di Rocco Biondi
Il libro è la trascrizione di una lunga intervista al cantautore Mimmo Cavallo. Brevi domande, lunghe risposte. Merito dell’autore D’Errico è stato quello di pungolare opportunamente Cavallo per farne uscire fuori la grande ricchezza dell’uomo e dell’artista.
Si inizia dall’adolescenza quando, non essendoci ancora la tv, nelle fredde sere invernali, le famiglie contadine del Sud si riunivano intorno al fuoco e i grandi raccontavano storie meravigliose tramandate oralmente da generazioni. Le scintille che scoppiettavano erano le anime dei morti che si palesavano. Nelle menti dei bambini realtà, mito e fantasia si sovrapponevano.
Il primo rapporto del piccolo Mimmo con la musica era intriso di magia, di riti e credenze popolari. Ha visto ballare vecchie con una coperta in testa, seguite da suonatori sciamannati della taranta. In me – dice Cavallo – futuro e passato sono sempre stati insieme. Il primo strumento musicale che entrò in famiglia fu una chitarra, acquistata da suo fratello. Mimmo emigrò a Torino dove suo padre aveva trovato lavoro come operaio alla Fiat. Suo fratello mise su un gruppo musicale, nel quale successivamente entrò anche lui.
In quel tempo, oltre a scrivere canzoni e a svolgere lavori saltuari, leggeva molta letteratura di impegno. Pasolini fu un suo riferimento, ma anche Marcuse, Sartre, Moravia, Pavese.
Dalla prima moglie da giovanissimo (ventun anni) ebbe una figlia. Con un’altra donna ha poi avuto altri due figli. Queste donne e questi figli hanno avuto ed hanno una grande importanza nella sua vita umana ed artistica.
Mimmo Cavallo ha finora pubblicato sei album musicali: Siamo meridionali con la CGD nel 1980, Uh, mammà! ancora con la CGD nel 1981, Stancami, stancami musica con la Fonit Cetra nel 1982, Non voglio essere uno spirito con la DDD nel 1989, L‘incantautore sempre con la DDD nel 1992, Quando saremo fratelli uniti con la Edel nel 2011; nel 2006 la Warner aveva pubblicato una raccolta con Le più belle canzoni di Mimmo Cavallo.
Cavallo è uno spirito libero, che non accetta nessun tipo di imposizione. Rifiuta di partecipare al Festival di Sanremo e a Quelli della notte di Renzo Arbore, che nella sua classifica lo aveva messo al primo posto. Rifiuti che nei fatti lo terranno ai margini del mercato della discografia nazionale. Resta lontano dai riflettori, anche se i concerti dal vivo non mancano, dal Nord al Sud d’Italia.
Cavallo si rimprovera di non essere un buon imprenditore di se stesso. Dice: «Uno può avere grandi doti – vocali, di immagine, contenuti – ma se reagisce male agli eventi può essere davvero problematico resistere dentro un mondo così pieno di gente pronta a lasciarti passare in secondo piano».
Eppure i suoi primi album Siamo Meridionali e Uh, mammà avevano avuto grande successo. Ma verso la metà degli anni ottanta il ‘meridionalismo d’autore’ perde interesse.
Scrive pezzi per Fiorella Mannoia (Caffè nero bollente), Mia Martini (Buio), Zucchero (Vedo nero), Gianni Morandi (E mi manchi), Al Bano (Gloria Gloria), Ornella Vanoni (Il telefono), Loredana Berté (Io ballo sola).
Dopo lunghi anni di silenzio come cantante, incontra Pino Aprile. Ne nasce un ricco e fruttuoso sodalizio, che porterà prima alla trasposizione teatrale del best seller Terroni e poi alla pubblicazione dell’album Quando saremo fratelli uniti. La filosofia che sta alla base di quest’ultimo album viene così esplicitata da Mimmo Cavallo nell’intervista: «L’Unità d’Italia, in realtà, è una vera e propria occupazione, in cui il Sud diventa colonia del Nord. La ricchezza del Nord sarà frutto di razzie compiute ai danni della colonia del Sud. Le strade ferrate, le ferrovie, i commerci, le banche, e tutto quello che verrà fatto al Nord sarà fatto coi soldi del Sud…». Fra i pezzi, tutti molto belli, io prediligo Siamo briganti.
Mi piace chiudere questa recensione con le parole con cui Pino Aprile chiude la presentazione: «Credo che Mimmo Cavallo abbia ricevuto meno di quel che ha dato».
