La sfida: crearsi un lavoro al sud e iniziare a guadagnare a 17 anni
25 studenti di 4° anno impegnati in 5 progetti nell’agroalimentare:
un olio nuovo, un festival, un sito, la “frisedda” e il Pansorriso
I tecnocrati lo chiamerebbero “corporate culture”
noi lo chiamiamo “scuola pubblica”
Alla dichiarazione del premier Mario Monti: “Il mio desiderio è che il 2013 possa essere l’anno degli investimenti in capitale umano, scommettendo sui propri giovani e sulle loro competenze e sui loro talenti”, i giovani del sud si dimostrano profetici e, anziché aspettare gli investimenti delle imprese, decidono di fare da sé e diventare imprenditori a 17 anni, mentre frequentano il 4° anno superiore di un istituto tecnico economico.
Hanno iniziato ad occuparsi di agroalimentare appena un anno fa, quando erano al terzo anno, e oggi, al quarto, sono già pronti ad una sfida che, se non impossibile, è sicuramente azzardata: «vogliamo crearci un lavoro vero, qui al sud, entro il nostro diploma e vogliamo lavorarci già da ora, mentre siamo ancora a scuola e vogliamo persino iniziare a guadagnare»
Sono i 25 studenti della classe 4°B del settore economico/informatico dell’Istituto “Galilei Costa” di Lecce i quali, suddivisi in cinque gruppi di attività, stanno avviando in questi giorni, non delle simulazioni, ma delle vere e proprie azioni di marketing e di organizzazione concrete, capaci di creare business e un possibile introito in denaro. Chi l’ha detto, infatti, che gli studenti non possono guadagnare del denaro mentre sono ancora a scuola, se lavorano su qualcosa per cui aziende e clienti sono disposti a spendere?
Da qui la scommessa, quindi, di riuscire a tradurre in pratica quotidiana, reale, fatta di contatti, marketing e vendite, tutto quello che apprendono durante le lezioni e, così facendo, costruire le basi di quello che potrebbe diventare il loro futuro lavoro fra 18 mesi, quando otterranno il diploma. L’area d’azione, come già detto, è quella della “tripla A” di agricoltura, alimentazione e ambiente, un’area in cui i giovani salentini hanno implementato l’ormai nota “Dieta Med-Italiana” e su cui stanno puntando tutta la loro attenzione. Si muoveranno tra prodotti già consolidati, come olio e friselle, e nuove proposte da lanciare per la prima volta sul mercato. E non mancheranno realizzazioni di importanti eventi e nuovi siti web.
Questi i cinque progetti
Antonio, Francesco, Gabriele, Jacopo, Matteo M. e Matteo S. tra pochissimi giorni annunceranno e lanceranno sul mercato nazionale ed internazionale un “nuovo” prodotto.
La parola “nuovo” è virgolettata in quanto il prodotto in sé non lo è affatto nuovo (in realtà ha più di 7.000 anni) mentre è nuovissimo e originale il concept e l’immagine che lo accompagna. I sei studenti del Galilei Costa garantiscono che riusciranno a stupire persino i più autorevoli e navigati esperti e produttori del settore. La loro è una vera e propria azione di marketing avanzato, dal design e dalla registrazione del marchio al packaging e alla commercializzazione. Hanno colto alcuni aspetti mai colti prima, o meglio, mai messi in evidenza sotto questa luce. Una sfida aperta tra sei diciassettenni ed il mercato globale. Come guadagneranno? Semplice, tramite la vendita di questo “nuovo” prodotto della gastronomia salentina.
La “società” formata da Andrea, Evelina, Federico, Martina e Pierluigi si sta invece occupando di far conoscere al resto d’Italia e anche all’estero, a partire dal 2013, un antico e apprezzato prodotto da forno locale, meritevole, a loro parere, di essere diffuso e commercializzato al pari della piadina, della bruschetta e persino della pizza. Parliamo delle “frise” (o friselle, frisedde, friseddhre), un pane biscottato (cotto due volte) che diventa duro e durevole e che, al bisogno, necessita solo di un po’ d’acqua per riammorbidirsi e prestarsi alla consatura, ossia diventa pronto ad essere guarnito, sia in maniera tradizionale, semplicemente con olio extravergine, pomodoro e sale, che in maniera personale e creativa. Anche in questo caso i giovani studenti hanno creato e registrato un marchio, “Frisedda Regina”, attraverso il quale cercheranno di consorziare i migliori produttori locali e diffondere e commercializzare questa nuova ma antica tradizione culinaria della Puglia salentina. Anche in questo caso il guadagno scaturirà dai margini ottenuti dalla vendita del prodotto.
