“Allora si ricongiunge quello che noi continuamente / separiamo, per il semplice fatto di esserci […]
(Rainer Maria Rilke, Quarta elegia)
di Elio Ria
Campagna sottratta, per un attimo, al sogno della natura. A ridosso del mattino, quando ogni cosa è sistemata e non si trova lì per caso, il poeta osserva lo straordinario incanto del cielo che si abbassa alla terra per renderle onore.
Nel segmento del tempo i colori esplodono meraviglia. L’accumulo di bellezze con l’aggiunta di immagine ad immagine, oggetto ad oggetto, è poesia.
Ogni cosa è al suo posto, ancora. Gli alberi d’ulivo – attori del luogo – non ingigantiscono sguardi, plaudono echi e richiami di Sud. Il cielo è incanto. Il muro bianco posto all’orizzonte delimita l’infinito, sicché immaginarlo non vi è obbligo di fantasia. È una storia di immagini e di colori voluta dagli angeli per avventura di occhi e di cuori.
Mi fingo poeta per godere dell’immagine che fu sottratta, per un attimo, dal libro di Dio.
Fingersi poeta è qui l’esperimento più difficile, data la semplice complessità dell’immagine e la complessa semplicità del pensiero. Se infatti Elio Ria non fosse davvero un poeta e Ivan Lazzari passasse per il classico fotografo della domenica, la fusione artistica di poesia e fotografia, di sentimento e di figure, di ali e di colori, sarebbe miseramente fallita.
Grati alla esperta guida di Elio nel bel viaggio illustrato da Ivan, ci abbandoniamo al piacere di sapere che esiste al mondo qualcuno in grado di rubare con eleganza e profitto universale ciò che da sempre ci appartiene e che troppo spesso ci dimentichiamo di possedere.
grazie Raffaella per aver esaltato la già efficacissima fusione…
Poesia per gli occhi e per la mente, queste sono le cose che portano il sole anche in giornate grigie come quella di oggi.
Ringrazio Ivan Lazzari per l’opportunità concessami di accompagnare il mio testo alla sua stupenda fotografia.
Grazie a voi tutti!
Senza parole, anzi una: bravissimi!