di Maria Grazia Presicce
Eccomi di nuovo qui, a Lucugnano, nella Casa di Girolamo Comi. Ho risalito le scale in silenzio nella quiete che avvolgeva ogni cosa. Pareva davvero che tutto dormisse d’ un sonno profondo, troppo profondo: unica nota di vitalità e colore le piante che adornano la balaustra. Nell’ingresso ho ritrovato il padrone di casa. Girolamo era lì, m’aspettava ancora una volta. Quando entro nella sua dimora un brivido dolce m’attraversa e un nuovo mondo mi si svela. E’ come se avessi un muto appuntamento con quel magico luogo dove tutto continua ancora a parlare di lui. Cammino quasi in punta di piedi per non disturbare quella tranquillità che m’affascina. Mi soffermo a sfogliare un suo libro e l’immagine di Girolamo, riflessivo e accorto, che compie lo stesso mio gesto mi sovviene inattesa. Eccolo trattenersi su un passo, pronto a fissare un concetto per poi dare vita ad altre parole, ad altri pensieri, ad altri stupori.
Chissà quante volte nel cuore della notte ha indugiato su quei fogli ora serrati, lasciati nell’oblio più totale! Chissà quante volte tra quelle pagine ha cercato consigli per dipanare dubbi e incertezze! Ora i suoi libri son lì tutti in fila e, sconsolati, aspettano che qualcuno li ritorni a sfogliare, li ritorni ad amare. Nel frattempo continuano a trattenere i sospiri, le carezze di Girolamo aspettando altre carezze.
Ma, Girolamo, c’è ancora e continua a tornare tra loro, continua ad amarli. C’è qualcuno che ci crede davvero “ lui torna ogni notte! – mi dice, mentre sistema un centrino e accomoda il lembo smosso di una coperta sul letto. “ davvero lui torna la notte e si stende sul letto e muove le carte e sfoglia i suoi libri!”
Così il mistero comincia ad aleggiare e mentre tacita m’aggiro avverto prepotente la sua amica presenza. Forse non è un mistero, mi dico, forse lui davvero in questi giorni di ”beghe continue” è tornato e continua a sperare che la sua casa diventi di nuovo Cenacolo, torni a vibrare d’emozioni, d’incanti e Spirito d’armonia che ora manca tra quello che resta dei suoi luoghi adorati. Qui, adesso, la desolazione regna sovrana tra incuria e muti, forzati silenzi.
Nell‘ oscura cappella mi blocco. Tutto è rimasto lo stesso. Ora è solo più buia, più sola, più impolverata. Chissà quante volte, Girolamo, è rimasto nella notte silente a pregare
“Non vista la pietà vince col pianto:/e ogni gioia in me trema inginocchiata / quasi occulta vittoria senza canto/ […][1]
Mi par di rivederlo allo stesso posto, prono, la testa tra le mani ad implorare che i suoi luoghi non siano violati e tornino ad essere vividi, vitali e fonte di riscatto culturale.
“ Voce, sillabe: steli di parole/ che sono il canto della luce stessa,/ colmano d’energia generativa/ i sordi blocchi della nostra mole/ perché riecheggi e rutili più viva/ l’aura della semenza ch’è dispersa.[…]”[2]
E sento riecheggiare la sua voce tra quelle mura e sulla veranda dove estatico s’affacciava ad ammirare le piante che adornavano ed adornano ancora il suo giardino tra voli di garrule rondini che, ignare di tanto clamore, continuano rapide a sfiorarlo, poi, la sera con la luna in cielo e le stelle che le facevano da cornice, aspirare voluttuoso gli effluvi che lenti e prepotenti l’avvolgevano e lo facevano trasalire
“andirivieni di aromi/ di cui conosci la culla:/ tuffa nel soffice nulla/ il lieve velluto dei nomi/ dei siti ingemmati di suoni/ di cui la curva ti culla:-“
Ed ora che fine faranno gli aromi del suo già maltrattato giardino? Da quali “aromi moderni” verranno annientati se la sua preghiera non verrà esaudita? Lui intanto la notte è lì e la sua preghiera pura e sincera continua a diffondersi lenta e innalzarsi a quel pezzo di cielo che placido s’adagia sui muri, sui cespugli arruffati, sui sassi, sui rosai dimenticati, sul melograno che incurante di tanto sconquasso continua a fiorire e i suoi fiori paiono rose che trepide attendono d’essere colte ancora ed ancora
“[…] – Rosai/ arrovesciati o sommersi/ in soffici sonni-universi/ o arrampicati a telai/ d’odoroso turchino: – Rose…/ – efflorescenze ( d’aurore) impetuose …”[3]
Speriamo davvero che la preghiera semplice e schietta di Girolamo venga ascoltata e la sua CASA ( tutta quanta) torni ad essere efflorescenze d’aurore impetuose!
