di Stefano Tanisi
Il pittore settecentesco ruffanese Saverio Lillo (1734-1796) è da considerarsi come il diffusore dei modelli della pittura napoletana nel Salento nel XVIII secolo.
Francesco Saverio Donato Lillo, terzogenito di Angelo e Anna Maria Micoccio, nasce a Ruffano il 14 maggio 1734 (Archivio Storico Parrocchiale Ruffano, atto n. 946 del 15 maggio 1734).
Dal matrimonio il 30 aprile del 1755 con la ruffanese Margherita Stefanelli nascono nove figli, dei quali sopravvivono solo tre: il terzogenito Mosè (Ruffano 1759 – ivi 1789), pittore; la sestogenita Maria Rachele (Ruffano 1768 – Lecce 1845), pittrice; e l’ultimogenito Giosuè (Ruffano 1776 – Lecce 1849), musicista.
Il pittore muore a Ruffano il 12 ottobre 1796, assistito dalla moglie Margherita e dai due figli superstiti, Maria Rachele e Giosuè.
L’impegno pittorico di Saverio Lillo più importante e documentato è quello compiuto per la chiesa Matrice di Ruffano: nel 1765 realizza le tele del coro raffiguranti “La Cacciata di Eliodoro dal Tempio”, “Mosè e il castigo di Core”, “La visita della regina di Saba a Salomone”; nel 1767 la tela della controfacciata di “Gesù scaccia i mercanti dal Tempio”. Proprio con queste grandi opere “d’esordio”, che espongono, nel loro piccolo, il rinnovamento della tradizione locale verso i nuovi modelli napoletani (opere di Solimena, de Matteis e Malinconico), il pittore riceverà vasti consensi dalla committenza salentina e diventerà uno dei protagonisti nell’ultimo trentennio del ‘700.
Molti suoi dipinti sono presenti in diverse località del Salento. Degne di nota sono le opere conservate nelle chiese conventuali domenicane di Tricase, Galatina e Casarano. Nella chiesa di Tricase, infatti, troviamo i dipinti datati 1769 raffiguranti “Il sacrificio di Elia”, “L’adorazione del vitello d’oro”, “S. Paolo” e “S. Pietro”; nella chiesa galatinese l’ “Annunciazione” del 1793; mentre in quella di Casarano il dipinto della “Madonna del Rosario e San Domenico” del 1796, uno degli ultimi dipinti del Lillo, eseguito prima della morte.
I domenicani, fervidi predicatori, affidavano dunque al pittore Lillo il compito di tradurre in chiave pittorica le loro parole e gli scritti per rafforzare l’azione catechizzatrice delle immagini ai fedeli.
Proprio il dipinto di Casarano è interessato in questi giorni da un restauro conservativo che ha riportato alla luce la firma e la data “Xaverius Lillo P. A. D. 1796”.
Questo dipinto -attribuito al Lillo nel 1993 da Lucio Galante (“Pittura in Terra d’Otranto”, Galatina 1993, fig. 102)- è stato oggetto di un approfondito studio nel 2005 nel mio lavoro di tesi (S. Tanisi,“Il Sacro nella sintassi pittorica di Saverio Lillo”, Accademia di Belle Arti di Lecce, a.a. 2004-2005, rel. prof. F. Contini.) dove si evidenzia l’utilizzo da parte del pittore dei disegni preparatori e dei cartoni impiegati in altri dipinti, constatando chiare analogie con le altre esperienze pittoriche dell’artista. Si può vedere, infatti, come i due angeli abbracciati in alto a sinistra sullo sfondo della tela casaranese compaiono nel dipinto dell’ “Annunciazione” di Galatina citato. E ancora, le due testine alate sotto i piedi della Madonna sono le stesse che si ritrovano nell’inedito dipinto dell’ “Immacolata e San Giuliano” (1790) della chiesa Matrice di Borgagne. Da notare, inoltre, come le stesse teste d’angelo sono riproposte nei dipinti realizzati dai figli pittori, come nel dipinto dell’ “Immacolata” della chiesa omonima di Alliste, opera firmata “Moyses Lillo P.”, e nella piccola (mal restaurata) “Immacolata” della chiesa Matrice di Cutrofiano, firmata “Maria Rachele Lillo P. 1823” (cfr. S. Tanisi, “I dipinti di Maria Rachele Lillo nella chiesa dell’Immacolata di Cutrofiano, in V. Ligori – A. Calò – S. Tanisi, “La congrega dell’Immacolata”, Cutrofiano 2009 ).
Infine nel dipinto di Casarano troviamo, sullo sfondo in alto a destra, un angelo inginocchiato che è replicato dal Lillo nell’inedito dipinto della “Madonna del Carmine e San Carlo” della chiesa Matrice di Presicce.
Recenti ricerche condotte negli archivi, nelle diverse chiese e palazzi del Salento, hanno permesso di ricostruire la vicenda biografica del pittore.
Nuovi risvolti anche sulla formazione artistica: è probabile che sia avvenuta in Napoli, poiché, importanti e inediti documenti riportano il Lillo “dimorante” in tale città tra dicembre 1763 e febbraio 1764. Non conosciamo le strade percorse dal giovane ruffanese in questa città d’arte, ma sappiamo cosa ha trovato: una città straordinariamente ricca di dipinti. È da notare che egli è nella città partenopea in un certo periodo della sua vita, prima dell’esecuzione delle opere del coro (1765) della chiesa Matrice di Ruffano: presumibilmente il suo praticantato artistico a Napoli era motivo d’affidamento di una così notevole impresa.
Da: S. Tanisi, Xaverius. Saverio Lillo, un pittore e la sua storia, in “il Paese nuovo”, quotidiano del Salento, anno XX n. 24, domenica 29 gennaio 2012, p. 23.
Bell’articolo, proprio bello! E da borgagnese non posso che essere felice di scoprire finalmente la paternità della tela dell’Immacolata. Grazie del contributo!!!!
Ciao Alberto, anche il tuo articolo sul dipinto dell’Immacolata di Borgagne è interessante! Anzi invito a leggerlo: https://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/12/08/borgagne-lecce-laltare-dellimmacolata-nella-chiesa-matrice/
Se la popolazione borganese è interessata, potremmo organizzare una serata dedicata al dipinto!