di Elio Ria
La semplicità è bellezza. I miei occhi sono per questa Terra adagiata fra due mari con il sole che resiste a se stesso per non ardersi.
Quando i miei passi staccano vita quotidiana per un percorso di meraviglia e nei sentieri di campagna s’inoltrano per convergere verso il mare ascolto la melodia della bellezza che sorprende.
Da quale luogo partire?
Quale direttrice tracciare per perdersi nelle meraviglie delle corti, dei palazzi assonnati e dimenticati, delle piazze di sbadigli, dei giardini ornati di ciclamini, petunie e garofani; degli orti di basilico e rosmarino a profumare aria di luna?
E’ così incantevole la mia Terra tanto da confondere l’immaginazione.
E a seguire fantasie di cieli merlati, io m’appresto a seguire il cammino di Astolfo sulla luna a ritrovare il senno per ricomprendere le ragioni di tanta bellezza che è dono degli dei per questa Terra aspra ma dolce, forestiera non più, taciuta per molto tempo, congiunta dalla nascita alla sofferenza, umile negli intenti.
E degli eterni ulivi disseminati – fra pietre bianche striate di grigio – dappertutto a significare eterna gratitudine agli orologi del tempo.
Il tempo del Sud è figlio di un dio che del fluire del suo tempo ha rallentato vita al giorno e alla notte, incuneandosi nelle pieghe del sole, come a torcersi su se stesso per concedere tempo all’eternità, giacché di questo hanno bisogno le genti del Sud: un tempo che non sia sempre tempo ma ampio respiro, affinché ogni cosa possa sedimentare e lievitare nel tempo dei tempi.
Che bella questa pagina, fin dalla prima frase !
Le parole e gli sguardi dell’autore aggiungono bellezza alla bellezza della nostra terra, e non è cosa facile. Bisogna farsi strada fra cose non proprio belle, alleggerirsi da grevi prospettive, ripulire una landscape il più delle volte già compromessa e riscoprire il lato originario della terra, darle respiro, speranza e leggerezza. In questo scritto avviene tutto questo.
SE VIENI AL SUD AVRAI L’UNGUENTO DI FAVOLE ARCANE E L’AMBRA DI UNA LUCE CHE CAREZZA L’ANIMA..