di Gianni Ferraris
E’ estate. Manifesti sui muri solo per feste patronali o per qualche consiglio comunale. In giro ragazzi e bimbi che corrono e vagano per le strade assolate. Così capita di guardarsi attorno per vedere una chiesa barocca, un balcone con cariatidi che sorridono alternate ad altre tristi. Finestre con persiane socchiuse ed occhi che spiano quel che accade sulla piazza. Giorni d’estate insomma. Ma quelle scritte strane, divertenti, ricche di cose non dette o troppo eloquenti sono ammiccanti. Così un bigliettino su una porta, elegantemente stampato al computer con una cornice floreale che lo ingentilisce. E’ talmente piacevole da vedere che ti costringe ad attraversare le strada per leggerlo. “Testimoni di geova, predicatori di pace. Lasciateci in pace, siamo cattolici”. Pacato avvertimento, da fedele a fedele.
E ricordo una giornata di febbraio a Genova. Vicino al centro storico una scritta senza fiorellini, ma molto eloquente lei pure. La paura a volte è tanta e ci si ritrova a doverla esternare, senza remore, senza ansie, con il coraggio che solo alcune situazioni ci aiutano a trovare: “immigrati, per favore, non lasciateci soli con gli italiani”.
Così anche un più prosaico “ti amerò per sempre” su un ponte della superstrada lascia immaginare un futuro pieno di passeggiate fra i campi o vicino al mare. Un per sempre troppo impegnativo per noi che sappiamo che il mai e il per sempre sono irraggiungibili.
Provate a passare, se mai vi capiterà, in un piccolo paesino del Salento, Ruffano, nella piazza, accanto al bar e al giornalaio, troverete la farmacia, con tanto di insegna e croce verde che si accende e si spegne. Accanto a quella, un’altra insegna, non luminosa però, “Farmacia dei sani”. Altro non è che una trattoria. Solitamente chi ci entra guarda con aria compiaciuta l’altro ingresso che, al momento, non lo riguarda. Anche questo è marketing.
L’amore la fa da padrone spesso. Così accanto a “Laura ti amo” e simili , puoi trovare un malinconico: “non riesco a dimenticarti”, e sicuramente aveva amici e complici lo scrittore, compagni di strada o magari solo di scuola che hanno preso a cuore la sua sofferenza e gli hanno suggerito: “prova a mangiare meno pesce”. Si sa, a volte la memoria occorre moderarla.
E doveva avere un animo giocoso l’autore di “meno stress, più farfalle”. Così come chi desidera stare un po’ in pace con la persona amata e scrive, forse sotto casa sua, “io e te a otto metri sopra il cielo, a tre c’è troppa gente”.
I muri parlano. A volte linguaggi cruenti, più spesso, e per fortuna, svolazzanti messaggi di pace. “Via le mani dagli occhi”, ho scoperto dopo averlo letto che è solo il titolo di una canzone. Però mi è piaciuto scritto da qualche parte, la canzone è altra cosa. E non è poi così male in questi tempi. Via le mani dagli occhi veramente. Buona estate .