Antonio G. D’Errico, Mimmo Cavallo. Da Siamo meridionali a Caffè nero bollente, dall’incontro con Enzo Biagi a Zucchero, Presentazione di Pino Aprile, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2012, pp. 122, € 12,00
Il libro sarà presentato
Sabato 29 dicembre 2012 – Ore 18.00
Sala Consiliare Comune di Villa Castelli (Brindisi)
Piazza Municipio
Il libro non è la trascrizione, e la riscrittura di contenuti che solo attraverso la parola scritta prendono forma. E’ lo scrittore che dà forma a ciò che altrimenti avrebbe un significato nascosto, non nitido, opaco. Il mio invito è di meditare sull’umanità di tutti, perché è da qui che si realizzano le idee di rispetto, di riconoscimento, di bellezza, di pace e di conoscenza. Il resto sono illusioni, protagonismi creati dalle nostre mancanze.
Ho letto di D’Errico quasi tutto, apprezzo la sua capacità di dare bellezza e contenuti quando questi non sono proprio veri e presenti inj chi si affida a lui. Vi invito a leggerlo anche voi, per capire la fortuna che capita a chi lo incontra. Grazie Antonio. Grazie per aver dato voce a personaggi come Eugenio Finardi, Marco Pannella. Uomini che ti hanno scelto, che tu hai scelto. Grazie per le tue parole colte e sagge. E lascia correre chi non può cogliere neanche il movimento della tua mano che sceglie quelle parole e le mette in bocca a chi quelle stesse non le conosce fino in fondo prima ancora di poterne cogliere il significato profondo.
Condivido anche io quanto dice Violet … Mi spiego anche io sono un lettore di D’Errico, ho letto un suo noir :
Il Discepolo edito da Frilli sulla prevenzione sul satanismo – premiato giuria dei lettori Premio Scerbanenco-….fenomeno in voga. Ho letto Spostare l’orizzonte con e su Eugenio Finardi dove emerge proprio grazie alla penna dell’autore un Eugenio molto critico, propositivo e in forma. Ho letto Siamo Meridionali edito da Bastogi che e’ di Foggia, ma libri dalle foto non se ne vede nemmeno uno…Boh avro’visto male.
Il Sud alla fine e’inutile che vuole insorgere, rivoltarsi contro i Savoia etc. etc. è stato e ancora lo è succube di un Nord all’avanguardia, su tutto, ci sara’ pure qualche eccezione pero’lo sanno anche chi vive al Sud. Io vivo all’estero che questa Italia oramai al Nord e al Sud e’allo sfacelo. L’autore Antonio G. D’Errico è uno scrittore da comprendere in toto, non è uno scrittore improvvisatodi sicuro comene sono tanti. Vi invito a leggere la recensione del vice direttore del t g2 Valter Vecellio, che dice di leggere D’Errico non solo i radicali ma tutti, perche’la sua srittura è aria sana e pura in mezzo a tanta porcheria e scrittori che badano al commerciale…
Siamo Meridionali è stato altro che pungolare, brevi domande e lunghe risposte.Caro storico Rocco Biondi, prima di recensire doveva sapere che D’Errico è professore di biologia e studioso di filosofia… qualcosa d piu’su di lui e non pensare che con poche domande ha imbastito un libro…Invece ha preferito di non fare un libro sulla classica domanda risposta, ma come ha fatto per Finardi ha fatto parlare tanto l’artista e1o in questo caso Mimmo Cavallo per prendere il meglio di quello che aveva detto. Idem con Segnali di distensione… Marco Pannella si racconta e ci commuove edizioni Anordest, che vi invito a leggere perchè ha dovuto fare un lavor certosino e in pratica si è messo a disposizione del personaggio e, quindi è sottinteso che ci vuole una predispozione e una capacita’non comune, Se cosi’non fosse stato, credo ne’Finardi, ne’ Mimmo Cavallo e ne’Pannella si sarebbero affidati ad Antonio g. D’Errico, avrebbero potuto farlo loro il libro. Ma ne erano capaci e potevano far uscire lo stesso libro, io credo proprio di no. Com ha fatto Finardi, Pannella e Mimmo Cavallo hanno scelto questo autore perche’lui si e’ messo a disposizione delle loro vite, che forse sono le vite anche meno importanti di altri uomini comuni e mortali, rendendo ai lettori un saggio che entra con la parola scritta nell’immaginario. Quindi non risposte lunghe e brevi domande da quelle conversazioni, forse inutili e superflue, D’Errico ha messo su una storia di una vita che di sicuro è da raccontare.Infine è normale che Mimmo è controle convenzioni etc. etc. pero’bisgna stare sul mercato ed e’inutile piangersi addosso.Nella vita una volta passa il treno giusto e, credo che con questolibro l’ha preso affidandosi ad Antonio G.D’Errico.
Non me ne vogli nessuno ma e’solo un mio pensiero inodnizionato…