Abstract
Gli incontri etnografici lasciano spesso il residuo di un disagio nei protagonisti, specialmente nei cosiddetti informatori, le persone, i testimoni contattati dagli antropologi; questi talvolta registrano delle strategie di difesa nei comportamenti dei loro interlocutori, talaltra non ne intravedono e usano la loro autorità per riferire e spiegare le loro parole, esercitando una sorta di diritto/dovere in realtà privo di mandato e di consenso. L’oggetto del saggio è un’indagine su una tale contrapposizione, realizzata attraverso la lettura e l’analisi di documenti etnografici nei quali essa emerge in modo molto evidente, e comprende altresì una riflessione sul lavoro che gli antropologi conducono sul campo, sui fraintendimenti forse inevitabili che ne derivano, sul ruolo che recitano in contesti che consentono ai loro testimoni di raccontare in prima persona le proprie storie.
ENGLISH
Ethnographic meetings can often leave residue of discomfort in protagonists, especially in so-called informants, people, witnesses contacted by anthropologists; they sometimes register defense strategies in interlocutors behaviors, other times do not glimpse and use their authority to report and explain their words , applying a kind of right / duty actually without commission and consensus. purpose of essay is an investigation about such a contrast, made by reading and analysis of ethnographic documents in which it emerges quite clearly, and also includes a reflection about work conducted on field by anthropologists, about inevitable misunderstandings that may arise from it, about character they perform in environments allowing their witnesses to tell their stories in first person.