Un viaggio attraverso le eccellenze artistiche, architettoniche e ambientali del territorio salentino è quello che intende presentare la Fondazione Terra d’Otranto con la pubblicazione della collana “Itineraria”, serie di guide brevi monotematiche dedicate ai principali monumenti del Salento.
Per ogni opuscolo – aggiornato rispetto a contenuti, fonti, bibliografia e iconografia – la collana propone un identico schema: si parte da una breve introduzione storica, volta a contestualizzare l’analisi delle singole opere (delle quali sono sinteticamente delineate le vicende costruttive e artistiche, fino ai più recenti restauri), per poi passare alla visita guidata vera e propria, dove ad essere illustrati sono i singoli elementi costitutivi del monumento, dell’opera o del luogo trattato, quasi fossero tappe virtuali di un itinerario. L’apparato iconografico accompagna costantemente il testo, focalizzando l’attenzione su manufatti, dettagli e decori di particolare pregio, mentre una planimetria dettagliata del monumento consente di seguire agevolmente la guida in loco.
Il primo numero della collana è dedicato alla Cattedrale di Nardò, eccezionale palinsesto architettonico dove si accordano inaspettatamente l’edificio romanico-normanno, i restauri settecenteschi di Ferdinando Sanfelice e gli affreschi eseguiti da Cesare Maccari sul finire dell’Ottocento.
Titolo collana: Itineraria
Direttore: Paolo Giuri
Titolo n. 1°: La Cattedrale di Nardò
Testi: Giovanna Falco, Marcello Gaballo, Giuliano Santantonio
Referenze fotografiche: Mino Presicce, Raffaele Puce
Impaginazione e grafica: Luca Manieri
Editore: Fondazione Terra d’Otranto
2012
Formato A5, 148 × 210 mm,
pp. 20, con illustrazioni a colori
Codice ISBN: 978-88-906976-0-9
La mia Cattedrale dove per cinque anni nei primi anni ’60 ho intonato canti solenni, canti gioiosi, canti tristi, quel gregoriano che ancora mi “perseguita” e il sogno di tornare a cantare lì, nascosto nel coro, non visto, solo la mia voce nel silenzio della bella e maestosa Cattedrale gremita di uomini e donne a evocare ritmi, premi e bellezze di mondi celestiali… Sicut cinnamomum et balsamum aromatizans odorem dedi et quasi myrrha electa dedi suavitatem odoris!.
Già, carissimo Sig. Alfredo, ricordo anch’io quelle funzioni solenni cantate in coro da cantori altamente qualificati e canoramente ben dotati, ricordo le melodiose voci che fuoriuscivano dalle loro stupende ugole, ricordo le grazianti note musicali che venivano emanate dalle canne dell’organo magnificamente suonato dal maestro Egidio Schirosi, il quale attraverso uno specchietto retrovisore con un occhio seguiva il corso delle funzioni, con l’altro occhio leggeva le note riportate sugli spartiti, con i piedi azionava dei pedali che soffiavano aria ai mantici e con le mani faceva letteralmente impazzire (in senso buono) l’artistico e monumentale organo che con le sue graziose arie mandava in estasi i celebranti, i cantori e tutti i fedeli presenti, dando loro la reale sensazione di un grande vicinanza o addirittura di un reale contatto con le Sante Entità alle quali erano dedicati quei canti.
Oggi purtroppo questo non avviene più, l’inerzia, la trascuratezza, l’abbandono e la pigrizia di chi dovrebbe interessarsi alla ordinaria manutenzione di quel grandioso e artistico monumento musicale che con magnaminità sul finire dell’800 la Sig.ra Cristina Personè donò alla nostra Cattedrale. Oggi, grazie a quegli irresponsabili, l’organo sta procurando cibo a migliaia di tarme che in tutta tranquillità lo stanno sgretolando e polverizzando. Per evitare il peggio, con grande solerzia, onde evitare che tutto frani sul pavimento, si sono prodigati (bontà loro), tramite l’ausilio di un traballante paletto di legno, a puntellare l’artistica struttura al pavimento. A giustificazione di questo disastro si mormora che per sottoporre l’organo ad un adeguato restauro occorrono diverse centinaia di migliaia di € (cifra per me esagerata) e che ne il Ministero dei beni culturali, ne la Regione Puglia, ne altre istituzioni laiche nazionale e territoriali intendono tirare fuori un centesimo. Mi domando e mi chiedo: All’epoca l’organo a chi è stato donato? Allo Stato italiano?, Alla Regione Puglia? Al Comune di Nardò o alla Curia e alla Cattedrale di Nardò? Chi è il proprietario dell’organo lo Stato Italiano? La Regione Puglia o la Curia e la Cattedrale di Nardò? Chi si sarebbe dovuto preoccupare della manutenzione prima e del restauro dopo? Deduco che dovrebbe essere l’istitizione beneficiaria del generoso lascito della nobildonna Cristina Personè che dovrebbe preoccuparsi alla manutenzione e al relativo restauro. Son convinto che se questo fosse avvenuto durante l’episcopato di Mons. Mennonna (personaggio molto discutibile ma molto interessato, attento e scrupoloso nel gestire e valorizzare i nostri secolari e innumerevoli beni artistici di cui la nostra secolare Diocesi ne è ricchissima in quantità e in qualità) quell’organo sarebbe perfetto e funzionante . Ora, grazie a questi solerti personaggi, l’artistico organo si trova in quelle indecorose situazioni e le sue funzioni vengono svolte da un anonimo organo elettronico che può solo cercare di emulare ma mai sostituire il classico organo con mantici e canne.
Perciò, carissimo Sig. Alfredo, quelle nobili ed artistiche arie melodiche degli anni 60, di cui con merito ed orgoglio ne siete stati protagonisti, oggi non si possono ascoltare più e dobbiamo pregare il Buon Dio affinchè quanto prima vengano posti e insediati alla cura della nostra Cattedrale e della nostra Diocesi, personaggi più qualificati, più sensibili, più attenti e più interessati al controllo e alla cura dei nostri innumerevoli Tesori di cui le nostre chiese ne sono ricchissime.