Quattro chiacchiere con Alessandro Coppola, fondatore di Nidi d’Arac e direttore artistico dell’evento “La Puglia suona, l’Italia balla” del 23 giugno 2012, a Place d’Italie a Parigi
“Italia… maintenant ?” è il tema della settimana italiana di quest’anno, esiste un Italia… “d’avant” ?
Purtroppo non può non venirmi in mente, visti anche i recentissimi fatti di cronaca… un’Italia che mi auguro di non rivivere più, ossia quella delle caste, delle mafie, della corruzione, delle stragi: un’Italia indegna della sua Storia, Cultura, e di quei Grandi italiani che hanno contribuito a “elevare” l’immagine del nostro Paese a simbolo di creatività e umanità nel mondo.
Venezia, Roma, Milano o Napoli sono le città italiane più conosciute all’estero, perchè una regione come la Puglia come simbolo di questo concerto?
Da qualche anno, noi pugliesi viviamo un momento importante per la nostra regione. Iniziamo finalmente a capire che bisogna valorizzare l’immagine del nostro territorio, adoperare al meglio le nostre risorse culturali come quelle naturali e la musica sta contribuendo molto alla diffusione di questo nuovo atteggiamento. Un esempio dunque per l’Italia intera che storicamente ha una delle più grandi tradizioni musicali del mondo ma che, da un po’ di tempo, non confida sufficientemente nell’arte dei suoi “nuovi” artisti.
Nel contesto politico e sociale così tormentato, pensi che la musica possa essere una sorta di “ambasciatrice” dell’Italia all’estero?
Potrebbe sembrare futile parlare di musica italiana davanti a questo scenario europeo, segnato da problemi più tangibili: la disoccupazione, il debito pubblico, le tasse… ma non dobbiamo dimenticare che la cultura e quindi anche la musica, hanno un ruolo fondamentale nel preservare la democrazia in momenti difficili come questo. Storicamente, basti pensare al ruolo che ha avuto Verdi in Europa durante il Risorgimento. Quindi: perchè non pensare ad un rilancio d’immagine della “nuova” Italia che parta proprio dalla sua musica?
Gli artisti invitati hanno aderito facilmente all’iniziativa? Come si è svolta la selezione?
La scelta nasce innanzitutto da una stima reciproca tra me e gli artisti coinvolti, che hanno abbracciato la causa ed accettato con entusiasmo l’invito. Più in particolare, l’idea di coinvolgere Giuliano Sangiorgi nasce da una comune passione per la nostra terra, non a caso, infatti, il repertorio che eseguiremo sarà un omaggio al Salento.
Non è la prima volta che Giuliano interpreta brani tradizionali salentini e, in questo contesto, accanto all’esperienza decennale nella sperimentazione sulla musica tradizionale dei Nidi d’arac, le atmosfere rarefatte del sax di Raffale Casarano e l’incomparabile voce di Rosapaeda, immaginiamo uno spettacolo finale veramente singolare che, non a caso, è organizzato a Parigi: una città dove la musica osa, sorprende e incanta.
Cosa significa organizzare un grande evento di questo tipo? Avete incontraro difficoltà particolari?
Le difficoltà dipendono essenzialmente dall’entità e lo spessore dell’evento che richiede una promozione adeguata, in Francia come in Italia. Inoltre Parigi è una città che propone moltissime manifestazioni culturali e, di conseguenza, avere la giusta visibilità richiede un grande sforzo economico e di mezzi. Sicuramente il contributo del Municipio parigino del 13° e di Puglia Sounds rappresentano un aiuto fondamentale.
All’infuori di Parigi, pensi che un evento come questo troverebbe il suo pubblico in altre città francesi?
Abbiamo pensato di proporlo a Nantes. Ho avuto il piacere di visitarla e sembra essere una città particolarmente aperta all’arte e dove probabilmente questo tipo di evento, per le sue caratteristiche concettuali, potrebbe avere la giusta attenzione.