Mentre Andrea, Daniele, Giulia, Marco, Paola e Veronica sono già al lavoro per la realizzazione del “Festival della Dieta Med-Italiana”, una importante e originale kermesse agro-eno-gastronomica che avrà luogo nel centro di Lecce dal 25 al 28 aprile 2013. L’evento ha l’obiettivo primario di condurre e concentrare nel capoluogo salentino un’ingente quantità di persone (esperti, ricercatori, chef, nutrizionisti, giornalisti e semplici visitatori) attraverso l’organizzazione di seminari, esposizioni, mostre, degustazioni e importanti congressi, tutti incentrati sullo stile alimentare e di vita più importante e famoso del mondo, la Dieta Mediterranea. Naturalmente i riflettori saranno puntati sui prodotti della terra e della pesca e sulla loro lavorazione, con particolare attenzione ai produttori, presenti sia in proprio che tramite le organizzazioni di categoria e territoriali (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Gal, Gac, etc.). In questo caso i ragazzi cercheranno di ritagliarsi un margine di guadagno ottenuto da una quantità di “entrate” (noleggio stands, sponsorizzazioni, …) maggiore delle uscite (spese di organizzazione e pubblicizzazione).
Sono quattro invece i ragazzi, Manuela, Nilo, Roberta e Stefano, che stanno lavorando a quello che sarà il portale nazionale italiano sulla Dieta Mediterranea.
All’indirizzo www.dietameditaliana.it, infatti, a breve saranno pubblicate pagine e pagine di informazioni e news, ricche di contenuti, le quali, oltre a descrivere nei dettagli le caratteristiche della “dieta” più famosa del mondo, riporteranno tutti i Centri e le istituzioni che si occupano di dieta mediterranea in Italia. Ci saranno anche tutti gli eventi che hanno luogo nel Bel Paese insieme anche alle iniziative internazionali in cui figurano contributi o partecipazioni italiane. Saranno persino create delle schede descrittive degli esperti e dei ricercatori che operano sul tema e dei loro lavori. Obiettivo degli studenti è quello di creare un unico e potente centro informativo su tutto ciò che avviene in Italia sulla promozione e diffusione della buona e sana dieta mediterranea. Se l’obiettivo sarà raggiunto, sarà semplice immaginare che il portale diventerà così di fondamentale importanza per tutte le aziende che operano nel settore e, quindi, capace di attirare pubblicità e contributi, le quali rappresenteranno un’ottima possibilità di guadagno per chi ci lavora.
Infine, ma non meno importante, Andrea, Giorgio, Mattia e Michael hanno assunto l’impegno di curare il marketing di un nuovo prodotto dolciario nato sei mesi fa, concepito appositamente per la Dieta Med-Italiana, il “PanSorriso”, un dolce particolarissimo creato dal pasticciere Giovanni Venneri che, grazie all’uso di prodotti naturali del Salento come olio extravergine d’oliva Adamo e miele, che sostituiscono rispettivamente burro e zucchero, risulta essere al tempo stesso buono, naturale, digeribile e, soprattutto, sano, caratteristiche queste molto rare in un prodotto dolciario, come ben sanno tutti i golosi. L’artigiano di Alliste, creatore del PanSorriso, ha deciso di affidare alla creatività e all’intraprendenza degli studenti leccesi il delicato compito di far conoscere, apprezzare e, quindi, acquistare la sua nuova creatura. Ad oggi i ragazzi ne hanno concepito il nome, il logo e la forma e hanno già avviato diverse iniziative promozionali, attraverso sia il web ed i social network che i mezzi più tradizionali. Tra queste spicca l’ultima, estrosa e attualissima campagna che recita testualmente: “Fine del mondo? Tranquilli, il PanSorriso è così buono che …resuscita persino i morti”. In questo caso il margine degli studenti sarà garantito dalle provvigioni di vendita del “PanSorriso”. Non è escluso, inoltre, che i giovani possano prendere in considerazione di promozionare anche altri prodotti particolari del territorio.
I tecnocrati chiamerebbero tutto questo “corporate culture”, noi invece lo chiamiamo …“scuola pubblica”.
i giovani sono stupendi e possono esserlo nonostante i governi che definanziano la scuola pubblica, che trattano la cultura e il sapere come inutili orpelli, nonostante governi che li cacciano fuori Italia per tentare di sopravvivere. La scuola funziona grazie ai sacrifici di un corpo docente sottopagato e trattato a pesci in faccia e grazie a veri guizzi di intelligente voglia di fare di studenti capaci.