di Emilio Panarese
…In nient’altro si può trovare il simbolo della nostra provincia se non nei giganteschi e pittoreschi ulivi plurisecolari, che, come maestose colonne tortili, sormontate da larghi capitelli d’argento, tormentate, spaccate o scoppiate, di un vetusto tempio pagano dedicato a Pallade, si perdono, a vista d’occhio, per chilometri e chilometri, da Lecce fino al mare, fino a Finibus Terrae.
Qui, nella nostra terra, l’ulivo ha il suo regno, qui l’ulivo sin dall’epoca messapica è stato spettatore di tante antiche vicende, di tante illustri civiltà, di tutto il nostro glorioso e doloroso passato…
da: E, Panarese, Gallipoli, porto europeo dell’olio in «Tempo d’oggi», I (22), 18/12/1974
…facciamo in modo che non sia “vittima” del nostro presente
Già, colonne… Che bella immagine quella degli ulivi simili a maestose colonne. Reggono il cielo che ci commisera dal suo azzurro, sostengono la nostra ignoranza, quella che altrimenti rovinerebbe disastrosa sui nostri giorni presenti e futuri. E noi, piccoli e ignavi animaletti, non siamo capaci neanche di reggere un sentimento d’amore per chi ci ha nutrito e cresciuto per secoli. Spunto nobile, Emilio.
Ai noi, debbono arrivare altri Messapi, per rivedere i maestosi ulivi che avevamo.