di Elio Ria
Nell’immaginazione dell’idea di un libro
Accade che una copertina di fuoco con impresso una bestia assomigliante a un grosso serpente con quattro zampe, in circolarità su stessa si morde la coda con occhio allucinato, desti non pochi interrogativi e meraviglie.
Cos’è questa storia di copertina? E il titolo “La bottega del rigattiere”? E poi un lupo (logo dell’editore), in posizione comoda per ululati di pubblicazione. C’è dunque da leggere qualcosa. Ma in attesa di avere il libro fra le mani, qualche azzardo di commento si può fare su questa immagine viva ed efficace che potrebbe anche evocare il fuoco, la magia. Che ci sia di mezzo il diavolo? associato al mestiere di rigattiere, maestro delle cose occulte? E quali saranno le cose di cui Paolo Vincenti, il rigattiere, ci delizierà? Ci parlerà forse dei tessuti di broccato d’oro, tappeti, tende, cuscini o coperte di seta, pellicce, abiti talari o tonache, cassoni decorati, coperte da cavallo, gualdrappe, oggetti antichi di culto, libri di filosofi, testi sacri antichi? Oppure ci racconterà storie di fuoco, roghi, streghe? O ancora storie del tempo andato, di un passato che ancora arde nel presente e non accenna a spegnersi? Forse ci racconterà storie minime di contadini, artigiani, gente comune nel presente di un tempo sempre in conclusione di affari e fortune.
Paolo Vincenti, diavolo di uno scrittore che scombina le idee ordinate del lettore per travolgerlo nelle righe dei suoi testi narrativi e ammaliarlo con le sue leggi della grammatica e dell’invenzione letteraria. Come un divino legislatore non si cura di parlare secondo verità, ma in grazia e in virtù della fantasia, pratica di cui è profondo conoscitore. Invero trae dalla quotidianità della vita appigli di regola per farne eccezioni, singolari, avventure letterarie in linea con il linguaggio che sboccia nelle arti della memoria per individuare le radici delle storie e delle cose nel senso di ineluttabilità dove tutto è univoco, immutabile, stabilito, nulla deve essere spiegato, tutto accade perché deve soltanto accadere.
Di certo l’immagine della bestia raffigurata sulla copertina non spaventa, sembra quasi che voglia giocare con la sua coda. C’è anche da evidenziare che la bestia o Satana in letteratura sono stati ampiamente evocati. Per citare alcuni esempi John Milton con il suo poema Il paradiso perduto, George Byron ebbe a cuore gli aspetti demoniaci della vita. Perfino Giacomo Leopardi fu un cantore di Satana nel Canto ad Arimane, Baudelaire con le Litanie di Satana.
Chissà quali sorprese ha la bottega del rigattiere, nel frattempo prima degli attacchi del demonio Vincenti, sarebbe opportuno mettersi in prima fila per la serata della prima.
Elio Ria accende la curiosità come un fuoco, come il rosso della splendida copertina de “La bottega del rigattiere”. Paolo Vincenti fa di più, quelle fiamme le alimenta, ne fa magia, le usa per creare stupore in chi legge e se ne lascia travolgere. Il lettore gioca con la mente dell’autore e ne diventa egli stesso trastullo, via di fuga, promessa.
La prima fila dinanzi a un evento simile è inevitabile, soprattutto se l’invito viene da un prestigiatore letterato e letterario del calibro di Elio Ria, la prima fila è sempre auspicabile, soprattutto per chi corre giornalmente in nome di nuovi traguardi.
La fortuna e il merito ti assistano, Paolo, così come la nostra ammirazione.
grazie raffaella. tu sei fra i pochi ad aver letto il libro in anteprima e ne hai pure scritto. conservo gelosamente la tua recensione,, pronto a farla leggere a tutti appena il libro sarà pubblicato..