Per noi di Tuglie che ai tempi della nostra adolescenza gironzolavamo dalle parti dell’Oratorio, la ricorrenza di San Nicola era la prima festa che ci introduceva al clima e all’atmosfera natalizia del mese di Dicembre.
Non che ci fosse un’antica devozione verso questo Santo, ma l’avere come arciprete il nostro amato e ormai scomparso Mons. Nicola Tramacere ci portava tutti in chiesa per la celebrazione della messa e per festeggiare il suo onomastico.
Poi crescendo, leggendo e soprattutto gironzolando per le chiese e le cripte del Salento, mi ha fatto pian piano scoprire molti temi legati alla figura di questo Santo orientale profondamente interconnessi con la nostra terra e con la nostra storia.
La devozione verso questo Santo viaggia verso la nostra terra sulle imbarcazioni che portarono nel lontano 700 i monaci basiliani a popolare i nostri luoghi per sfuggire alle persecuzioni orientali e la furia iconoclasta dell’imperatore bizantino Leone III Isaurico.
Della vita di questo Santo, vissuto a cavallo tra il 200 e 300 d.C. in Licia, si tramandano alcune sue azioni che danno la misura della sua santità e che sono diventate motivo della sua devozione e di alcune credenze popolari legate alla sua figura.
Divenuto erede di un grande patrimonio a causa della prematura morte dei suoi genitori, si impegnò alacremente per aiutare i bisognosi della sua terra.
Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio. Per questo motivo viene considerato una sorta di protettore e patrono delle donne nubili (zitelle).
Un’altra leggenda non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini e, in alcuni paese, la notte del 5 dicembre è tradizione mettere degli stivali fuori dalla porta di casa affinché il Santo li possa riempire di dolciumi
In alcuni paesi dell’Europa orientale, la tradizione vuole che porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possano poi punirli.
L’immagine del Santo è presente in molte cripte e chiese del Salento, e di Maglie, a cui si riferiscono le foto, ne è il Santo Patrono.
E proprio in questa cittadina del leccese si tramandano delle tradizioni legate al suo essere protettore delle donne nubili e in particolare di coloro che tardavano a maritarsi. Giovani donne che non trovavano fidanzato o donne ormai in età non più tanto giovane e in conclamato “ritardo” sull’argomento matrimonio. Le zitelle.
La tradizione vuole che la zitella, per chiedere l’intercessione del Santo, si dovesse rivolgere a lui dicendo:
“Santu Nicola meu se nu ‘me ‘mmariti, paternosci de mie nu ‘nne spittare”.
E sempre secondo la tradizione, che a ben pensarci vede un San Nicola particolarmente in vena di parlare, il Santo risponde:
“Quando troi la sorte saccitela pijare”.
Come ben sappiamo, nell’antico ma anche nel recente passato, lo stato di zitella o di donna senza figli veniva vissuto quasi come una sorta di castigo di dio (volutamente in minuscolo). A volte considerato quasi come uno stato di peccato che impediva, nello specifico, il maritarsi. Fortunatamente i tempi cambiano.
Le immagini che vedrete sono quelle dei tre simulacri portati in processione il giorno della festa. Con San Nicola, sono portate per le strade della cittadina anche le statue della Madonna delle Grazie e di Sant’Oronzo.
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di seguito il link al video delle foto del giorno di festa
http://www.youtube.com/watch?v=chO-6W0PdK0
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fonte sulla vita del Santo:
http://massimonegro.wordpress.com/2011/12/05/maglie-san-nicola-e-le-zitelle/
Un Santo davvero generoso, San Nicola.
Massimo ce lo presenta in semplicità, non risparmiandoci il velato umorismo del suo culto in qualità di protettore delle donne nubili. Quanto dramma doveva nascondersi nel cuore di chi non riusciva a maritarsi!
Le donne felici di esibire oggi il proprio stato di ‘single’ niente hanno a che spartire con quelle di ieri, umiliate e tormentate dall’onta sociale della propria solitudine.
San Nicola ne deve aver sentite davvero tante! Non credo gli siano mancate le lamentele delle donne insoddisfatte nè i pettegolezzi di quelle anche fin troppo soddisfatte di poter scagliare qualche frecciatina all’indirizzo delle proprie compagne solo all’apparenza più sfortunate.
Una vera e propria contrattazione mistica: preghiere in cambio di mariti.
Un inconveniente nella venerazione di San Nicola, ahimè, ci deve essere sempre stato: il rancore delle donne deluse e la vendetta delle zitelle agguerrite. Se ci fossero dovute essere pubbliche elezioni fra i santi, temo proprio che il povero Nicola avrebbe avuto fluttuazioni spaventose di popolarità: ai nostri giorni per i tanti matrimoni contratti con danno, e ai tempi antichi per gli zitellaggi subiti con vergogna.
Nessuno è mai contento, si sa.
Meno male che la storia sostiene il buon operato del santo attraverso il suo amore per i bambini!
Ringraziamo Massimo per la sua bella scrittura sempre chiara e diretta, fonte di conoscenza di tradizioni a noi tutti care e preziose.