di Marcello Gaballo
una foto denuncia, forse per trovare sollievo, per puntare il dito sullo scempio che l’uomo di oggi può esercitare su un’opera d’arte.
Forse quell’intaglio della pietra non sarà considerato tra i migliori di cui la Terra d’Otranto può dare prova, ma quel segno rimarcato al posto delle pupille dei putti vi confesso mi ha dato un voltastomaco di non poco conto. Ma si può?
Mi chiedo se possa esistere un custode del sacro tempio che abbia permesso simile sfregio, quasi una madre che consenta alla figliola di poter essere sfregiata perennemente sul viso senza proferire alcunchè.
Ne farei una copertina da rivista patinata, per gridare al mondo quanto siamo stupidi e poco accorti, oltre che persone di cattivo gusto.
Emblema anche questo di un Salento in brutte mani? forse un caso sporadico? e nessuno tra i superiori o tra i fedeli si sarà accorto della bruttura che da quel giorno ha offeso il luogo in cui si trova?
Avrei giustificato uno schizofrenico, un devastatore, ma non lo sarà mai per chi, con accortezza o semplice stupidaggine, ha voluto realizzare questa ferita inguaribile su un altare settecentesco.
Non c’è limite all’imbecillità umana, a quell’ignoranza che fa definire vecchiume reperti archeologici di inestimabile valore e fa dipingere di nero gli occhi di putti su un altare settecentesco. Il povero esecutore e il ben più povero committente avranno pensato forse che in questo modo quei piccoli disgraziati avrebbero finalmente acquistato la vista. Attenzione, però! Pur ammettendo che la scultura originaria in pietra fosse cieca, dubito che gli sfortunati angioletti abbiano particolarmente apprezzato il fatto di poter guardare negli occhi la miseria umana così da vicino. Peccato che quella infausta pupilla abbia tolto a noi ogni dubbio sulla scelleratezza di certe scelte da parte di sovrintendenze di tutti i settori: arte, cultura, archeologia, territorio, urbanistica e chi più ne ha più ne metta. Potendo, cancellerei la macchia di questo scempio con stucco e perfino gomma, potendo, cancellerei la cecità dell’animo di chi crede di sapere pur non avendo occhi, orecchie e cervello.
Colpa o dolo non saprei! Quando, qualche tempo fa ripetevo che per un processo di rappacificazione con la nostra cultura era necessario far parlare le pietre e noi acoltare, non immaginavo che qualcuno si fosse messo a posto con la coscienza della storia, attribuendo pupille ed intonaci alle nostre sculture. Si, perchè voglio pensare ancora BENE sull’origine di tale scempio. Sicuramente il nefasto oculista ha pensato bene di ridare la vista ai ciechi putti. Quest è drammatico! L’ignoranza che lo distingue e quella che lo circonda non solo non permette di ascoltare la nostra cultura, il sussurro dei nostri sapienti avi, ma scandisce l’aut definitivo nel modo più infausto! un consiglio umoristico all’insipiente… In questo tempo ancora estivo di gran calura e di accecante sole, perchè non si provvede di fornire i soggetti cherubici di appositi occhiali?…. Per l’ignoranza cieca dimostrata, ho paura che accoglierà il mio consiglio umoristico a guisa di proposta vera! Libera nos a malo…..