tebe, si oppose all’introduzione in città del culto di Dioniso (per parte di madre cugino dello stesso Penteo), ritenuto troppo sfrenato e completamente privo di razionalità. Il dio, per vendetta, usò Agave, e le zie di Penteo Autonoe ed Ino, per uccidere il sovrano. Dioniso, consigliò, infatti, a Penteo di spiare la madre e le zie, riunite sul monte Citerone a celebrare i riti bacchici, in modo da rendersi personalmente conto di quello che era il nuovo culto. Penteo, nascosto sotto un pino, venne scoperto dalle invasate che, accecate dalla furia dell’estasi dionisiaca, lo scambiarono per un cinghiale e fecero a pezzi il suo corpo. La prima a colpirlo fu la stessa Agave, che presa la sua testa la conficcò su un tirso, portandola come un macabro trofeo fino a Tebe, per mostrarla al padre Cadmo. Solo arrivata in città la madre si accorse del tragico inganno. In seguito fuggì da Tebe e vagò per le terre dell’Illiria, fino ad arrivare alla corte del re Licoterse, dove Dioniso, impietosito, la trasformò nella pianta che porta il suo nome.
La favoletta è carina, ma solo la parte in corsivo corrisponde al mito, la restante è una mia invenzione. Eppure, una conclusione simile si sarebbe accordata in modo suggestivo con l’aspetto della pianta. Che occasione persa per chi ama fantasticare senza i dovuti riscontri per affermare che non è vero che l’agave venne dall’America!1 e che Agave e sorelle combinarono quel macello per essersi scolato una bottiglia di tequila2!
E, dopo il faceto, il serio di una nota patetica finale a rendere, tutto sommato, meno inquietante l’aspetto di questa pianta: nel corso della sua vita, che può durare anche trenta anni, fiorisce una sola volta e subito dopo muore. Sembra la versione, reale per il mondo vegetale, di quella, favolistica per il mondo animale, del canto del cigno.
Per le altre parti:
2 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/12/plantago-coronopus-nota-come-barba-di-cappuccino/
4 https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/01/18/la-pianta-che-divenne-bicchiere-della-madonna/
5 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/21/ce-anche-lerba-delle-fate/
7 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/25/lerba-che-ricorda-le-unghia-del-diavolo/
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1 -Era ora,- diranno i pochi lettori che mi son rimasti grazie al loro masochismo -finalmente oggi non c’è nessuna citazione di autori greci o latini!”.
2 Viene distillata dall’agave azzurra e prende il nome dalla città messicana di Tequila.
E io che aspettavo con ansia di veder fiorire quelle che ho piantato l’anno scorso nel mio giardino! Bella fregatura, prof. Polito, dover attendere 30 anni per una fioritura, e poi nulla più, non le pare? Somiglia troppo all’esistenza umana questa storia…