Adriano Radeglia, artista pugliese, Mesagne classe 1974.
Diplomato al Liceo artistico della città di Brindisi con indirizzo architettura, ha seguito corsi tesi alla valorizzazione di attività artigianali della propria terra. Dopo un lungo periodo dedicato intensamente alla pittura, che ancora oggi è parte della sua espressione, si avvicina alla materia, l’argilla.
Inizia a creare e rivisitare oggetti tradizionali di uso domestico giocando su una nuova chiave decorativa, attraverso la quale l’evoluzione lo ha portato ad un interesse per il design d’arredo: forme inedite che non di rado si ritrovano a coprire una veste di “utilitá” quotidiana, come lampade o contenitori.
È cosí giunto all’attuale produzione artistica, in una sincronia istintiva tra cuore, mente e mani: le CREATURE, sculture in terracotta policroma che raccontano del mare e della terra.
Intrecci di spine e petali sinuosi, ventose o morbidi uncini danno vita a corpi che appartengono alla terra come all’acqua, non esiste specie nè sesso.
Sono esseri contrastati di colore che assumono anima con lo spiegarsi della propria luce e dello scuro. Tutto diviene movimento al tempo stesso fermo.
Queste le Creature “rubate” alla natura, sembianze naturali oppure aliene?
C R E A T U R E
a cura di Antonio Esperti
Come nasce una forma vivente? Come si rigenera? Di cosa ha bisogno? Cosa leva e cosa offre il suo corpo? Quali relazioni disegna e a quale scopo? Qual è il suo respiro? E i suoi sogni? Come si muove? Quali sono i suoi appetiti, le paure? Ama?
Mi è difficile raccogliere tutte le dimensioni, le vite, gli sguardi, le domande che bruciano dentro il sangue e le opere, la ricerca di Adriano Radeglia.
Sono le sue “Creature” a narrarsi da sè: lapilli commossi, entità volitive che cantano pre-visioni remote; unità prime socialmente autonome che affondano in giacimenti dinamici di senso espanso e crudo dissolto in un lontano, quanto comune, dubbio genetico. Trattengono, spesso, e sputano, tracciano f-orme e rivoluzioni tortili collassando, risacca rigenerativa, in atlanti cosmogonici circolari. Passaggi.
Aiutano a nascere.
…affiorano dubbi tentacolari curiosi e ossessioni puntute, eliche, biologie d’anima ed echi modulari di corpi primigeni persi nella gestazione di anatomie madri lunghi viaggi metamorfici.
Scelgono, le Creature, precarietà ed errore come costituzione e fondamento evolutivo di un continuo salto nel vuoto.
Vertigine.
Danzano, sparse, per staccarsi dalla materia che le ha partorite e disegnarsi nella luce, tiepide. Cristallizzano in glissati. Riverberano prossimità. Fermentano in stupore organico.
Meraviglia infinita.
Suoni in giro che bussano alle porte di chi dorme.
…..sono talmente belle queste creature che starei ore intere ad ammirare le loro forme ,ti coinvolgono l’essere donando ai tuoi occhi piacere e voglia di sognare e una pace immensa nell’animo.Bravo….
Senza parole. bellissime!