(Lecce, vico del Pittaccio – ph Giovanna Falco)
di Elio Ria
Un vico nascosto fra le pieghe dei palazzi di Lecce abbellito di fiori che da un balconcino tendono a coprire le macchie di usura delle pietre. Un frammento di bellezza floreale che dà vivacità e movimento all’immobilismo dell’isolato. Verde, viola, rosso accanto al solitario lampione. Una finestra chiusa che nasconde vita domestica. La pareti tinte di grigio dallo scorrere della pioggia che su di esse si aggrappa per non precipitare e lasciare un segno. Pittaccio, vico del Pittaccio, il nome a rendere signorilità ed eleganza ad un vico oscuro e dimenticato. Uno scorcio della città che nella solitudine della pietra prova ad incantare il visitatore con un ricamo di fiori.
Proprio sulla strada da cui si vede quel balconcino, in questi giorni sono stati sfrattati componenti della comunità marocchina. Percorro ogni giorno quella strada per andare a casa… Come al solito, si è dovuti arrivare all’emergenza. Come per l’Italia, anche a Lecce, nel paradiso apparente, l’inferno della vita strappata coi denti.