Arrivo a San Cataldo, una torrida serata di luglio, la radio dice che l’Italia ha subito il terzo gol, finirà poco tempo dopo quattro a zero. E’ debacle, nessun corteo di auto festanti, peccato.
Le località di San Cataldo sono due, una leccese, l’altra appartiene a Vernole. Così, a colpo d’occhio, la prima è più bella, pulita, ci sono lampioni nuovi. Lasciamo perdere il degrado della spiaggia libera che sa di “sporco”, non curato, comunque il lungomare, pardon, il water front (come l’hanno battezzato i Perrone boys, inglesizzandolo) è rifatto, sia pure con difficoltà ed errori di misure. Nella parte Vernolese invece arrivi in un mondo altro, diverso.
C’è una sola cosa che spicca, è stata appena rifatta e si nota anche la notte, quasi abbaglia nel suo splendore: la segnaletica orizzontale che delimita i parcheggi (tutti) a pagamento. Per dirla in italiano: le strisce blu. Quelle bianche sono palliducce, anemiche. E badate, in presenza di ben tre auto parcheggiate, il cartello dice che si deve pagare fino alle 24. Certo, c’è un disperato bisogno di soldi, Vernole ha anche messo i famosissimi cartelli: “strada ad alto rischio incidentabilità” per dire (ricordiamo) che ci sono videocamere per fare cassa con le multe.
Mi chiedo come mai la solerzia nel rifare strisce blu non sia stata, almeno in parte, utilizzata per cambiare le lampadine al 50% dei lampioni che sono spenti o intermittenti, neppure fosse Natale. Ahhh Vernole, una ne fa e cento ne pensa…..