testo e foto di Roberto Gallo
La Torre dei Cavalieri è, con la chiesetta di Santa Maria, tutto ciò che rimane dell’antico casale di Aurio, località sita al confine tra i comuni di Lecce e Surbo. Il toponimo deriverebbe dal greco ‘layrion’, cioè piccolo cenobio e compare per la prima volta in un documento di epoca normanna (1180) con il quale Tancredi d’Altavilla dona in dote il casale alla chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo di Lecce.
Aurio si può raggiungere percorrendo la Lecce-Torre Chianca e voltando in direzione Surbo; a quel punto, non essendo visibile dalla strada, il modo più facile per arrivarci è seguire la freccia che indica il ‘centro rifiuti’ dell’Axa. Esatto! Il segnale che indica la discarica è quello di gran lunga più visibile.
A differenza della chiesetta che è ben conservata, nonostante i discutibili interventi di restauro che l’hanno ‘cementificata’, la torre versa nel più completo abbandono ed è a rischio crollo.
Anche il territorio circostante è largamente degradato: il grande parco con 18 torri eoliche, il centro raccolta rifiuti, la masseria diroccata ridotta a discarica sono il triste corollario di questa zona che è diventata una estrema periferia urbana. L’ennesima offesa a un patrimonio storico-archeologico di enorme pregio e l’ennesima occasione perduta. Lecce, nel cui comune è situato Aurio, sembra aver dimenticato questo piccolo angolo del suo passato che pure ha dato il nome alla sua celebre Pasquetta del martedì chiamata ‘lu rìu’. L’antica usanza era infatti quella di recarsi in quel giorno “alla Madonna dellu Rìu” per un pellegrinaggio- scampagnata dove, secondo tradizione, si consumava lattuga, ‘marzotica e ‘unguli fae’.
Il sito in questione dovrebbe essere per i leccesi un ‘luogo dell’anima’ da tenere caro nella memoria collettiva, invece è abbandonato e degradato in maniera davvero colpevole.
Anni fa la giunta Poli ripristinò l’usanza de “lu riu”, cioè la pasquetta del martedì, che da allora si svolge al parco del Rauccio e non nel luogo da cui la festa prende il nome e che attualmente è, sinceramente, impresentabile.
Il sito si presterebbe a diventare un parco. Tuttora la stradina che lo attraversa è frequentata da rari cultori di footing o di ciclismo, oltre ai camion dell’Axa. La masseria alle spalle della chiesetta sembra sia stata utilizzata per oscuri traffici, nell’interno è stata bruciata una macchina e in seguito è stato murato l’ingresso, per cui si ha la sensazione surreale di non capire come la macchina sia entrata lì. La masseria ha subito dei crolli ma ha una struttura che sembra solida. Nell’area della masseria ci sono canalizzazioni e una grande cisterna e tracce di antiche carrareccie, così come intorno alla torre.
Si sa perchè la torre si chiama di Cavalieri?
Sembra si possa chiamare anche dei “Cavallari” (molto più plausibile) non andate a cercare viaggi esoterici dove non ci sono