Castro, bellezze naturali e tradizioni

 di Rocco Boccadamo

Un puntino quasi invisibile sulle carte geografiche, una sorta di ombelico segnante il connubio fra gli ultimi strati del verde Adriatico e le vivaci distese, dalle sfumature color blu intenso, del mare Ionio.

Tuttavia, Castro, autentica perla del Salento, è da tempo conosciuta ed amata: sia per le vestigia storiche (antiche mura, castello, torrioni, ex cattedrale), sia per le grotte marine (in primo luogo, Zinzulusa e Romanelli), sia per le incomparabili attrattive turistico – balneari (mare e fondali da incanto). Ormai, si colloca a pieno titolo come méta apprezzata e frequentata non solamente dai salentini e dai pugliesi, ma anche da parte di numerosi turisti e visitatori provenienti dal centro-nord Italia e dall’estero.

Nel Borgo, la torre medioevale più grande vanta, soprattutto, un panorama a dir poco mozzafiato: vi si spazia verso nord, quasi a voler rivolgere un rispettoso saluto ideale alla Serenissima, regina di sempre dell’Adriatico, verso est, dove a portata di mano si trovano, e sovente si scorgono, le coste e i rilievi dell’Albania e della Grecia, verso sud, nella quale direzione lo sguardo, doppiato il capo di Santa Maria di Leuca, sembra invece indirizzarsi all’universo delle civiltà musulmane, importanti e contrapposte. Sostandole accanto, si ha veramente la sensazione di “sollevarsi” dall’esistenza quotidiana con i suoi intoppi e le sue brutture e, per un arcano artificio, di salire, salire in alto.

Chi scrive, conosce questa località da sempre, ha confidenza con ogni suo angolo e con le peculiari specificità degli abitanti. Attraverso le presenti righe, vorrebbe però cercare di rendersi testimone di qualche aspetto interiore della gente castrense, che, per lo meno in certe occasioni e ricorrenze, riesce a conciliare e coniugare il proprio esistere, muoversi, agire e coinvolgersi nella società e negli usi moderni, con belle pagine, sequenze e valori peculiari delle antiche tradizioni e costumanze.

In effetti, qui, una serie di pietre, spuntoni e vicoli secolari si fanno «sentire», esercitando la loro presenza silenziosa, ma, in aggiunta a ciò, nella gente (schietta e semplice) appaiono vive e palpitanti le impronte, appunto, di vecchie e sagge consuetudini.

Vale la pena di “affacciarsi” a Castro in concomitanza dei festeggiamenti in onore della protettrice Maria SS. Annunziata e assistere, fra l’altro, allo sparo dei fuochi d’artificio. Nonostante, da queste parti, si sia abituati a feste del genere, disseminate lungo tutto il corso dell’anno, due momenti dei suddetti festeggiamenti colpiscono in modo particolare.
La sera della vigilia, da poco calato il buio, gran parte della popolazione, cui, ora, si accompagnano anche gruppi di turisti e/o vacanzieri del week-end, si porta  nella zona nuova del paese, a Nord Est, in prossimità di una collinetta denominata Monte Lacquaro, per assistere, con evidente spirito partecipativo, allo sparo dei fuochi di artificio.
A traverso della prima oscurità, sulla destra, quasi a strapiombo, uno splendido scorcio del Canale d’Otranto, punteggiato da insenature e, come ricordato all’inizio, da grotte marine, alcune delle quali famose e rinomate per gli studi e le ricerche di carattere scientifico-paleontologico, nonché per i numerosi visitatori che, specie durante la bella stagione, vi accedono. Appena lontane, le luci di Porto Miggiano e di Santa Cesarea Terme. Nell’insieme, un’atmosfera intensa e magica, tanto che, pur nel buio, bastano i nitidi e scintillanti luccichii delle stelle per viverla e gustarla intensamente.

Quasi due ore di fantastiche coreografie, architetture e bagliori di luci e di colori sotto la volta, tinta di blu scuro, del cielo, qualche «allegro» pallone aerostatico lanciato tra un «fuoco» pirotecnico e l’altro.

Ad un certo momento, in siffatto magico contesto, ecco levarsi la luna. Emerge dalle onde alla stregua di una gigantesca e succosa anguria, ma con un colore più vivo e intenso che, davvero, ti prende l’anima. Le tonalità del colore, man mano che il disco si alza, vanno attenuandosi ed addolcendosi, ma restano comunque stupende, riflesse, con una lunga scia, luminosa e misteriosa nello stesso tempo, sulla distesa delle acque del Canale.
Che bellezza! Di tale livello, e così assoluta ed esclusiva, che, allo spettatore, nel profondo, viene di pensare (o di sognare, non se ne rende conto) alla possibilità di chiudere gli occhi per l’ultima volta avendo davanti, magari, uno spettacolo del genere.

Il mattino successivo, si è al clou religioso dei festeggiamenti, con la statua in cartapesta della Madonna Annunziata portata in processione lungo le strade del paese; vi partecipa l’intera comunità, evidentemente pervasa da spontaneo riguardo e devozione verso la Vergine protettrice.

Uomini, donne, bambini, giovani, anziani, tutti rigorosamente con l’abito della festa e adornati sobriamente di ori e preziosi. Si desidera sottolineare «sobriamente», giacché, nella fattispecie, non si tratta di moda o di ostentazione, bensì di un atto di omaggio e di deferenza alla Madonna.

il castello di Castro

Potrebbe, qualcuno, osservare, con semplicismo ed approssimazione, che si è di fronte a cose di altri tempi, anacronistiche, ma, per fortuna, la verità è di diverso segno: la gente di Castro dimostra di vivere, con ammirevole equilibrio, le scansioni dei giorni nostri, mantenendo, contemporaneamente, talune antiche e belle tradizioni ereditate dai secoli passati, che avverte ancora pregnanti e in cui si riconosce.

L’augurio oggettivo e obiettivo è che le presenti note suscitino, in chi avrà modo di scorgerle e scorrerle, un soffio di interesse e/o di curiosità per visionare o riscoprire, alla prima favorevole occasione, le meraviglie di Castro e siffatto speciale spessore dei suoi abitanti.

 

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Un commento a Castro, bellezze naturali e tradizioni

  1. behh! Adesso con quell’ orrendo squarcio dovuto all’enorme crollo degli edifici di cortina della (ex) bella piazza di Castro Marina, bisogna riconsiderare l’effetto estetico del suo aspetto, come per quello del volto di una bella donna dopo essere stato sfregiato dal vetriolo!!! Diciamo grazie alla sconsiderata ingordiglia speculativa di chi ha scavato nascostamente nella montagna per ricavarvi nuovi vani abusivi!!!!! Ringraziano quelli che hanno amato Castro da sempre (come il sottoscritto) ma anche i castrioti ( o castrensi o “casscciari”…come dir si voglia) che, visti i tempi che viviamo, vedono allontanarsi all’infinito la possibilità di vedersi ricostruito il prospetto della loro piazza, che era l’orgoglioso biglietto da visita della città!!!

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