<Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo> (Matteo, 28,20)
di Elio Ria
Natale! Che bello! Il presepe. La famiglia. I Magi. I Pastori. L’uomo, adesso, è a disagio; escluso: un anonimo osservatore di un evento; e intorno un mondo appeso tra il nulla e l’incertezza, con l’incombenza di un disegno divino che ogni anno si ripete in celebrazioni e ricordi.
Nessun elemento ostativo verso Colui che nasce in una mangiatoia che è luogo sacro nella commozione collettiva per l’affezione stupita di Maria, lo sguardo incredulo di Giuseppe, la speranza dei Magi, lo stupore dei pastori per il Bambino.
Questa famiglia è la più importante della storia dei popoli. Ma la sovrabbondanza cieca induce nausea e il ritrovarsi di molti davanti alla meravigliosa nascita è un rituale passivo, frettoloso, come a voler significare l’abolizione di ogni idea di dipendenza con l’affermazione invece di un’autonomia assoluta e la negazione di legame. Un gesto consueto di riverenza, e poi basta. Un saluto come fra vecchi amici che non hanno molto da dirsi.
La povertà biblica è il distacco dal possesso ma è anche la condizione ideale dell’avvicinamento dello spirito a Dio che non si accontenta della solita liturgia d’incensi. Offrire se stessi a Dio senza condizioni e con il cuore in dono è il gesto sensato e giusto dell’uomo verso Gesù.
I Magi sono lontano, chissà dove; resistono nelle immagini sacre, nei testi biblici; e di quell’oro, incenso e mirra che con devozione donarono al Bambino oggi non v’è traccia. Le mani sono vuote della mirra dal buon profumo e dall’incenso.
C’è da onorare un Bambino con atti grandi e azioni semplici nell’esistenza di tutti i giorni anche quando non c’è grano ma gramigna, riso e dolore. Chiudere finalmente a chiave l’orizzonte dell’egoismo dove tutto deve essere immediato, evanescente ed ergersi dalla palude della banalità e della superficialità affinché le mani ritornino ad essere piene di doni graditi a Dio.
A tutti voi un abbraccio.
Elio
Ma caro, il tuo augurio ha saputo attendere un anno intero per avere un cenno di risposta.
L’ho pescata per caso stamattina questa bella paginetta natalizia e non c’è riduzione nella parola ” paginetta” ma affezione alla stessa.
Le tue provocazioni fanno bene, il disagio attuale verso la Natività è molto diffuso e fa male, opportuna quindi la riflessione discreta e calda che proponi.
E speriamo che i misteriosi Re Magi arrivino prima o poi con il dono della speranza.
Cara Wilma, a distanza di un anno, questo testo è ritornato alla luce grazie alla tua lettura. Un caro saluto, Elio