Puglia ribelle: movimenti antifascisti nella Puglia degli anni di piombo


Martedì 20 marzo alle 18, presso lo Spazio Sociale Zei, il Comitato Provinciale ANPI LECCE, in collaborazione con l’ARCI ZEI, propone una rievocazione cinematografica e un excursus storico sui movimenti antifascisti che animarono la Puglia dal 1969 fino ai primi anni Ottanta, uno dei periodi più critici e controversi della storia della nostra Repubblica.
L’occasione sarà offerta dalla proiezione del film-documentario Benny vive, inchiesta del regista barese Francesco Lopez sulla vicenda di Benedetto Petrone, giovanissimo operaio militante della FGCI assassinato da una squadra di neofascisti dell’Msi la sera del 28 novembre 1977, nei pressi della prefettura di Bari. La pellicola racconta la storia di un ragazzo qualsiasi della città vecchia, non un leader, non un intellettuale, né un eroe, ma un protagonista consapevole della sua epoca, con sogni e speranze, impegnato, insieme ai suoi compagni, in una battaglia quotidiana per dare alla sua gente e alla sua generazione un’opportunità, un’alternativa alla violenza squadrista, alla speculazione edilizia e all’emarginazione della classe operaia barese.
Di queste questioni discuteranno, dopo la proiezione, il regista e produttore del film, Francesco Lopez, uno dei casting director più attivi nel territorio pugliese, e Pasquale Martino, membro del Comitato Provinciale ANPI BARI e autore, insieme a Nicola Signorile, del libro-inchiesta Le due città. I giorni di Benedetto Petrone, edito da Manni.
L’iniziativa rappresenta un tentativo di misurarsi nel recupero della memoria e di riflessione storiografica sugli anni di piombo e sulla strategia della tensione, nerbo ancora purtroppo scoperto per assenza in molti casi di una verità giudiziaria sulle stragi, sulle vittime del terrorismo e della violenza. Nelle intenzioni degli organizzatori c’è anche la volontà di accendere un faro su chi oggi di quel terrorismo fa apologia, ovvero sul recente emergere nella nostra provincia, come purtroppo su tutto il territorio nazionale, di recrudescenze neofasciste e squadriste. La vigilanza antifascista delle istituzioni e della cittadinanza democratica non deve mai declinare, non si può permettere, in un periodo di profonda crisi come quello che stiamo attraversando, che queste realtà anticostituzionali e reazionarie trovino terreno fertile nei quartieri più svantaggiati, nei luoghi del sapere o nelle istituzioni stesse.

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