di Rocco Boccadamo
Mi sia permesso di partecipare e diffondere una semplice, piacevole e in certo qual modo dolce immagine, giunta, stamani, a riempire i miei occhi e, insieme, a penetrarmi dentro.
Mi trovavo occasionalmente ad Andrano, un paese vicino al mio, per sbrigare alcune commissioni, quando, percorrendo lentamente in scooter una strada di quel centro abitato, la mia attenzione è stata catalizzata da numerosi piccoli gruppi di persone, stazionanti, uno dopo l’altro senza soluzione di continuità, fuori dagli usci o seduti sui gradini dei terranei.
I loro volti sembravano emanare un’insolita aria di tranquillità, di speciale, ma non assillante, attesa, una volta tanto non si scorgevano in giro furgoncini d’ambulanti o propagandisti porta a porta. Si avvertiva solo una sorta di naturale connubio fra tali espressivi frammenti di popolo e il soffio, altrettanto naturale, dell’aria calda dell’attuale periodo.
Bloccato il motorino, ho chiesto ad un gruppetto: ”Cosa c’è, che sta succedendo a spiegare una così insolita partecipazione di gente?”.
La risposta: “Signore, c’è la sposa, che proprio ora s’appresta a lasciar casa sua lì più avanti e a raggiungere a piedi – con familiari, parenti e amici al seguito – la parrocchia. Noi, vicini di casa, sentiamo il bisogno di onorarla e farle festa”.
Una risposta fra visi sorridenti, quasi che chi la porgeva parlasse a nome e per conto della generalità degli astanti.
Appagato, ho rimesso in moto lo scooter e, passando pian piano davanti alla casa della protagonista dell’evento, ho notato l’arco della porta ornato e infiorato e, intorno, tante eleganti e aggraziate toilette; infine, molti uomini recanti in mano gli “antichi” cartocci, riempiti, verosimilmente, con confetti o riso bene auguranti per la novella coppia.
Per coronare degnamente l’incontro a sorpresa, qualche attimo dopo ho voluto immortalare con un’istantanea il corteo nuziale in movimento.
Non c’è che dire, il mondo va stravolgendosi e capovolgendosi fra mille cambiamenti, eppure determinati “spettacoli”, tradizionali e genuini, a mio parere, non diverranno mai demodé.
Spero che queste tradizioni non si perdano con il passare del tempo.
Complimenti per l’articolo e la foto;)
GIUSTAMENTE ROCCO HA RITENUTO DOVEROSO ONORARE QUESTI SPOSI TRADIZIONALI PER I QUALI ASSOCIO AL SUO IL MIO AUGURIO SINCERO…
L’EVENTO MATRIMONIO, OLTRETUTTO “PUBBLICO” E QUESTE TRADIZIONI VANNO AD ESSERE SEMPRE MENO FREQUENTI.
MI COMPIACCIO CHE SIA PURE NEL PICCOLO PAESE I VICINI SENTANO ANCORA L’ESIGENZA DI FESTEGGIARE GLI SPOSI (I QUALI BEN SANNO QUANTO SIA ECONOMICAMENTE GRAVOSA LA CERIMONIA TRADIZIONALE)… FORSE DOVREMMO REALIZZARE UNA SORTA DI ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE E IL MANTENIMENTO ANCHE DI QUESTE TRADIZIONI, CHE NON PORTANO DENARO COME LE INNUMEREVOLI SAGRE (ANCHE QUELLE DELL'”IMPOSSIBILE”) CHE VENGONO REALIZZATE ANCHE NEL NOSTRO sALENTO NEL PERIODO ESTIVO, MA PERMETTONO DI MANTENERE TRADIZIONI ULTRASECOLARI, CHE NON COSTA NULLA PERPETUARE, E CERTAMENTE DANNO GIOIA AGLI SPOSI COME ALL’AMBITO SOCIALE DEL QUALE ESSI SONO PARTE.
BEN VENGA UN’ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE DELLE TRADIZIONI SALENTINE, NON SOLO DEL GUSTO, MA ANCHE DELLA CULTURA DEMOETNOGRAFICA E DEI RITI DI PASSAGGIO IN PARTICOLARE.
bUONA SETTIMANA A TUTTI!