di Raffaella Verdesca
Siamo uomini e come tali abbiamo imparato a camminare in equilibrio su due piedi, a raffinare la parola, a produrre benessere.
Ogni volta che abbiamo cercato di esprimere sensazioni speciali, di quelle residenti nei quartieri alti dell’anima, abbiamo usato la scrittura, la pittura, la musica e ogni forza creativa generata dalla sensibilità.
La musica è forse il nostro linguaggio più diretto, quello senza bisogno né di passaporto nè di tante spiegazioni.
I ‘Petrameridie’ se ne son fatti ambasciatori e, sotto gli occhi amorevoli dell’Associazione ‘Tarantula’ e del suo presidente Giorgio Panzeri, hanno iniziato il loro viaggio partendo dal Salento, dalle sue tradizioni musicali popolari, fino ad arrivare dentro di noi con un pizzico della loro personalità artistica.
Parliamo di un gruppo di nove musicisti che viene spesso denominato ‘Progetto’ proprio perché, come tale, è stato fortemente voluto dal suo ideatore, Daniele Vigna, e portato in trionfo da tutti gli altri suoi compagni d’avventura.
La giovane età dei componenti fa ben intendere la voglia di rivisitazione di sonorità antiche che hanno emozionato le scorse generazioni nei momenti lieti della festa, in quelli teneri delle ninne-nanne, negli attimi appassionati delle serenate e in quelli d’incoraggiamento nel lavoro e nello struggimento.
La ‘Pizzica Pizzica di San Michele’ e ‘La Pizzica Pizzica delle Calandre’, comprese nel cd dei Petrameridie dal titolo “La Luna”, ci fanno gustare a pieno le atmosfere giocose fra i contadini negli intervalli del riposo e nelle celebrazioni di ricorrenze familiari o religiose. Irresistibile qui il ritmo scandito da Vito De Lorenzi con le sue percussioni e da Nico Berardi con flauti e charango, magica la commistione dei suoni e delle voci che si accavallano non perdendo mai l’identità.
Le vocalità aperte e potenti di Maria Vittoria Antonazzo, Piero Balsamo e Patrizia Zacheo ben si armonizzano con la tonalità vibrante di Gigi Marra, ponte d’emozione tra passato e presente. E’ proprio lui l’interprete della canzone che da’ il titolo all’album, ‘La Luna’, serenata vestita di poesia e di malinconia d’amore, brezza lieve di note che dal violoncello di Pierre dei Lazzaretti soffia attraverso la fisarmonica di Bruno Galeone e arriva al cuore come il romantico chiarore lunare.
Se le interpretazioni canore ci parlano, i virtuosismi musicali di Daniele Vigna, chitarrista e musicista d’eccezione, ci spiegano tutto ipnotizzandoci come sirene. Lo avvertiamo nella ‘Naca’, nenia dolcissima, così come riusciamo a riconoscerlo in ogni brano del disco, da ‘Sola sola’ all’ ’Eternità’, canto di prigionia, fino a ‘Tarastenia’, eccelsa sintesi di ritmi incalzanti e suggestivi, frenetici come il leggendario morso della tarantola.
‘La Luna’ è quindi la prova di come le note riescano a plasmare le sensazioni facendone sculture emozionali, e di come giovani talenti musicali possano riscrivere la tradizione colorandola di nuovo sentimento.
Nessuna disarmonia, nessuna prepotenza di ascolto nasce dalla musica dei Petrameridie, ma a riempirci rimane solo il piacevole tuffo in un mondo dove servono gli occhi dell’immaginazione, dove le orecchie sono conchiglie del cuore, e musica e danza si fondono in un ritmo che accende passione e piacere nell’anima.
Non ci resta allora che abbandonarci a questo piccolo sogno ad occhi aperti, forti della luce che i Petrameridie ci regalano con la loro ‘Luna’.