di Rocco Boccadamo
Per uno straordinario processo, o meglio prodigio, di suggestione, martedì 16 ottobre, nella magnifica cornice della sala della macina di Palazzo Ferrari – saggiamente scelta dal “Presidio del libro” parabitano, cui si deve l’organizzazione dell’evento – si avvertiva, aleggiante e sovrastante rispetto ad ogni altro elemento, la presenza e la vitalità ideale di tutti i venti personaggi delle storie reali raccontate o rievocate dall’autrice.
Come a dire che il folto drappello di figure femminili posto ad animazione delle pagine del volume, di certo riconducibile dal punto di vista anagrafico a stagioni lontane, giustappunto al Salento che fu, trasudi, insieme, attualità e sia calzante, anche adesso, in funzione di linea guida, giammai cancellabile, per la testimonianza, la proclamazione, la rivendicazione e la difesa dei valori morali, con la dignità al primo posto.
Donne vere e, ciascuna a modo suo, piene dentro.
Altro “prodigio”, nella specifica circostanza, è che la tavolozza di volti, coscienze e personalità, quale si trova riflessa nel libro, rispecchia l’animo, l’essenza fondamentale e le inclinazioni elettive della scrittrice: il suo perenne guardare avanti, la sua “operosità” volta a tessere, con i pensieri e con le parole, una tela speciale, ovvero idonea non soltanto ad avvolgere la quotidianità, ma pure ad essere stesa per il futuro, a beneficio delle generazioni a venire.
Raffaella Verdesca è brava in modo eccezionale a raccontare e a coinvolgere, e però, forse, ciò che più conta e le conferisce merito, è la sua visione positiva del percorso umano, dei rapporti interpersonali a livello di comunità, la spontaneità e la naturalezza nel credere fermamente alle strade maestre, lineari: la verità, è verità e basta.
Sono stato permeato da un getto d’autentico piacere e di schietta gioia nell’assistere alla presentazione dei ”Volti di carta”. Ho potuto maggiormente apprezzare le fasi della cerimonia, giacché, qualche mese addietro, mi era stato concesso il privilegio di scrivere una recensione dell’opera.
Per concludere, formulo l’augurio che le storie della Verdesca vadano a stimolare l’interesse di un vastissimo numero di lettori, specie salentini.
L’augurio da parte di una penna così raffinata come quella di Rocco Boccadamo, non può che essere un regalo prezioso per qualunque autore. L’attenta osservazione e analisi che Rocco fa della serata e dei suoi contenuti mi spingono a immaginare ogni presenza nel pubblico e sulla carta come parola del suo bel dire. Mai parole superficiali o non partecipate, ma introspettive e fortunate. E’ vero, il mio messaggio è sempre di ottimismo, di speranza e di condivisione comune perchè tutto questo si traduca in realtà realtà e la realtà non sia solo cornice del niente.
Detto questo, non mi resta che ringraziare la splendida persona di Rocco Boccadamo, onorata della sua presenza e conoscenza, estendendo un abbraccio virtuale a tutti, tutti coloro che credono in positivo, a partire dal Burundi a finire alla nostra fervida terra.
La verità insieme a tutto il suo regale seguito di valori saranno la nostra salvezza,
parola di ‘donna del Salento’ che fu, nelle sue radici, e che sarà sempre nei suoi frutti.