di Stefano Cortese
Tra i tanti racconti che mio nonno Paolo mi tramandò ha sempre suscitato nel sottoscritto una certa curiosità la scoperta di alcune tombe e reperti in ceramica che lo stesso, insieme a suo fratello Antonio, ebbero modo di rinvenire lavorando il terreno di “donna Rosa Panico”, al fine di impiantare alcuni uliveti negli anni ’50.
Si tratta di una contrada sita tra le masserie Cuntinazzi e Cutura, tagliata dalla provinciale Melissano-Felline, sul confine amministrativo tra la stessa Melissano e Racale.
Ebbi modo di segnalare l’episodio sulla personale tesi di laurea magistrale (Cortese 2009, 22-23) in quanto questa contrada, a personale avviso, doveva essere lambita dal percorso che da Ugento portava al monastero italo-greco di santa Maria del Civo, per poi proseguire in direzione Alezio.
L’amico Fernando Scozzi (2009, 10), in un suo contributo inerente la masseria Cutura, accenna inizialmente alla storia della masseria e del suo passaggio di proprietà alla famiglia Panico (con istrumento del 12 febbraio 1896), poi ha modo di riportare una fonte orale, quella di Giuseppe Cortese, il quale ricorda che in questa contrada, denominata Spagnuli, furono scoperchiate delle tombe che si diceva facessero parte di una necropoli di un non meglio precisato convento degli “Spagnuli”.
Grazie alle sue ricerche, il professore Scozzi segnala che il toponimo Spagnuli era già presente nel catasto onciario dell’università di Racale del 1754, tra i possedimenti del duca Basurto, segnalando come sulla stessa contrada insistesse il toponimo monte d’Ercole e quello di calcara di Cola, a causa appunto di una calcara ancora viva nella memoria degli anziani.
In vista della pubblicazione “Nei Borghi dei Tolomei. Formazione e caratteristiche dei centri storici di Racale, Alliste e Felline” (Cortese 2010), ho avuto modo di compiere un sopralluogo in zona per poter meglio delineare le caratteristiche di questo insediamento. Nel fondo dove furono trovate delle tombe è presente oggi una piccola cava e molto probabilmente, se le tombe non erano terragne, almeno parte della necropoli è andata distrutta; dall’altro lato della strada, in un terreno adibito a giovane oliveto, i fondi sono cosparsi una grande quantità di ceramica di datazione tardo antica, a partire soprattutto dal II-III secolo d. C.
Tra la ceramica rinvenuta, laterizi, ceramica anforaria e da mensa (in particolare sigillata africana C). Poca, ma presente, la ceramica bizantina (non si esclude una residualità d’uso di ceramica romana imperiale nell’età bizantina), mentre è assente la ceramica invetriata.
La vocazione agricola del piccolo insediamento rurale romano viene corroborata dalla testimonianza orale fornitami da Giuseppe Cortese, il quale ricorda di aver visto il negativo, nel terreno, di due grandi contenitori, probabilmente due grandi pithoi o dolia. Non sappiamo il toponimo del sito, ma la vicina toponimo prediale Ruggiano e la presenza a poco meno di un centinaio di metri di distanza di almeno 3 tracce di centuriazione romana (direzione sud-sudest), testimoniano l’antropizzazione della contrada.
Infine, ci fu mai una comunità monastica sul sito? Il toponimo Spagnuli, a personale avviso, è da riferirsi alla caratteristica erba selvatica conosciuta nel volgo con tale nome, oppure alla origine spagnola dei proprietari della contrada, cioè i Basurto. Nessuna fonte, purtroppo, ci autorizza a pensare la presenza di un’antica comunità monastica in zona, anche se in un vicino sito analogo già frequentato, leggermente più ampio (un probabile vicus), si insediò la comunità italo-greca di Civo, reimpiegando, come accadeva spesso, i conci dagli edifici romani.
E’ grazie all’archeologia del ricordo che è emerso l’ennesimo insediamento rurale romano (fattoria?) che costellavano il nostro territorio in epoca imperiale, scoperta il cui input va tributato al mio compianto nonno.
BIBLIOGRAFIA
-Cortese S. 2009, L’insediamento monastico di Santa Maria del Civo fra indagine storica ed archeologica, tesi di laurea magistrale in topografia medievale, relatore prof. Paul Arthur, a. a. 2008/09
-Cortese S. 2010, Nei Borghi dei Tolomei. Formazione e caratteristiche dei centri antichi di Racale, Alliste e Felline, edito dal CRSEC Le/46 Casarano, tip. Martignano, Parabita
-Scozzi F. 2009, “La masseria “Cutura” note di storia e di archeologia” in Rosso di sera, a cura della Pro Loco, Melissano gennaio 2009, p. 10