di Paolo Vincenti
Blu, rosso, giallo, verde: colori intensi, come forte e intensa è certamente la sua personalità. Parliamo di un’artista molto brava e affermata, una paesaggista ma anche astrattista, che sa infondere alle proprie opere quel tocco di originalità che le contraddistingue, che dà ad esse quella cifra stilistica personale che le rende di certa paternità, anzi maternità, visto che parliamo di una donna. La nostra artista, che ci riceve nella sua bella casa nella campagna solatia di Specchia, in contrada Petri, è Laura Petracca, una signora raffinata, colta, dal portamento che diresti aristocratico, se non fosse per quel suo ribollire quasi come di un vulcano in piena, per quel suo sommergerti con la vitalità che le appartiene, di quella che oggi si direbbe “una donna in carriera”, presa da mille impegni e responsabilità. Solo che l’espressione “donna in carriera” si adatta ad una donna manager, capitana d’impresa o alta dirigente, niente di quello che è la Petracca.
Per lei, la carriera è la sua arte, che trasmette alle sue allieve nell’insegnamento che deve amare molto, che infonde nelle sue opere, vere e proprie figlie che camminano sulle proprie gambe per il mondo, e arte ci deve anche essere nel dirigere la sua casa e la sua famiglia, un marito e una figlia, e nel volontariato che pratica con la partecipazione a diverse associazioni e iniziative di carattere sociale nella sua Specchia.
La Petracca trasuda passione ed energia da tutti i pori. Si vede che quello dell’artista era per lei un destino segnato, che però la Nostra ha forgiato con le proprie mani, con gli strumenti del mestiere e la valentia di un’ “artigiana” della propria arte.
Laura Petracca, diplomata in Decorazione all’ Accademia Di Belle Arti ” Decorazione ” di Lecce, insegna “Disegno e Storia del Costume” nell’indirizzo “Abbigliamento e Moda” presso l’I.I.S.S. Polo Professionale “Don Tonino Bello” di Tricase (Le). Ha partecipato a numerosissime mostre collettive e personali, durante le quali ha ricevuto premi e riconoscimenti , gli ultimi dei quali, in ordine di tempo, sono, solo nel 2011: Premio Biennale “Trofeo Artista dell’anno 2011”Cesenatico ( Fc), Premio “Eccellenza Stilistica” Palermo , Premio Parga (Iv Edizione) Castello Veneziano Parga ( Grecia) 1-6 Agosto . Hanno scritto di lei: Dino Marasa’, Andrea Michele Vincenti, Nadine Giove, Antonio Penna, Valerio Utri, Luigi De Giovanni, Giuseppe Afrune,Rocco Vergari, Maurizio Antonazzo, Vincenzo Abati, Mariarosaria Belgiovine, Oronzo Russo, Tiziana Cazzato, Domenico Distilo, Anna Iozzino, Simone Fappanni, Vittoria Bellomo, Sandro Serradifalco, Dino Marasa’, Nadine Giove, Andrea Michele Vincenti, Pina Petracca, Elena Cicchetti, Pompea Vergaro, Anna Francesca Biondolillo, Liliana Nobile, Salvatore Russo.
La brillantezza cromatica delle sue realizzazioni esprime a pieno quell’Exultat con il quale sembra che la Petracca, per carattere e forse anche per una spiritualità profonda, festeggi ogni giorno il miracolo della vita. Se non si provano emozioni, non si possono trasmettere emozioni. Non si può rendere l’incanto del nostro mare, di una pianura infinita bagnata dal sole, del rosso acceso di una rosa o del giallo oro del nostro grano, se non se ne vivono intensamente sulla propria pelle le vibrazioni. Non si può dipingere con originalità l’arma civica della propria città, stranota a tutti, e questa diventare lo stemma della locale Pro Loco, se non si ama a fondo il proprio luogo d’origine, quella Specchia che oggi si accredita all’attenzione nazionale come uno dei borghi più belli d’Italia, mèta di un turismo continuo e internazionale.
Non si può dipingere un “campo con papaveri e fiori gialli” con tanta vivezza, se non si è corso a perdifiato su quei campi, fino allo sfinimento, fino a percepire la sensazione di diventare tutt’uno con la natura intorno, medesimo fiato, unico respiro. Non si può dipingere una tanto radiosa “primavera in riva al mare” o un maestoso “albero solitario” affogato nel verde, se non lo si è abbracciato con tutta la propria forza; non si può rendere, su acrilico, la magia di un’ “estate salentina”, se non la si è vissuta a fondo, in anni di libertà assoluta e selvaggia, e rievocare con spontaneità creativa certi paesaggi, senza stravolgerne la forma, se non si sentono questi paesaggi parte integrante del proprio vissuto, in altre parole: casa. Barocca forse, la Nostra, in certi suoi risultati, ma non ridondante, certo il cromatismo dei suoi dipinti lascia il segno.