Scritte seconda parte
… Spuntano come fiori in primavera le scritte sui muri e non solo che affascinano, seducono, fanno sorridere. Così “Simo ti amo troppo….ormai” lascia pensare ad una strada senza possibilità di ritorno. Però si può consolare l’autore. “ormai” non è per sempre. Lo ricorda un’altra scritta su un altro muro “Sono pazzo di te” corretta dopo qualche tempo con spray di altro colore che l’ha trasformata in “Ero pazzo di te, ma sono guarito”. Nessun male è incurabile in fondo. Così qualcuno scrive, pacatamente e serenamente (giusto per parafrasare) “perdonami se ti voglio bene” quasi il farlo fosse un insulto. Ma è tempo di esami di stato, e un preoccupato candidato va sul muro di cinta di un liceo e scrive in azzurro : “La notte prima degli esami. Commissari siate clementi”. E leggendo su un camioncino “Cooperativa solidarietà a responsabilità limitata” sorge spontanea la domanda su cosa sia a responsabilità limitata. Se è non è la coop il problema esiste. Però è bene mettersi a posto con la coscienza. In particolare dopo aver letto che qualcuno dice (i giapponesi, chi altri?) che è giusto cacciare balene perché mangiano troppi pesci e tolgono ai bimbi del terzo mondo l’opportunità di nutrirsi di orate al cartoccio delle quali pare vadano pazzi, In risposta una mano misericordiosa su un muretto nelle campagne, ha scritto a caratteri cubitali “gli animali hanno un’anima”. Ebbene si. Guidando i pensieri corrono sconnessi e apparentemente scollati fra loro. Così dopo un po’ un’altra scritta mi riporta con i piedi in terra e il cerchio pare chiudersi : “meglio immigrati e poveri che italiani paranoici e razzisti”. E fatalmente Maroni torna nei pensieri con i suoi occhialini colorati e il suo sorriso sornione. Nel frattempo arrivo e leggo una lapide nel centro storico che recita: “Comune di Corigliano, circondario di Cutrufiano, collegio elettorale di Maglie, provincia di terra d’Otranto.” Già, questo territorio era “Terra d’Otranto”. Ora è una parte della Puglia, anzi, delle Puglie. Perché la regione è lunga, molto. Inizia nel centro Italia e finisce nel profondo sud. Uno sguardo alla Chiesa barocca, uno alla lapide che ricorda Salvatore Nuzzo, morto partigiano in terra di Cuneo, e proseguo a fare ciò per cui sono qui. Per un’ora almeno lascio perdere Maroni e tutti gli altri, mi immergo in diversi pensieri e mi porto appresso come porta fortuna la scritta appena letta : “ Le dimensioni del mio caos”.
Scritte atto terzo (forse ultimo).
Ancora scritte e ancora insegne. La curiosità è sempre presente e viva. Così quando leggi sulla porta di un ufficio una targa che dice:”Servizio ambulanza e onoranze funebri” ti poni il problema di un eventuale conflitto di interessi fra le due attività. Però a pochi chilometri, in un altro paesino, c’è un ufficio che forse ti potrà fornire una chiave di lettura diversa, infatti la targa in ottone scritta con caratteri gotici dice: ”Sua grandiosa maestà cosmica il re della terra per grazia e carisma di Dio Donato Palmieri senatore accademico nato duca di Castrì e marchese di Martignano.” E va bene che non si capisce l’attività svolta dal signor Palmieri Donato, però ha qualcosa di esoterico e di astrale nel testo. Forse legge il futuro, e forse può delucidarti sull’ambulanza che porta al cimitero. Poi è un senatore accademico. Conosciamo altri emeriti della Repubblica che di sciocchezze ne dicono tante. Un tempo c’erano le case del popolo in alcuni paesi, una, in piemonte, si è trasformata in “people house”, antesignano omaggio al nuovo che incombe, mi ricorda tanto il loft e “i care”. In altri luoghi invece si coniugano nuovo e antico, un’apoteosi di commistione non già tra sacro e profano, quanto piuttosto una conferma all’omaggio del nuovo corso della storia, infatti, il paese si chiama Miggiano, puoi leggere sull’insegna di una sala giochi : “Videogames del popolo.”
E viene quasi una lieve commozione vedendo due ragazzi che si abbracciano. Sulla maglietta di lui puoi leggere una citazione del grande Totò “a proposito di politica, c’è niente da mangiare?” Tangentopoli docet. Ed è sempre d’amore che parla quella scritta su un muro di Lecce un amore che porta lontano, potremmo definirla, come oggi si usa molto, una scritta bipartisan :” Martina ti amo. E amo anche tua cugina.” Mica come quello che non ha le idee chiare e scrive, poco più in la :”voglio bene a chi me ne vuole”, quasi a significare un bisogno di affetto che non sa bene dove diavolo cercare. A volte invece un muro bello, pulito, ridipinto da poco, può essere utilizzato da un educatissimo scrittore con : “Signora mi scusi, ma è troppo bello scrivere sui muri.” E poi dicono che i giovani non hanno una morale e un’etica. E concludo con una citazione sentita per radio dopo l’assassinio della ragazza italiana in Spagna. Radio due ha fatto veramente un servizio socialmente utile come le compete, consiglia lo speaker del GR a chi si reca in discoteche o simili posti: “diffidate dei tipi pericolosi, ad esempio persone con gli occhi arrossati” (sic). Ha omesso di specificare come si distingue il tipo pericoloso da quello innocuo, forse chiedendolo direttamente. E voglio vedere uno con gli occhi rossi perché magari ha pianto o per una nottata passata a ballare, additato come stupratore in pectore.