Trovo e leggo volentieri questo articolo. Subito dopo, grazie a un frammento di luce di cui si gode al mattino presto, mi chiedo : ma si conosce la Poesia di Girolamo Comi in Italia ? la si studia nei corsi universitari? Vengono stampati e diffusi i suoi libri ? perché non si accumuli la polvere sui manoscritti… per spaventare i tarli di Casa Comi…
Poi oso contraddire Maria Grazia Presicce sulla mancanza di vivacità e colore fra quelle stanze. Io le ho viste brulicare di bambini curiosi e rispettosi insieme, sulle cui giovani bocche rimbalzavano le belle parole del Padrone di casa, negli occhi domande fresche alla vista di quegli oggetti polverosi.
Era il giorno del…122° anniversario della nascita del Poeta.
Ne ho documentazione fotografica, se Fondazione di Terra d’Otranto volesse disporne.
“Qui adesso la desolazione regna sovrana tra incuria e muti forzati silenzi”. La cappella “Ora è solo più buia, più sola, più impolverata”. Cara Maria Grazia la casa di Comi continua a “vibrare d’emozioni e d’incanti”, e non manca lo “Spirito d’armonia tra quel che resta dei suoi luoghi adorati”. Non è nemmeno un luogo abbandonato a se stesso. In questi ultimi anni abbiamo organizzato diverse centinaia di incontri culturali, concerti, visite guidate e mostre. Da quest’anno c’è anche una biblioteca per bambini. Nonostante l’assenza totale di fondi facciamo il possibile perché il Palazzo continui ad essere un luogo vivo. Stasera abbiamo ospitato il Fondo Verri che ha presentato La cultura dei tao; parecchie persone hanno visitato ed ammirato la casa dimostrando chiaramente che il suo fascino non è assolutamente svanito. A mio parere l’idea che hai di Palazzo Comi non corrisponde alla realtà e per questo ti invito a tornare a Lucugnano, quando ti sarà possibile, in modo che tu possa avere un ricordo migliore del Palazzo e del modo in cui viene gestito.
Gloria cara, devo confessarti che torno sempre col pensiero a Lucugnano, un luogo che mi ha affascinato dal quel momento che, Grazie a Giuliana e Nicola, misi piede tra quelle mura. Ho ancora nel cuore il brivido che provai allorché, già nell’ingresso, mi trovai di fronte il suo busto e poi l’arazzo con i suoi magici segni.
Non rammento nulla dell’avvenimento di quel giorno; ero lì perché c’era una conferenza cui partecipava anche Piero Sansonetti, parente di Girolamo. Per tutto il tempo vagai quasi in punta di piedi nelle stanze silenziose: tutto mi era nuovo in quel magico luogo, non riuscivo a staccarmi e ancora oggi non riesco a staccarmi pur rimanendo lontana!
Non immagini quanto mi spiace non poter partecipare agli eventi che, grazie a voi, si susseguono tra quelle mura. Sono lieta, davvero tanto, che tutto viva vivacemente e armoniosamente. Non si può abbandonare l’armonia che Girolamo ha saputo creare!
Proprio ieri sera, a Fondo Verri, mi sono intrattenuta a parlare di Girolamo, della Poesia, dei suoi Diari che mi avete consentito di sfiorare e ancora dei suoi Arazzi e ho spinto tanti a venire e visitare i luoghi di Girolamo Comi che, purtroppo, mi accorgo in pochi ancora conoscono anche tra la gente della nostra provincia.
Spero di tornarci presto, voi continuate a creare Armonia io sono e vi sarò sempre vicino! maria grazia