La sua capacità tecnica è vivificata dalla sua passione di donna. Scrive Liliana Nobile: “ La natura, nella personale interpretazione di Laura Petracca, è un inno alla fantasia che nel suo immaginario pittorico esplode con un’esultanza di colori intonati ad un armonico vivere.” E Nadine Giove: “La poesia pervade l’intera opera di Laura Petracca, che conduce lo spettatore verso mondi d’intima bellezza. La purezza dei colori, la leggiadria delle forme, l’equilibrio compositivo delle pennellate sulla tela: tutto suscita un incantato stupore in chi osserva le sue opere. La natura è resa romanticamente e con sensibilità squisitamente femminile . Tuttavia il segno trattico è ben disegnato, dai contorni precisi a punta di pennello. Tutto ciò rivela un istintivo talento da parte della pittrice, che senza timore rivela ciò che più le sta a cuore. L’arte con lei diviene così ritratto idilliaco di un universo dall’atmosfera magica e sognante. Laura Petracca è artista dallo stile personale, che ci svela il suo Io interiore, intingendo il pennello nella sua anima per creare splendide opere: al fruitore non rimane che coglierne gli aspetti più profondi e farsi ammaliare da esse.”
Laura realizza pitture su legno, pitture su stoffa (come abiti decorati, tende, coordinati e fiocchi per neonati o per carrozzina, coperte, ecc.), fregi, specchi decorati e finanche poster, a testimonianza della sua grande versatilità e, direi, anche di una certa umiltà che non la fa tirare indietro di fronte alle richieste che potrebbero sembrare più peregrine.
La sua ultima realizzazione degna di nota è una bellissima “Madonna del Passo”, acrilico di cm 90 x 130, per la omonima chiesa specchiese dalla Petracca devotamente frequentata. Laura Petracca ha fatto propria la lezione dei grandi artisti da lei ammirati e studiati ai quali spesso si ispira o ne fa anche delle riproduzioni e il risultato, come ben conferma Oronzo Russo, “sono opere di grande effetto comunicativo, che ti appassionano e pervadono, senza lasciar traccia di scontato perchè Laura Petracca ad ogni tocco si rinnova come per incanto.” Ma Laura sa anche osare, come in un “campo divisionista”, o come per le pitture su vetro che sono l’ultimo approdo della sua arte senza frontiere. Scrive appunto Vittoria Bellomo: “La cifra portante di Laura Petracca è senz’altro quella del movimento delle forme, del dinamismo, in piena sintonia con la sua forte simpatia verso il futurismo, a cui fra l’altro rende spesso omaggio con le sue belle opere dedicando tele ricche di segni, sogni e colori di splendida fattura (pensiamo a “Omaggio a Depero”, n.d.a.).
Un’altra sua caratteristica è quella di reinventare la natura come nell’opera “ Forma astratta con foglie”.” Insomma, se tutti questi scrittori sono concordi nell’affermare la vitalità espressiva di un’artista a tutto tondo comela Petracca, ci sarà ben più di un motivo per cui valga la pena di andare a visitare o ad acquistare le sue opere, che sono infatti abbastanza quotate.La Petracca ha anche un sito personale continuamente aggiornato: www.laurapetracca.com.
Cogliere la poesia dell’arte anche in particolari minimi e apparentemente insignificanti: ciò distingue l’artista, con la sua sensibilità, dall’uomo comune. Infatti Picasso afferma: “Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”. In questo trova giustificazione quella nota di astrazione, di reinterpretazione soggettiva, infine di originalità, che si può cogliere nelle opere della Petracca. Il perfetto ovale del suo viso che, insieme al candido incarnato, la fa assomigliare a certe bellezze del Seicento, se non fosse per quella nota di biondo che colora i suoi capelli, il suo eloquio fluente e veloce, i suoi modi eleganti, la simpatia data dalla spiccata cadenza salentina della sua parlata (Specchia, non più centro-Salento ma quasi Capo di Leuca), e in ultimo l’ammirare i suoi quadri: tutto ciò rende la visita pomeridiana a casa sua un’esperienza da ricordare e da annoverare fra gli incontri belli che in questo ambiente della cultura salentina si fanno ancora, grazie a Dio, a dispetto della frenesia e della desolazione di cui a volte sono fatte le nostre giornate di lavoro e di ricerca di un senso. E di questo, voglio ringraziare Laura Petracca.
Infine, non per smentire tutto quello che ho scritto finora o per mancare di rispetto agli illustri critici d’arte che ho citato, ma c’è sempre, al fondo di ogni scelta, una ragione soggettiva, che è quella del proprio gusto personale, quando si ammira e ci si innamora di un’artista o di un’opera d’arte. Come scrive infatti quel grande provocatore di Oscar Wilde: “Esistono due modi per non apprezzare l’arte. Il primo consiste nel non apprezzarla. Il secondo nell’apprezzarla con razionalità”. Così, spinto da quel demonietto dello scrittore inglese testé citato, io mi prendo la licenza di affermare che apprezzo l’arte di Laura Petracca, al di là di ogni dotta e motivatissima esegesi critica, soprattutto perché mi piace.